Un articolo di Alida Amico, sul settimanale Centonove
“Salvatore Olivieri, catanese, dal settembre del 2009 è direttore generale all’Asp di Agrigento.Ed è uno dei pochi manager della sanità made in Sicilia – grazie ad una lunga esperienza maturata in “trincea” fin dagli anni 60’ prima come dirigente dell’ex Inam e poi, con l’avvento delle Usl, nella gestione di svariate aziende sanitarie della Sicilia – che vanta un pedigree in cui la competenza si coniuga con la puntuale conoscenza delle problematiche del mondo sanitario siciliano. Di poche parole, schietto ma attivissimo, appassionato al suo lavoro – tant’è, che ha scelto di abitare ad Agrigento, anziché fare la spola con Giarre la sua città, come fanno regolarmente tanti altri suoi colleghi dirigenti di Asp – Salvatore Olivieri, è sempre stato un infaticabile manager con un “chiodo fisso” in testa: difendere il patrimonio delle aziende sanitarie che ha diretto.
Il “tesoro” dell’Asp. Lo scorso mese di dicembre, fu lui a fare scoppiare il “bubbone” dei tanti beni immobili dimenticati – e per tanti lustri mal gestito dalla sanità agrigentina – nel corso di un convegno sulla “Giornata della Salute” svoltosi nella città dei Templi, alla presenza dell’assessore regionale Massimo Russo ( che poi preannunciò l’avvio di una ricognizione dei beni in tutte le altre aziende sanitarie dell’isola). Olivieri, nel suo intervento, aveva alzato il velo sull’ enorme patrimonio di proprietà dell’azienda sanitaria agrigentina – costituito da circa 200 immobili ( appartamenti di lusso, terreni e palazzi, sparsi tra la Sicilia ed il resto d’Italia) – del valore di svariati milioni di euro, completamente dimenticato dalle precedenti gestioni sanitarie.
Olivieri come Sherlock Holmes. Appena insediato all’Asp, a fine 2009, per prima cosa, Salvatore Olivieri diede l’incarico ad una professionista licatese, molto esperta nel campo, l’avvocatessa Marcella Peritore, di andare a “scovare” tutti i beni patrimoniali di cui si erano perdute le tracce. Affittopoli. La gran parte dell’ingente patrimonio, ereditato dalle precedenti gestioni sanitarie – che l’avevano ricevuto nel corso degli anni, dai lasciti dalle famiglie nobili e possidenti siciliane – dopo la riforma è poi confluito nelle Ausl (e quindi nelle odierne Asp). Ma è un patrimonio “fantasma”, dilapidato…
Cause contro detentori illegittimi. Altro “tesoretto” ignoto ai più – e scovato dallo Sherlock Holmes della sanità siciliana – è il palazzo a 3 piani di fine Ottocento, in piazza Marina a Palermo. Un lascito per svariati milioni di euro, del defunto cavaliere Giuseppe Giambalvo (rampollo di una ricca famiglia di Menfi). “Stiamo andando in Cassazione – spiega il direttore generale dell’Asp Olivieri – per fare valere il nostro buon diritto di proprietà…” Mentre a Sciacca, ci sono donazioni fatte all’ospedale saccense…
Molti beni, vengono trafugati, con qualche escamotage giuridico. “Abbiamo scoperto contratti di vendita – rivela Salvatore Olivieri – fatti in studi notarili, con dichiarazioni unilaterali, di avvenuta usucapione, anche se poi si sa che non è così…”
I nuovi poliambulatori. Le somme che il direttore generale dell’Asp Olivieri riesce a recuperare, poi le investe. “Servono per attrezzare tecnologicamente un territorio – rileva – che finora non ha avuto niente. Abbiamo aperto il nuovo Poliambulatorio a Favara, che è meraviglioso…
Trasloco da via Esseneto. “Tra pochi giorni – anticipa Olivieri – trasferiremo l’ambulatorio di Via Esseneto ad Agrigento…
Il vecchio ospedale “rubato”. Meno di 800 metri, quelli destinati invece all’odierno poliambulatorio. “Eppure vi si potrebbe realizzare un centro di diagnostica – immagina il dottor Olivieri – altamente qualificato…
“Ho sempre dato grande importanza, non solo economica, ma anche strategica al patrimonio delle aziende che ho diretto. Perché lasciare alla deriva un patrimonio così consistente, che se perfettamente amministrato o convertito in altre risorse, può avere delle ricadute positive e sollevare di tanto i livelli assistenziali?” La pensa così, il direttore generale Salvatore Olivieri…
Quando nel 2002 venne nominato direttore generale all’ospedale S. Elia di Caltanissetta, trovò nel patrimonio dell’azienda ospedaliera nissena, parecchi gioielli, collane, bracciali, anelli, orecchini. Tutti lasciti dei benefattori abbienti, quando il sistema sanitario era gestito dal clero ed Opere Pie…”.
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