Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi dichiarino tale maxi-rimboschimento di “pubblica utilità”, e fermino ogni ditta che stia guardando a quei suoli per desertificarli con immense morte distese di specchi fotovoltaici!
Alla Provincia di Brindisi, al Comune di Brindisi, alla Regione Puglia, al Ministero per l’Ambiente e ad ARPA Puglia, il Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino, chiede con urgenza di intervenire a sospensione delle ipotesi di ubicare impianti fotovoltaici al suolo sui terreni interdetti all’agricoltura tutt’attorno alla Centrale termoelettrica Federico II di Cerano, al suo carbonile, e attorno al lungo nastro trasportatore del carbone, e di procedere alla piantumazione di un’immensa distesa di Querce da sughero, ripristinando e attuando, così, l’originaria proposta virtuosa avanzata dalla stessa Regione Puglia per quei suoli, inadatti alle produzioni agricole alimentari, in virtù della presenza della centrale termoelettrica.
Questo progetto fu addirittura esposto, incontrando come ovvio enormi consensi, da funzionari dello stesso Servizio Foreste della Regione Puglia, in occasione di un convegno-seminario che si tenne a Brindisi il 26 febbraio del 2009, presso l’Auditorium della Biblioteca Provinciale di Brindisi, intitolato “La sughera nel territorio di Brindisi: aspetti storici, ecologici, ambientali e produttivi”. La Quercia da sughero (Quercus suber L.) è una pianta autoctona salentina, in particolar modo diffusa proprio nella piana brindisina. Il virtuoso progetto mirava, da un lato, a rendere quei terreni produttivi, attraverso la produzione di prodotti quali il sughero, non legato all’alimentazione e richiestissimo dal mercato, per la coibentazione degli edifici e per molteplici altri usi, dall’altro lato, avrebbe permesso la creazione di un’immensa fascia di protezione verde intorno alla Centrale di Cerano e alle altre inquinanti industrie a sud della Città di Brindisi, e tra questi “punti caldi” di emissioni nocive e i vicini centri abitati, quali quello di Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Tuturano e di Brindisi città. Un immenso polmone verde che avrebbe certamente aiutato a migliorare la gravissima situazione ambientale, dell’aria in particolar modo, a carico dei brindisini, facendo da gigantismo vivo filtro verde.
L’ubicazione di impianti fotovoltaici industriali ovunque nel Salento, come ai piedi del camino della Centrale di Cerano, sappiamo ormai fin troppo amaramente tutti quanto non sia volto a ridurre l’uso dei combustibili fossili bruciati nelle centrali pugliesi! Le menzogne, che erano volte a presentare le speculative energie rinnovabili industriali come volte a ridurre l’uso di petrolio, del carbon fossile e del gas, come fonti di energia, si sono palesate quanto i cittadini hanno scoperto che la forte molla, che portava a iper-investire in questi impianti falso-green, era il mega-incentivo intascabile, e pagato con bollette elettriche esorbitanti, le più alte al mondo, dagli stessi cittadini beffati; ma non solo. La gravità dell’aberrazione del meccanismo speculativo messo in piedi dalla Green Economy Industriale si è compresa alla luce del meccanismo dei cosiddetti “certificati verdi”, titoli negoziabili che lo Stato concede a chi produce energia rinnovabile, e che questi ultimi beneficiari possono vendere esosamente alle ditte che bruciano combustibili fossili, che sono tenute a comprarli, o ad acquisirli esse stesse, per poter continuare a bruciare proprio i combustibili fossili; dunque oltre l’inganno la beffa, gli chiamano strumentalmente “certificati verdi” in maniera mistificatoria, e sono invece pure autorizzazioni ad inquinare e ad alterare il clima!
Questo basti per chiedere a tutti i politici coinvolti di dichiarare di “nessunissima pubblica utilità” il fotovoltaico con pannelli ubicati al suolo, che crea anche danni paesaggistici gravi e di sottrazione di terreni coltivabili, naturali o riforestabili! Invece sin ora si son dichiarati gli impianti industriali d’energia rinnovabile, volti alla vendita della corrente elettrica prodotta, di “pubblica utilità”, procedendo così anche a criminali espropri coatti di terreni privati ai fini della speculazione devastante di questa mala Green Economy Industriale! Chiediamo loro di impegnarsi invece nel favorire l’ubicazione dei pannelli fotovoltaici solo e soltanto sui tetti di edifici e strutture recenti a partire dai capannoni industriali, fino ai tetti delle case residenziali, superfici queste estesissime inutilizzate e biologicamente morte, secondo il modello virtuoso e democratico, di nullo impatto ambientale di conseguenza, della auto-produzione, scambio ed auto-consumo in loco dell’energia prodotta, con conseguenti bassissime perdite d’energia nel trasporto trasporto; un modello opposto al modello monopolistico di “furto delle energie rinnovabili” rappresentato dai grandi impianti avallati ed autorizzati sin ora dalla Regione Puglia!
Con la costituzione dell’enorme polmone, filtro verde, tutt’attorno a Cerano, i locali contadini, oggi senza possibilità da alcuni mesi di coltivare quelle loro proprietà per un’ordinanza, non verrebbero così allontanati dalla terra, ma aiutati e incentivati, potrebbero continuare a gestire e curare quei suoli riforestati, divenendo produttori di sughero e legname. Alle Querce da sughero si potrebbero accompagnare altre essenze forestali con funzione fitodepurante e di asportazione degli inquinanti presenti dal suolo!
Un bosco inoltre permetterebbe di catturare davvero la CO2 emessa da Cerano, con un contributo dunque vero al clima e ai fini del Protocollo di Kyoto e non menzognero come è per la speculazione catastrofica del fotovoltaico industriale. Sarebbe certamente un intervento ben più utile dei discutibili e dispendiosi progetti di incerta efficacia di “cattura” delle CO2 emessa a Cerano e stoccata, si fa per dire, sotto-terra in altre località! Meglio sarebbe per tutti, per il pianeta, e per la serietà scientifica, piantare, con quei contributi pubblici sottesi a questi incerti e non risolutivi progetti pseudo-sperimentali, immensi boschi ovunque!
Chiediamo pertanto di dichiarare di “pubblica utilità” la costruzione di questa fascia verde boschiva a Quercia da sughero su quei suoli, da parte dal Sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti, massima autorità sanitaria locale, e comprendendo in questo impegno saggio e coscienzioso il Presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, e il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola!
I Brindisini già vessati da cotanto danno alla salute hanno diritto a non essere ingannati ancora una volta!
Non possiamo condannarli a guardare la loro piana brindisina, già offesa da indesiderate ciminiere, con alieno orripilante terrore, voglia di fuggir via e senso di oppressione e soffocamento, come sarebbe se venisse tappezzata di specchi, tanto da divenire torrida d’estate, privata del suo manto erboso, desertificata artificialmente! Quali conseguenze il danno microclimatico avrebbe nell’incremento dello stato di insalubrità di quel contesto? Ci chiediamo!
Donare la verde foresta di Sughere ai Brindisi e a tutti i salentini, è il minimo che questa nostra attuale classe dirigente possa fare per i suoi elettori! E’ un dovere istituzionale riaffermare quel progetto virtuoso di sano rimboschimento, oggi nascosto e celato, affossato, nella foga orgiastica delle energie falso-green che si è impossessata dei più alti dirigenti di questa nostra povera terra pugliese!
Info:
Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino
rete coordinativa apartitica di associazioni, comitati e movimenti del Grande Salento (province Le, Br e Ta), e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali
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