Con oltre il 50 per cento dei comuni scrutinati – scrive Calogero Miccichè coordinatore della feder. pro. di Sinistra ecologia e libertà – si registra il 58 per cento della partecipazione al voto quasi uniformi per i quattro quesiti che riguardano due sull’acqua, e quello sul nucleare e quello del legittimo impedimento, superando anche la media nazionale. E’ senza dubbio una risposta del popolo della martoriata provincia agrigentina, la quale ha dimostrato una grande maturità democratica di partecipazione che è andato oltre il nostro ottimistico auspicio, e forse alla fine supereremo la media nazionale, tenendo conto della massiccia astensione di Lampedusa per le note e comprensibili vicende sull’immigrazione. Questo eccezionale dato la dice tutta sulla consapevolezza del popolo agrigentino di aversi espresso e compreso nel merito e per il significato anche politico di questa tornata referendaria che va oltre il merito dei quesiti posti, fermo restando che il quesito sull’acqua ha avuto un suo maggiore impulso. Mentre il dato definitivo della città di Agrigento che si attesta attorno al 55 per cento è senza dubbio un fatto di grande significato di partecipazione senza pari per una città spesso additata a simbolo della rassegnazione. Questo significa che anche la città di Agrigento si è svegliata dal lungo oblio nella quale è stata cacciata da una classe politica inconcludente, quindi a nostro avviso questo è sintomo di una speranzosa rivincita di questa città la quale si spera quanto prima si riappropri del proprio futuro.