La questione meridionale nasce all’indomani dell’unità d’Italia, quando le diverse realtà politiche ed economiche della penisola vengono riunificate sotto
la corona sabauda. Sin dal 1861 è evidente il profondo squilibrio economico che divide in due l’Italia.
A distanza di tanti anni,lo squilibrio economico è rimasto invariato. Mentre i TG nazionali e privati parlano di inchieste, matrimoni e calura estiva,ed in parlamento si vota il lasciapassare per la richiesta di arresto di Papa,nelle città del Sud la gente è sempre più povera.
Chi sosteneva che il paese risaliva è stato smentito da un bollettino dell’Istat: oltre 8 milioni sono gli italiani in condizione di povertà (quasiil 14% della popolazione totale) cioè ben una famiglia su 5.
Se in Italia una famiglia su 5 è in stato di povertà, al Sud lo è il 50% delle famiglie numerose. Un dato a dir poco terrificante. Le regioni più povere sono la Calabria con il (26,0%), la Sicilia con il (27,0%). Dopo questa breve analisi,è necessario risollevare la “Questione Meridionale”, che deve vedere la spinta dei Parlamentari del Sud,delle Parti Sociali,se non si vuole un mezzogiorno più povero e spopolato,e una forbice Nord-Sud allargata.
Per quanto concerne lo sviluppo,il Mezzogiorno,purtroppo è legato ad una classe dirigente più “fragile” di quella del nord. Il modello imprenditoriale,avendo goduto a
lungo di assistenza,non si è potuto diffondere con la stessa forza delle piccole e medie imprese settentrionali.
Il Sud,continua a non avere una sua personalità, una sua indipendenza,una capacità di proporsi al mercato. Occorre una classe dirigente che guardi alla realtà dei fatti.
Da “noi”tutto è più difficile,la burocrazia continua a mietere “vittime”.( Ultime dichiarazioni del Sindaco Vittorio Sgarbi).Dobbiamo rivisitare con energia la questione Meridionale.
Aldo Mucci
Condivido l’analisi di Mucci,dobbiamo rivedere la politica dei nostri deputati.