L’AMMINISTRAZIONE DI ARAGONA GARANTISCE UN CONTRIBUTO ECONOMICO
“Non spettano ai Comuni le spese per il materiale di pulizia delle scuole.”
È l’ANCI l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani a rispondere, indirettamente, alla richiesta delle mamme del Comune di Aragona.
La replica al quesito nasce a seguito di un’intervista rilasciata dal dirigente scolastico Maddalena Lattuca, nella quale dichiara di condividere la rimostranza dei genitori per la carenza di igiene del plesso scolastico frequentato dai loro ragazzi e lamenta la mancata fornitura del materiale per la pulizia da parte del Comune, che a suo dire ne avrebbe l’obbligo.
“Il tema delle competenze in materia, a dire il vero, – dichiara l’Assessore alla pubblica istruzione Filippo Gandolfo- non è di immediata comprensione poiché le norme non fanno specifica menzione della voce materiale di pulizia.”
L’obbligo delle amministrazioni comunali di farsi carico delle spese di pulizia non trova, infatti, sempre secondo l’ANCI, fonte nella Legge 11 gennaio 1996, n. 23, come “spese varie di ufficio”, e dovrebbe essere lo Stato ad assumersi l’onere di fornitura dei materiali di pulizia, dopo l’entrata in vigore dell’art. 8 della Legge 124 del 1999 che ha trasferito il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (e dunque anche il personale addetto ai servizi di pulizia) dagli enti locali allo Stato.
“La questione dell’individuazione del soggetto sul quale ricadono gli oneri per l’acquisto dei materiali di pulizia delle scuole- spiega Gandolfo- ci è stata ampiamente chiarita dall’ANCI.
Escluso l’obbligo giuridico del Comune di provvedere all’onere dei materiali di pulizia, è evidente che rispetto ad un problema d’ igieni la nostra Amministrazione non può rimanere insensibile. Non si esclude, pertanto, che in un clima di dialogo e di reciproca collaborazione tra le due istituzioni non possano nascere convenzioni che abbiano come contenuto l’erogazione di contributi per sostenere le spese per il materiale di pulizia. È ovvio che si tratterebbe di contributi volontari e non obbligatori, che, comunque, il Comune ha sempre erogato consapevole dei bisogni e delle ristrettezze di budget con cui anche le scuole, come tante altre istituzioni pubbliche, devono fare i conti”.
Gandolfo aggiunge che quest’anno il bilancio ha permesso ben pochi movimenti, poiché il Comune non ha usufruito di circa € 900.000,00 di contributi statali/regionali e di circa € 400.000,00 di introiti derivanti dalla sanatoria. Si tratterebbe quindi di € 1.3000.000, 00 in meno rispetto agli anni precedenti , e di conseguenza molti servizi non potranno essere garantiti.
L’Amministrazione non è rimasta, comunque, inerte di fronte alle richieste del dirigente e nel tentativo di soddisfarle ha inoltrato dei preventivi che per l’ammontare non potevano essere coperti finanziariamente dalle scarsissime risorse economiche disponibili.
“Pur tuttavia, consapevoli che un taglio improvviso nell’erogazione di questi fondi non sarebbe indolore, con un ulteriore sforzo, – continua Gandolfo- abbiamo provveduto a reperire piccole risorse per garantire il servizio”.
Lunedì prossimo l’assessore Gandolfo incontrerà il dirigente per discutere di questa e di altre richieste, non ultima l’ erogazione del servizio mensa per le classi prime a tempo pieno del prossimo anno scolastico.
“Anche quest’ultima richiesta- anticipa Gandolfo- trova scarse possibilità di soluzione. È ovvio che cercheremo di fare del nostro meglio per garantire i servizi già esistenti, come per esempio il trasporto degli alunni residenti nelle contrade o dei portatori di handicap, servizi ad oggi gratuiti, ma per i quali non si è detto che in futuro non si possa chiedere un contributo in base al reddito.”
Sono solide, dunque, le rassicurazioni che l’assessore Gandolfo rivolge alle mamme: l’ allarme igienico sarà presto superato.
…non ci si può esimere dal manifestare gratitudine per la tempestività con cui la amministrazione comunale, che ha sempre inteso improntare la propria azione alla massima trasparenza, attraverso il proprio ufficio stampa, ha dato immediata soddisfazione alle legittime istanze dei genitori e del Dirigente della scuola primaria della nostra Città.
