Una interrogazione indirizzata al Presidente della Regione, all’Assessore regionale dell’istruzione e della formazione professionale ed all’Assessore regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro. Il contenuto dell’iniziativa, sottoscritta dal deputato Giacomo Di Benedetto, riguarda gli sportelli multifunzionali, attivati, con decreti, dal dirigente dell’Agenzia Regionale per l’impiego, l’orientamento, i servizi e le attività formative. In particolare l’accento è posto su alcuni diritti, non riconosciuti, ai lavoratori. “L’Autorità Audit, chiamata in causa sulla questione dall’Agenzia, ha sottolineato – precisa l’onorevole Di Benedetto – che ha competenza nei documenti di attuazione del FSE ad esplicitare e chiarire l’ammissibilità a finanziamento di tutte le voci contrattuali, evidenziando – al contempo – che taluni istituti, previsti dal contratto di lavoro della formazione professionale, non gravano sul datore di lavoro, bensì su soggetti diversi e, pertanto, non rimborsabili. Per di più, l’Autorità di Gestione del FSE, con decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dell’istruzione e della formazione professionale 17 dicembre 2010, integrava, all’art. 2 il vademecum per l’attuazione del POR Sicilia FSE statuendo, tra l’altro, che “i costi del personale devono essere pertinenti alle attività dell’operazione finanziata. Gli emolumenti ad personam, tra i quali rientrano anche la maternità e il congedo matrimoniale, non costituiscono spesa ammissibile al finanziamento. Tale statuizione, che non interviene soltanto per gli sportelli multifunzionali ma per tutti gli interventi finanziati con risorse comunitarie o con FAS – osserva il parlamentare agrigentino del Pd – comporta evidentemente la violazione di diritti costituzionali e contrattuali: diritti sindacali (permessi, diritto di partecipazione alle assemblee ecc.) diritti elettorali (permesso per partecipare all’espressione del voto, ovvero rappresentante di lista o membro del seggio elettorale), ed ancora diritti socio assistenziali (pagamento primi tre giorni di congedo per motivi di salute, tutela della maternità e dell’infanzia, assistenza ai familiari portatori di handicap grave ex legge 104) per non fare riferimento alle disposizioni contrattuali. Quindi va da sé che questa disposizione viola la Costituzione Repubblicana e segnatamente l’ultimo comma dell’art. 39, nella parte in cui prevede l’efficacia obbligatoria dei contratti collettivi di lavoro. E allora mi è sembrato doveroso e opportuno – conclude l’onorevole Di Benedetto – capire, attraverso questa interrogazione, quali iniziative intende adottare il governo siciliano al fine di tutelare i diritti dei lavoratori e di conoscere analiticamente le spese definite ad personam e la disposizione comunitaria che non ammette a finanziamento le predette spese”.