In un’intervista esclusiva a “Christiane Amanpour, Saif al-Islam Gheddafi, figlio del leader libico Muammar Gheddafi ed uno dei suoi principali consiglieri, ha insistito nell’affermare che la situazione in Libia è tranquilla, l’esercito non ha attaccato i civili e i diplomatici libici che hanno abbandonato i loro posti lo hanno fatto semplicemente per un ‘problema di comunicazione.’
C’è stato un “grande, grande divario tra la realtà e le relazioni dei media”, ha detto Gheddafi Amanpour. “The whole south is calm. The west is calm. The middle is calm. Even part of the east.” “Il sud tutto è calmo. L’ovest è calmo. La parte centrale è calmo. Anche parte del Medio”.
In risposta al presidente Barack Obama, che ha consigliato a Gheddafi di dimettersi e in merito al voto unanime del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di imporre un embargo sulle armi alla Libia e sollecitare le nazioni a congelare i beni libici, il figlio di Gheddafi è stato provocatorio.
“nessuno vuole lasciare questo paese. Viviamo qui, moriremo qui. Questo è il nostro paese. I libici sono la nostra gente. E per me, credo che sto facendo la cosa giusta.Non è un affare americano”.
Gheddafi nel negare l’uso della forza, afferma che la forza aerea libica avrebbe distrutto solo i siti di munizioni.
Saif al-Islam Gheddafi, ha anche descritto le proteste di massa nel suo paese che si starebbero diffondendo come una “febbre”, aggiungendo che se il padre dovesse lasciare il potere regnerebbe ovunque il caos. “Pensano che sia la libertà. Amo la libertà. Ami la libertà, ma è potente, questo terremoto. Nessuno lo può controllare”, dichiara alla giornalista.
Riguardo il voto delle Nazioni Unite con il quale si chiede il congelamento dei beni libici, Saif Gheddafi ha detto: “Prima di tutto, non abbiamo soldi fuori. Siamo una famiglia molto modesta e tutti lo sanno. Mi viene da ridere quando dicono che abbiamo soldi in Europa o in Svizzera o qualcosa del genere. Dai, è uno scherzo. ”
Amanpour ha chiesto Gheddafi dei diplomatici libici che si sono dimessi dai loro incarichi a Washington, New York e altrove.
“Noi siamo le vittime di una cattiva comunicazione. I diplomatici erano sotto l’influenza di una forte campagna di media, ben organizzata. Quindi, si sa, sono esseri umani alla fine.”
Poi continua affermando che sono dipendenti che lavorano per il governo e il resto non sono affari loro…
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