di Agostino Spataro
Difficilmente, dal voto amministrativo di domenica e lunedì prossimi potranno venire indicazioni di conferma o di smentita dell’attuale, incerto quadro politico regionale.
Chi aspetta il voto per motivare richieste di verifica e/o di nuovo governo alla regione resterà deluso.
Basta vedere gli apparentamenti nei 27 comuni chiamati al voto, compresa Ragusa, tutti in difformità rispetto alle posizioni, di maggioranza o di opposizione, dei partiti all’Ars, per dedurne che sará un test sostanzialmente inutile che, invece di chiarezza, porterá altra confusione.
Il problema non nasce solo dall’esiguità del campione, ma soprattutto dalle vistose anomalie dei comportamenti elettorali locali, in taluni casi davvero clamorose.
Certo, in consultazioni locali è ammessa una qualche flessibilità, ma senza contraddire le linee strategiche e di alleanza dei partiti.
Purtroppo, tali contraddizioni sono evidenti anche in comuni importanti: da Vittoria a Favara, da Ragusa a Porto Empedocle dove- come vedremo- si è dato vita ad una vera ammucchiata.
I partiti, i loro più titolati esponenti sembrano allo sbando, non riescono a controllare, a orientare i gruppi dirigenti locali sempre piú insubordinati.
Diverse sono le cause che influiscono su tali comportamenti. L’esempio che più pesa proviene dalla regione, dallo scardinamento del sistema partitico che ha innescato una spinta ribaltonista, destrutturante che esalta i particolarismi e stuzzica gli appetiti a livello locale.
Il fenomeno riguarda un po’ tutti, con maggiore o minore intensità. Si va dal Pd, che peró in alcuni comuni preferisce aggregazioni tipo Milano, all’on. Cateno de Luca il quale in diversi comuni si é alleato con i governativi del Mpa e del Pd salvo poi mettere in circolazione un vieo di propaganda li stramaldice, da da “siciliano vero” chiede un voto per “mannarili tutti a casa”, s’intende i suoi alleati governanti.
Tuttavia, la palma del partito più incoerente spetta al MpA del governatore Lombardo il quale mentre denuncia il complotto, le rappresaglie degli ascari del Pdl, del Pid, di Forza del Sud contro la sua giunta e la Sicilia, benedice accordi elettorali e di governo con i rappresentanti locali di quest’ascarismo.
Fino al punto d’inviare i suoi assessori “tecnici” a sostenere, con inopportune dichiarazioni di disponibilità, candidature targate Mpa contro quelle del PD che si sta svenando per assicurare la sopravvivenza della giunta Lombardo.
E’ successo a Vittoria, ma anche a Favara, dove il candidato sindaco Mpa, per altro ex dirigente storico del Pci e del Pds, è appoggiato da ben sei liste tutte di centro- destra: dal Pdl al Pid a Forza del Sud.
Anche per quanto riguarda il personale politico proposto, nulla di nuovo in questa tornata elettorale: riemergono, da oscuri meandri, personaggi riciclati, disponibili a tutte le infornate, provenienti dalle due principali tradizioni politiche italiane: la Dc e il Pci ossia due partiti morti che andrebbero piú rispettati almeno dai parenti piú intimi.
Evitando, cioé, queste piroette e cambi di casacca per vestire ambizioni frustrate, smodate che- si spera- non saranno premiate dagli elettori.
Intorno a questi aspiranti a sindaco preme un sfilza di liste zeppe di giovanissimi candidati a digiuno di politica e di amministrazione.
Una nuova primavera della politica? Parrebbe proprio di no.
La gran parte sono figli d’arte, di padri inquieti e previgenti i quali sanno che con un gruzzolo di preferenze potranno aspirare a un seggio in consiglio e sperare d’aprire una delle cento porte del potere.
Come detto, il culmine di questa pratica trasformistica è stato raggiunto a Porto Empedocle, città di Pirandello e di Andrea Camilleri il quale, saggiamente, ha rifiutato l’offerta di assessore propostagli dal sindaco Calogero Firetto che, anche nella veste di coordinatore provinciale dell’Udc, pensava di fare il pieno di voti e di celebrità .
Infatti, a parte Camilleri e Idv, sono tutti con lui in questa facile battaglia, benedetta dall’Enel e sostenuta da ben otto liste (su nove): Pd, Fli, Forza del Sud, Udc, Sicilia Vera, MpA, più due civiche. Mancano il PdL, qui assorbito da Forza del Sud dell’on. Cimino, e il Pid mai nato nella città di Firetto.
Insomma, dopo Ribera, dove col sindaco Udc, Carmelo Paci, si sono schierate tutte le forze politiche, è la volta di Porto Empedocle, dove l’unica lista che si contrappone è quella di Idv.
Ma che succede? I partiti appaiono come estenuati, rinunciatari, esasperatamente consociativi. In entrambi i casi, l’Udc è riuscita a calamitarli verso il centro. Per la gioia di Firetto, sempre più smagliante di luce angelica, che vede qusta ampia confluenza come il calco per un futuro “accordo politico nazionale”.
Una nuova tendenza o una grande ammucchiata?
Spero sia solo un’ammucchiata paesana, se fosse una tendenza saremo di frone a qualcosa di patologico che potrebbe preludere alla fine della politica.
Spataro Agostino
questa è la fine della politica!!!! tutto dentro un gran calderone…nessun ideale, nessun partito ma solo
“minestra riquariata”!
Il dramma nasce dall’inconsistenza ideale dei partiti. Tutte queste forze politiche provengono dall’aggregazione o dalla disgregazione di centri di potere per crearne altri in sostituzione dei primi. La politica trascorsa portava a distinguere la destra, la sinistra, il centro anche come potenziali elettori. Oggi quali ideali mettono insieme Berlusconi e Bossi? Il primo ha come interlocutori ed è portatore di interessi degli imprenditori e del capitale; Bossi invece appariva più un capopolo a tutela degli interessi operai in sostituzione dei partiti di sinistra di cui ha preso il posto al nord. La cosa assurda è che venendo meno la spinta ideale, con la creazione di centri di interesse contrapposti, vengono meno tutte quelle garanzie che rendono democratico uno Stato. Il welfare, la scuola, la sanità, la giustizia, ecc. vengono considerati solo dei centri di spesa e quindi vengono decurtati di risorse, a scapito di quei ceti che li utilizzano e, paradossalmente, votano destra.