Agrigento – Come era prevedibile, dopo le scaramucce a mezzo stampa, il consigliere Giuseppe Arnone alza il tiro e mira a replicare quello che fu un interminabile processo durato 15 anni, nel corso dei quali il mare di San Leone si è trasformato in quel brodo di coliformi fecali che tutti conosciamo.
Mentre gli agrigentini assistono sconcertati alla diatriba “mare inquinato”/”mare pulito”, anzi no, “mare sporco” ma non inquinato, il consigliere/ambientalista, tra un gargarismo e una mangiata di patelle, trova il tempo di sferrare il suo attacco giudiziario contro chi si è stancato di fare il bagno in acqua di fogna (seppur entro i limiti di legge).
Copione già visto, nel quale, come avevamo scritto in precedenza, cambiano solo i nomi dei protagonisti.
L’atto secondo dell’opera, è dedicato al “Primo rapporto di denunzia”
Oggetto, “la cosiddetta “inchiesta sull’inquinamento del mare di S. Leone” e connessi titoli di stampa aventi a tema il “forza Procura”. A) Inquinamento del fiume Akragas; B) Procurato allarme per asseriti e inesistenti casi di inquinamento; C) Richiesta di convocare e sentire le signore Ausilia Eccelso e Brigida Lena.”
“Il sottoscritto – scrive Arnone -si riserva, nei prossimi giorni, di fornire ulteriori elementi per cui questa è da considerarsi soltanto quale introduzione e “primi elementi di indagine” che si offrono a codesta Procura, invitandola a sentire, nelle forme che si riterranno, le persone che di seguito si indicano.
Lo scrivente ritiene che vi siano certamente limitati fenomeni di inquinamento nel mare di S. Leone, fenomeni che non intaccano la balneabilità, come è dimostrato da tutte le analisi finora poste in essere, a iniziare da quelle della competente A.S.P., ma che – in misura largamente superiore – si è in presenza di fatti dolosi che potrebbero integrare il reato di “procurato allarme” mediante la scientifica diffusione di notizie false e tendenziose, finalizzate ad arrecare gravissimo danno alla città di Agrigento.”
Segue la denuncia dei “signori: Vincenzo Rizzo, Giovanbattista Platamone, Francesco Vitellaro, Aldo Piazza, Calogero Sodano, Sebastiano Di Francesco, tutti in concorso tra loro, per avere procurato – a far data il Rizzo e il Platamone dal 1987 e sino ad oggi, gli altri ognuno per i periodi di competenza e, per le eventuali ipotesi di concorso con i primi, fino alla data attuale – per avere inquinato il fiume Akragas, consentendo – in contrasto con la esplicita prescrizione del PARF di cui si dirà – il costante sversamento nel fiume dei liquami fognari (“tal quali”) provenienti dalle abitazioni del Villaggio Peruzzo, in assenza di qualsivoglia sistema di depurazione.”
Chiuso il sipario su tecnici ed ex sindaci, si riapre sulla scena dell’informazione: “…Come si può comprendere, si è comunque in presenza di fatti di reato. O reati connessi all’inquinamento commessi da Girgenti Acque e dal Comune, addirittura con la complicità del sottoscritto Arnone (secondo l’assunto di Grandangolo), ovvero il reato di procurato allarme, in quanto ci si inventa di sana pianta situazioni di scarico inquinante a mare, nell’ambito di torbidi disegni di depistaggio…”
Non poteva mancare, come 15 anni orsono, il coinvolgimento di altri soggetti. Se c’è una cosa della quale bisogna dar atto ad Arnone, è quella che nella qualità di politico è sempre stato uno – anche in tempi non sospetti – dei promotori delle “quote rosa”.