Tuttavia ad amor del Vero occorre rilevare che, la posizione assunta dalla nostra Amministrazione comunale, oltre che politicamente discutibile, è assolutamente fuorviante ed infondata dal punto di vista normativo.
La problematica, come è ben noto, riguarda la mancanza di materiale per la pulizia nella scuola, che conseguentemente, ha determinato una situazione di preoccupante carenza igienico sanitaria in un ambiente frequentato da soggetti, bambini dai 3 agli 11 anni, notoriamente esposti ad infezioni, contagi etc.
La situazione, in sè e per sè, almeno per chi abbia un minimo di senso civico – quello che dovrebbe presiedere le coscienze dei Pubblici Amministratori – non si presta a disquisizioni di carattere giuridico o peggio a questioni di lana caprina del tipo “la legge non è chiara … “, “nessuna norma lo dice…” etc. Quando è in gioco la salute ed il benessere dei minori non si sta a discutere, si affronta il problema risolutivamente dandovi la massima ed assoluta priorità.
Ma purtroppo, anche in un Paese dell’era post-industriale, che abbia la pretesa di dirsi Civile, le cose non vanno sempre così: ad avviso della Amministrazione comunale, infatti, ai sensi della normativa citata nel comunicato, non vi è un obbligo giuridico del comune alla fornitura del materiale per la pulizia delle scuole. (…. chissà se ce n’è uno morale). La Amministrazione – continua il comunicato – non rimarrebbe comunque insensibile alla problematica dimostrandosi disponibile ad erogare “contributi volontari e non obbligatori” tenendo in ogni caso in debita considerazione la grave situazione di deficit finanziario in cui si trovano le casse comunali. Come dire: “…non ci spetta…, vorremmo…, ma non possiamo….”.
Che l’obbligo di fornire il materiale per la pulizia e l’igiene dei locali scolastici non spetti ai comuni è una affermazione oltre che assolutamente falsa, del tutto irresponsabile ed imprudente.
Occorre infatti osservare la vicenda da un duplice punto di vista mettendo in luce quegli aspetti normativi che i nostri Amministratori comunali, come è evidente, misconoscono.
In primo luogo si segnale che il D.Lgs. n.81 del 2008, recante norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, all’art. 18, comma 3, prevede che “Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, … la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dell’amministrazione tenuta, per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione”.
Ai sensi del medesimo testo normativo, la sicurezza dei locali e degli edifici solastici comprende, in primo luogo, la tutela della Salute, intesa come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”.
Che tale obbligo giuridico, nel caso delle scuole primaria e del’infanzia gravi sui Comuni, è espresso a chiare lettere nel D. Lgs. 112/98 cui si rinvia.
In secondo luogo, proprio con riferimento alla scuola già definita elementare, ancora più dirimente è quanto si legge all’art. 159 del T.U. in materia di istruzione n. 297/1994, a mente del quale “Spetta ai comuni provvedere … ai servizi, alla custodia delle scuole e alle spese necessarie per l’acquisto, la manutenzione, il rinnovamento del materiale didattico, … occorrenti per tutte le scuole elementari…”.
Ma, di più!
L’amministrazione comunale, nel proprio comunicato sostiene che “le spese di pulizia non troverebbe fonte nella Legge 11 gennaio 1996, n. 23, come “spese varie di ufficio”.
Anche questo è assolutamente falso!
A bacchettare amministratori apatici e svogliati, certamente non come i nostri, è intervenuto, in merito il Consiglio di Stato che, con il parere n. 1784 del 25.09.1996, ha affermato che l’espressione “spese varie d’ufficio” di cui all’art. 3 della legge 23/1996 comprende tutto ciò che serve a far funzionare normalmente una scuola, incluse le spese di pulizia che, pertanto giuridicamente gravano interamente sui Comuni.
é evidente che della problematica in questione la responsabilità morale e politica, prima ancora che giuridica, ricade sull’ente comune e sulla sua amministrazione che, sarebbe opportuno prendesse, per una volta, almeno minimamente coscienza dei propri compiti e delle proprie funzioni.
giuseppe farruggia