Tra CIA ed ex KGB, affari internazionali e affari personali, la radiografia di un governo fantoccio che può ingannare solo gli italiani
Non è facile parlare di comunismo sovietico, per almeno un paio di motivi. Il primo, che il comunismo regna ormai solo nell’immaginario collettivo, agitato artatamente come spauracchio da chi avrebbe voluto incarnare Stalin. Il secondo, perché non esiste più l’URSS.
Ma di una “nuova Russia” che riconosce nel leader – un ex KGB – Putin e dei suoi soci in affari, di questo si può, e si deve, parlarne.
Scoppiata la guerra in Libia – la missione “Odissea all’alba” non può essere definita diversamente -, si apre il dibattito sui tanti perché, sui possibili interessi occidentali, sul coinvolgimento di servizi segreti (CIA) che avrebbero pilotato la rivolta.
Vero o falso? Probabilmente tutto vero.
Vogliamo meravigliarci del fatto che gli americani – così come i francesi, gli inglesi e altri -, si stanno curando solo dei loro affari, impedendo alla Russia di diventare la prima potenza al mondo nel settore dell’energia – in particolare gas e petrolio -,
Qualcuno si meravigliò forse dell’aiuto russo a Gheddafi, nell’addestrare uomini (compreso il figlio Khamis, ritratto al centro nella foto in divisa russa, prima che divenisse comandante della famigerata brigata che porta il suo nome), delle forniture di armi, dei silenzi, se non della complicità, nell’eliminare fisicamente e in maniera crudele i dissidenti?
Nessuno, compreso coloro che oggi parlano di interessi occidentali, ha mai fatto cenno agli interessi russi, e, ancor peggio, a quelli italiani.
Tutti sembriamo aver dimenticato gli ’affari italiani’ nel campo dell’energia, al fianco di Putin e di Gheddafi.
Affari in danno dei nostri ’alleati’, che pubblicammo ancor prima delle rivelazioni di WikiLeaks, e che non potevano non suscitare reazioni da parte degli Stati Uniti e di quelle nazioni che a loro sono veramente alleate.
A partire dalla partecipazione di Gazprom in SeverEnergia (60% Eni e 40% Enel).
Eni ed Enel hanno ceduto a Gazprom il 51% del loro consorzio Severenergia che è diventa così la prima società italo-russa ad operare nei giacimenti della Siberia occidentale, regione dove viene prodotto il 90% del gas, all’aggiudicazione da parte del gruppo italiano di alcuni assett della Yukos, che permette di entrare in gioco nella produzioni di idrocarburi nella penisola dello Yamal, per finire all’accordo a doppio binario, quello con Putin, che va dal contratto per la produzione di un super jet 100, alle commesse a favore di Finmeccanica nel settore delle ferrovie e degli elicotteri e nel settore delle comunicazioni, alla realizzazione del gasdotto South Strem, destinato a portare in Italia il gas dei giacimenti russi, all’ultimo affaire filorusso, l’accordo Eni, Gazprom, Gheddafi, stipulato pochi giorni prima della rivolta in Libia.
Berlusconi non poteva accettare i diktat dei paesi NATO – questa la giustificazione data dal premier -, ma, in compenso, poteva accettare benissimo le condizioni poste da due esempi di democrazia, quali sono Putin e Gheddafi.
Tra un baciamano e qualche “bunga bunga” in dacia russa, l’Itali ha fatto le sue scelte.
Di cosa meravigliarsi se durante il summit di Parigi, siamo stati messi alla porta? La nostra presenza, sarebbe stata fuori luogo, e anche in questo caso per almeno un paio di valide ragioni. La prima, avrebbero dovuto dialogare con il socio di Gheddafi e Putin, e tanto sarebbe valso far accomodare allo stesso tavolo il Colonnello, anziché il Cavaliere. La seconda, l’argomento non era Ruby, Noemi o qualche ministro dalle ‘indubbie qualità’, bensì quello più serio, che riguardava gli affari e le guerre.
Tutti argomenti ai quali nessun contributo avremmo potuto portare.
L’ultimo comunista filosovietico, ha dalla sua un po’ di nostalgici del regime fascista – che non hanno vissuto -, del quale spesso sconoscono anche la storia; i residui di quella che fu la tanto deprecata prima repubblica; affaristi,veline, starlette ed escort di ogni tipo, colore e misura.
All’opposizione, o pseudo tale, anche lì, i rimasugli di una prima repubblica e un po’ di arrivisti, affaristi e pseudo comunisti, che di comunisti non hanno più nulla e che, in ogni caso, non si sarebbero potuti riconoscere nel premier, posto che il comunismo italiano non era certamente quello sovietico.
Mentre Berlusconi continua ad accusare chiunque la pensi diversamente da lui, di essere ’comunista’, nessuno dei suoi simpatizzanti sembra essersi accorto in questi anni che gli unici amici degli italiani erano Putin e Gheddafi (oltre qualche altro criminale del calibro di Thaci e Djukanovic).
La CIA dietro i ribelli libici? Forse. Ma accanto Gheddafi chi? L’ex KGB, il Cavaliere del ‘bunga bunga’, alcune migliaia di mercenari prezzolati, i famigerati ‘berretti rossi’ serbi e un po’ di criminali provenienti da mezzo mondo.
Cosa è meglio per il popolo libico? Se Gheddafi avesse la maggior parte della popolazione dalla sua, perché avrebbe impedito elezioni democratiche? Perché annegare in un bagno di sangue le proteste pacifiche? Perché avvalersi di migliaia di mercenari per massacrare la gente? Dov’è quel popolo che gli vuol così tanto bene?
Qualcuno sostiene che siano solo fatti interni alla nazione. Che la Libia è una nazione sovrana. Che i ribelli sono una minoranza strumentalizzata dalla CIA.
Avremmo detto le stesse cose se in Italia le manifestazioni del ‘popolo viola’ fossero state sedate a colpi di mitra? Abbiamo detto la stessa cosa per quello che accadde alla Diaz durante il G8? Accetteremmo passivamente che cortei di protesta venissero sciolti con l’utilizzo di carri armati? Ci saremmo chiesti cosa o chi ci poteva essere dietro i dimostranti, o avremmo condannato l’uso della forza per sedare pacifiche manifestazioni di protesta?
Cosa sia meglio per il popolo libico non lo sappiamo, ma sappiamo benissimo in quale situazione è venuta a trovarsi oggi l’Italia.
Soci di Putin, abbiamo tradito colui che avevamo baciato (ricordate Giuda?), restando servi ‘infedeli’ di quel colonialismo americano che in molti detestano.
Servi ai quali adesso toccano gli avanzi e la mortificazione di essere lasciati fuori dalla porta quando ci sono da prendere decisioni importanti.
Basterà baciare il culo ad Obama e far ridere un po’ il mondo con le battute sul ‘bunga bunga’ o altre boutade del genere, per far sì che dalla cuccia in giardino si possa passare allo scendiletto del padrone?
Difficile. Né gli americani, né tantomeno Gheddafi, secondo come si metteranno le cose, potranno mai dimenticare…
Qualunque cosa accada, l’asse Putin-Gheddafi-Berlusconi è ormai compromesso, e l’Italia ha perso definitivamente la propria credibilità – se mai ne ha avuta una – agli occhi del mondo…
Il ‘comunismo sovietico’ è ormai estinto. All’Italia resta il triste primato di averne ospitato l’ultimo esemplare…
Gian J. Morici
non dubitavo di questa analisi interessante … ma discutibile !
ciao roberto