Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – pubblica, questa settimana nel numero 12, in assoluta esclusiva, la terza puntata delle intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate all’interno del municipio di Agrigento e non solo, nell’ambito di una serie di inchieste giudiziarie che sono tuttora in corso. Gli argomenti sono interessanti. Anche la politica finisce sotto l’occhio e l’orecchio della magistratura. L’articolo di punta di questa settimana è dedicato ad una vicenda che sembrava sepolta e che invece è di grande attualità perché attualissima è una decisione del giudice civile del Tribunale di Agrigento (tre marzo scorso) che scrive una pagina di verità sul crac della Banca di Girgenti (rilevata poi dalla Credem) che negli anni 90 fece tanto scalpore e che portò in carcere illustri (allora) imprenditori come l’attuale editore di Teleacras, Giovanni Miccichè. Il giudice civile (Massimo Donnarumma) dovrebbe decidere se ai commissari liquidatori della Banca di Girgenti spetta o meno un risarcimento pari ad oltre 84 miliardi di vecchie lire, ossia il danno subito dall’istituto di credito per la bancarotta degli anni 90. Miccichè è tra quelli che dovrebbe risarcire. E, tra le pagine della sentenza, che tuttavia sospende ogni decisione in attesa di un pronunciamento della Suprema Corte, si legge anche che l’editore di Teleacras ha donato (nel tempo) alla moglie ed ai figli i suoi beni con il chiaro intento di non esporli al sequestro. Attività che non è passata inosservata al punto che i commissari liquidatori hanno chiesto al giudice di revocare gli atti di donazione. Il resto della storia, nei minimi particolari, nelle pagine 1 e tre di Grandangolo in edicola domani. Sul fronte mafia interessanti sono gli articoli originati dalle confessioni del collaboratore di giustizia ed ex boss mafioso, Calogero Rizzuto che spiega per filo e per segno l’estorsione compiuta dalla mafia ai danni della società Rocco Forte che a Sciacca ha realizzato un imponente golf resort. Rizzuto lancia un sospetto: un uomo politico potrebbe aver fatto da tramite tra Cosa nostra e la multinazionale inglese. Numerosi i pezzi di politica con i quali si racconta l’attuale situazione amministrativa al Comune ed alla Provincia. Su questo tema l’intervistona di Diego Romeo a Giovanni Barbera, segretario agrigentino PdL. Da non perdere un commento scritto in punta di penna dall’ormai noto Attila, dal titolo eloquente: “Da Lombardo a… Lombardozzi”