Gela – Si tratta di Carmelo Massimo Billizzi, 41 anni. La notizia si è appresa a Caltanissetta durante un’udienza del processo d’appello Munda Mundis al racket che per 10 anni, dal 1996 al 2006, ha taglieggiato le aziende appaltatrici del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Gela.
Billizzi, che è uno degli imputati, ha comunicato alla Corte di avere cambiato avvocato e di avere affidato la propria difesa a uno dei legali che assistono i ‘pentiti’. La scelta è giunta nel giorno del diciannovesimo anniversario della strage di Capaci. Ritenuto a lungo luogotenente dello scomparso Daniele Emmanuello, Carmelo Billizzi, ha un nutrito curriculum penale ricco di incriminazioni e di condanne per estorsione, rapina, detenzione di armi e associazione mafiosa. Nella recente operazione antimafia Tetragona gli è stato notificato un ordine di custodia cautelare per presunti traffici illeciti tra Gela, la Liguria e la Lombardia dei clan Emmanuello e Rinzivillo. Nella sua nuova veste di ‘collaborante’ dovrebbe deporre il prossimo 15 giugno al processo d’appello Munda Mundis.
La scorsa settimana, a conclusione di una prima fase di complesse indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Caltanissetta e dalle Squadre Mobili di Varese e Genova e dal Commissariato Ps di Gela, era scattata un’articolata operazione di polizia giudiziaria, con l’esecuzione di sessantatre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di soggetti mafiosi appartenenti alla consorteria criminale mafiosa della stidda e di Cosa nostra gelese (gruppo Rinzivillo ed Emmanuello) che operavano tra il Nord Italia (Busto Arsizio-Varese e Genova) e Gela.
Accuse che vanno dal reato di associazione mafiosa, al traffico di sostanze stupefanti estorsione aggravata consumata.
Contestualmente agli arresti, richiesti dalla DDA, il Questore di Varese ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale altre 6 misure di prevenzione a carico di esponenti della famiglia mafiosa gelese, legati al gruppo Rinzivillo.
63 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della locale DDA, di cui 27 nei confronti di soggetti in libertà e 36 nei confronti di soggetti detenuti, tra questi, Billizzi Massimo Carmelo, in atto detenuto a Cuneo;
Le indagini, durate tre anni, sono riuscite a mettere a fuoco la complessa e variegata realtà della famiglia gelese di cosa nostra e le sue ramificazioni in Lombardia e Liguria (più precisamente nel Varesotto e a Genova), riconducibile alle due famiglie, da sempre antagoniste, Rinzivillo ed Emmanuello, entrambi facenti capo al boss Piddu Madonia, catturato nel 1992 in provincia di Vicenza ed attualmente detenuto.
Le indagini, hanno permesso di ricostruire l’organigramma ed i principali eventi criminali del sodalizio mafioso di cosa nostra di Gela.
Oltre agli esponenti di Cosa Nostra di Gela, tra gli arrestati vi sono anche 5 elementi della Stidda gelese, accusati di essere gli autori di alcune estorsioni in danno di imprenditori locali.
Billizzi, ritenuto esponente di spicco di Cosa Nostra nissena, potrebbe aiutare gli investigatori a far luce su episodi legati a Cosa nostra agrigentina.
gjm
La prima cosa giusta che fai nella tua vita……
Speriamo che alla fine la giustizia trionfi