Ben vengano dunque Ausilia Eccelso e Brigida Lena, per le quali Arnone scrive:
“Nell’ambito della diffusione di notizie assolutamente false, si chiede che codesta Procura convochi le signore Ausilia Eccelso e Brigida Lena, per chiedere:
alla prima (A. Eccelso) la ragione per cui abbia diffuso notizie corredate da fotografie contrarie al vero, in data 18 giugno, relative ad una inesistente “rottura dei pennelli a mare” che, secondo la menzogna diffusa, avrebbe provocato un grave inquinamento al mare di S. Leone. E, qualora la detta Ausilia Eccelso fosse solo vittima di una cattiva informazione, chiedere alla medesima chi sia il mandante di dette falsità che, con tutta evidenza, realizzano il reato di procurato allarme, creando altresì un notevole danno all’immagine della località balneare, con tutto quello che ciò comporta;
alla seconda (Brigida Lena), per quale motivo insistentemente diffonde la notizia, assolutamente falsa e gravemente denigratoria per il mare e il turismo sanleonino, secondo cui il pennello a mare dei “Padri Vocazionisti”, costruito ex novo nel 2009, avrebbe riverberi ed effetti gravemente inquinanti sul mare di S. Leone. In relazione a detta reiterata e ripetuta affermazione della signora Brigida Lena, si chiede che codesta Procura prima acquisisca i dati dell’ASP relativi ai prelievi effettuati sulle acque di balneazione, poi provveda a fare ulteriori eventuali analisi di campioni di acque di mare in tutto il percorso del pennello a mare, con particolare riferimento alla parte finale, ove il pennello diffonde i liquami pre – trattati, quindi – se verrà confermato che la signora Lena trascorre le sue settimane a diffondere tali affermazioni menzognere (in assenza di qualsivoglia di natura scientifica), chiedere alla medesima quale sia la ragione che ne anima l’azione e, se in buona fede, chi l’abbia eventualmente tratta in inganno, fornendole tali affermazioni totalmente contrarie al vero, secondo i dati forniti dall’ASP e riscontrabili da codesta Procura.”
Sarebbe interessante, sapere cosa Arnone intende fare con le centinaia – per non dire migliaia – di cittadini, che lamentano anche loro il “mare sporco”, se non inquinato.
Altrettanto interessante, capire come mai ad oggi, nonostante i controlli effettuati, non siano stati scoperti allacci abusivi, bensì solo rotture delle condotte.
Qualcuno ha ancora dubbi su quali siano le prossime mosse del consigliere Arnone?
Tra una bevuta di coliformi fecali e l’altra, Agrigento continuerà per i prossimi venti anni a non depurare le proprie acque fognarie e a vedersi inserita tra quei comuni tanto cari all’Unione Europea, da essere citati per possibili procedure d’infrazione in danno della Repubblica Italiana, proprio in materia di depurazione.
E mentre gli agrigentini fanno il bagno nella fogna, seppur entro i limiti di legge, il consigliere Arnone, soddisfatto, mangia patelle che accompagna con acqua di mare “aromatizzata”…
Gian J. Morici
Egregio direttore, io ancora non ho capito il come ed il perchè ogni qualvolta si parla di interessi di Girgenti acqua, subito come una piovra il nostro assagiatore, inveisce contro chi parla male di girgenti acqua. Altro argomento ancora più importante (almeno per me) è quello che mai, dico mai l’ho sentito difendere gli interessi dei cittadini, che non avendo un depuratore si vedono appioppare questa ingiusta tassa da girgenti acqua. Eppure mi risulta che un avvocato debba sapere che “LA DOVE NON C’E’ DEPURATORE” per la sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale, e per l’art. 8 sexies del 2009 non si debba pagare questa ingiusta tassa.
a me sembra un’intimidazione
Questa è una delle tante “SPARATE” che Arnone mette in atto quando il terreno gli frana sotto i piedi, un pò per confondere le acque (è proprio il caso di dirlo) e dirottare l’attenzione su falsi problemi, un pò per esercitare azione intimidatoria nei confronti di chi dovrà esprimersi sulla ripresa dei lavori del depuratore di villaggio Peruzzo. Significativo,infatti, il fatto che le denunzie di Arnone, prima di arrivare in Procura, vengano regolarmente inviate ai mezzi di comunicazione. Che vogliamo farci ! Arnone è fatto così,tant’è che qualcuno non a caso lo ha soprannominato Pepècorrinprocura. Le cronache in futuro si arricchiranno di una nuova telenovela, anche perchè, ci aspettiamo che le denunzie per calunnia non mancheranno di arrivare.
La gente grida a forza l’intervento della Procura e Arnone pensa bene di “dirottare” le indagini dove dice lui, su aspetti che sono stati ampiamente sviscerati nei precedenti processi che si sono conclusi con assoluzioni per insussistenza dei fatti. E la cosa più ridicola è che lo fa richiamando in causa le stesse persone e proponendo le stesse identiche accuse per le quali sono stati assolti. Naturalmente si guarda bene dal mettere in campo le sue vere motivazioni, che spaziano da un desiderio di rivalsa e di vendetta contro chi ha osato ostacolare i suoi disegni e contro tutti quelli che mettono a nudo le gravi inadempienze di QUALCHE ENTE A LUI PARTICOLARMENTE CARO.
