di Alessandra Grassi
Ho ancora negli occhi e nel cuore le straordinarie immagini della manifestazione organizzata ieri dalle donne di Agrigento. Tante donne ed uomini hanno riempito una piazza in una serata un po’ fredda ma riscaldata dalle PAROLE, dalle EMOZIONI, dal CUORE delle tante e diverse donne che hanno preso la parola per dire BASTA!
Avevo pensato di dare il mio contributo attraverso la lettura di una poesia ma, all’ultimo minuto, ho deciso di parlare di me e della mia storia e l’ho fatto con non poca emozione. Molti mi hanno chiesto di mettere per iscritto il mio intervento . Ho cercato di ricordare e di ricostruirlo per grandi linee. Penso che sia giusto postarlo perchè è la mia storia e, chi mi conosce sa quanto il mio essere oggi la donna che sono sia il frutto del mio passato .
“Ho aderito all’appello delle donne con la stessa rabbia, impegno e passione di sempre.
Si, di sempre perché, nonostante abbia quarant’anni, è da quando ero una bambina che partecipo alle manifestazioni in difesa dei diritti delle donne grazie a mia madre che mi portava sempre con lei e mi ha educata a quei valori che oggi cerco di trasmettere ai miei figli. E mi emoziona non poco parlare adesso dopo il suo intervento.
Avevo sei anni quando, insieme alle donne dell’UDI , mia madre mi portò a coprire tutti i manifesti dei quattro cinematografi di Agrigento che trasmettevano solo ed esclusivamente film pornografici e quella scritta, con la quale coprimmo quelle immagini, non l’ho mai dimenticata : QUESTO MANIFESTO OFFENDE LA DONNA.
Sono passati trent’anni da allora e oggi, come allora, si continua ad offendere l’immagine e la dignità della donna. Oggi, come allora, noi donne siamo costrette a scendere in piazza per rivendicare il valore della nostra dignità.
Sono qui stasera come figlia ma anche come donna, come lavoratrice, come una lavoratrice che è costretta ad alzarsi tutte le mattine alle cinque per poter organizzare al meglio la propria famiglia prima di andare a lavorare nella propria scuola , ad un’ora di distanza dalla propria città.
E, credetemi, le ragazze non sono tutte in fila per il Bunga-Bunga: le mie ragazze sono quelle studentesse alle quali cerco di trasmettere ogni giorno i valori della nostra Costituzione; sono le ragazze che si emozionano quando leggo Leopardi, o quando racconto loro la storia di Rita Atria, loro coetanea che avuto il coraggio di denunciare la mafia del proprio paese,morta a soli 17 anni; sono le ragazze che frequentano la scuola con enormi sacrifici, anche economici, perchè non tutte hanno i soldi per acquistare tutti i libri o un vocabolario, sono le ragazze che sognano per loro un FUTURO diverso, fatto di lavoro, onestà e rispetto.
Ma sono qui stasera anche e soprattutto come mamma. Insieme a me ho portato infatti mia figlia e l’ho fatto perché ho una speranza: che tra trent’anni non sia costretta a dover partecipare ad una manifestazione in difesa della sua dignità di donna! ”
sono solo belle parole. ma alla fine niente e cambiato,oggi non c’e piu rispetto di niente e di nessuno perche nelle proprie famiglie non c’e piu educazione di niente..
Non la penso come lei per quanto riguarda gli studenti, anzi credo tutto il contrario, vanno a scuola solo per esibire il loro essere ma alla fine non imparano niente, lei si lamenta che si alza la mattina alle 5 e va a lavorare a un’ora da casa sua, me mi permetta di dirle che c’e gente che come me si e trasferita dall’altra parte dell’oceano per un lavoro e faccio sacrifici che lei nemmeno lontanamente sogna…e poi voi non lamentatevi tanto avete tutto il posto sotto il sedere…chissa perche voi agrigentini vi lamentate sempre e li proprio c’e la piu alta densita di occupazione pubblica siete tutti dipendenti statali ma che volete di piu”’…i sacrifici sono altri…e la mentalita che dovete cambiare altrimenti please basta lamentarvi…una cittadina del mondo
Bel pezzo. Un De Amicis contemporaneo potrebbe inserirlo in una riedizione di “Cuore”.
Per fortuna ci sarà sempre un Franti a seppellire la retorica con una sonora risata.
Non è la gamba che hai di legno, ma la testa!
Grande Elio!
hahahahahhahahahahhahahhahahahhahahhh!!!!
Mi pare che a lamentarsi sia lei, Cittadina del mondo.
Gli agrigentini sono soliti al chiagne&fotte, ma le parole di Alessandra non sono una mera lagnanza ma una testimonianza personale.
Lei, cara Cittadina, cos’ha fatto fin’ora per la dignità della donna? E poi, chi e’? Come si chiama?
La dignità si conquista con i fatti.
Le donne che si “danno” molto facilmente (o, peggio, di contro a qualcosa), di certo, ci mettono parecchio tempo ar riconquistarla. Innanzitutto con se stesse.
Forse che si vuole evitare al mondo questo passo del gambero?
Il commento della “cittadina del mondo” palesa una manifesta insipienza oltre che un becero razzismo leghista. Qui non ci si lamenta dei sacrifici per un lavoro più o meno duro, ma della DIGNITA’ della donna che va avanti per meriti e col sudore della fronte e non con quello delle ghiandole di Bartolini.
Quello di “Gambadilegno” lascia trasparire tutta la frustrazione di chi non ha visto la sorella accettata alla corte del nano.
Cara Alessandra, sono orgoglioso – oggi piu’ di prima – di averti conosciuta e di averti come stimatissima amica. Il tuo impegno e la tua storia personale sono ineccepibili, come il tuo intervento alla manifestazione: un pezzo che ho voluto conservare tra le mie cose piu’ care. A coloro che hanno espresso commenti critici se non velenosi o ironici (gambadilegno o la pseudo-cittadina del mondo) vorrei dire che sarebbe opportuno non che ci mettessero la faccia in quello che scrivono (come fai tu); ma che almeno abbiano il coraggio di metterci il nome
Per Eta Beta: E la tua rabbia invece è così forte perchè tua madre è stata accettata?
Per Cavaleri: La storia personale. Appunto. Quella di ognuno. E non dare pagelle, non conosci tutto, tutti e tutto di tutti. Di Muzio Scevola ne è bastato uno: gli altri, tutti pessime imitazioni Made in China. E poi “garantire” per altri … suvvia, mica stiamo ad accendere mutui…
Per tutti: come al solito, per la “corte” dei benpensanti pseudosinistri, guai a dissentire: loro hanno la verità, la via, il verbo…. Mi fermo perché sento Franti che sta crepando dalle risate.