mi pare che state andando tutti fuori di testa, le cose sicure sono il depuratore del vill.mosè fa schifo e nessuno si lamente se il depuratore non funziona tutta la cacca dove va a finire? è poi quando dite non si sono trovati allacci abusivi….non si vuole denunciare in questo periodo pre elettorale allacci abusivi basta farsi un giro per san leone o vill. mose per sentire un fetore tremendo dalle caditoie delle acque bianche dove ribadisco dovrebbe scorrere solo acqua piovana,
Finalmente Arnone, nella foga di dire una serie di cazzate, dice una verità e cioè “”a far data il Rizzo e il Platamone dal 1987 e sino ad oggi, gli altri ognuno per i periodi di competenza e, per le eventuali ipotesi di concorso con i primi, fino alla data attuale – per avere inquinato il fiume Akragas, consentendo – in contrasto con la esplicita prescrizione del PARF di cui si dirà – il costante sversamento nel fiume dei liquami fognari (“tal quali”) provenienti dalle abitazioni del Villaggio Peruzzo, in assenza di qualsivoglia sistema di depurazione.””
Se Arnone sa la fonte dell’inquinamento marino, ed afferma che proviene del Villaggio Peruzzo dove 24 ore su 24 ore e per 365 giorni l’anno circa 5000 persone, cagano e pisciano nel fiume Akragas e che lo stesso sfocia nel mare di S Leone, perché non lo dice al sindacuzzo che la smette di cercare il singolo inquinatore, nel lungomare e alle dune, per addossargli tutte le colpe.
La gente non è rincoglionita, l’inquinamento va ricercato su due fronti; una l’ha detta Arnone ed è sotto gli occhi di tutti, Villaggio Peruzzo, poi sarà la magistratura ad accertare se la vera colpa e dei progettisti o di chi ha, di fatto con le denunzie, bloccato i lavori per almeno due lustri.
La seconda fonte di inquinamento va cercata al largo di S Leone a circa 1,25 miglia e ad una profondità di 16,50 metri, li sversano i liquami di tutta la restante fascia costiera con il solo filtro meccanico, tutti i batteri e i cattivi odori arrivano direttamente a mare, dove dovrebbe crescere la rigogliosa posidonia mediterranea.
Quando le correnti sono forti i liquami e tutto ciò che riesce a passare dalle griglie in meno di un’ora ce la ritroviamo sulle spiagge. Devo ricordare all’Avvocato Arnone che può essere maestro di norme giurisprudenziali, ma di fatti di mare si lasci consigliare chi vive il mare, per sua conoscenza tutte le correnti presenti sotto il basso fondo e siamo già a tre miglia dalla costa , sia che provengono dallo Scirocco o dal Ponente, portano irrimediabilmente a riva, solo ad una batimetria superiore ai cinquanta, le correnti corrono quasi parallelamente alla costa, ma per trovare 50 metri di fondali dobbiamo arrivare quasi a sei miglia dalla costa.
Poi vorrei fare una considerazione agli organi competenti, tutti i depuratori del mondo nella lavorazione delle acque producono residui tossici, che vanno smaltiti con procedure speciali, visto che il pennello, a detta dell’avvocato Arnone, fa una depurazione di primo livello, non capisco cosa vuol dire, sicuramente la società sarà in possesso dei formulari, obbligo di legge, per smaltire i residui, che secondo me sono in quella carriola oggi coperta da un telo bianco che raccoglie i residui. Se fate una scommessa con voi stessi quella carriola prima scoperta sta li per giorni e giorni, ogni tanto cade una specie di prodotto triturato.
E noi cittadini dobbiamo ammuccarci che i residui tossici di 30.000 abitanti stanno dentro una carriola??, ecco dove la magistratura deve andare a controllare, perché solo Arnone deve dare indicazioni all/mo sig Procuratore, anche noi semplici cittadini vogliamo contribuire nel nostro piccolo alla risoluzione dell’inquinamento, se gli inquirenti trovano i formulari per lo smaltimento dei rifiuti tossici derivati dalla depurazione, vuol dire che l’impianto funziona perfettamente e forse nei termini di legge, se al contrario non esistono formulari a ditte specializzate per lo smaltimento dei rifiuti tossici vuol dire che nel mare mediterraneo va a finire FOGNA ALLO STATO PURO.
Saluti Pescasportivo
….Sebastiano Di Francesco, tutti in concorso tra loro, per avere procurato – a far data il Rizzo e il Platamone dal 1987 e sino ad oggi, gli altri ognuno per i periodi di competenza e,….
Egregio direttore , l’ing.DI FARNCESCO é stato dirigente all’urbanistica e non dei lavori pubblici .