18 anni di lavoro e per ricompensa un atto d’accusa per quegli stessi crimini che lui aveva aiutato a prevenire.
Joseph Barone, 49 anni, per quasi due decenni è stato uno dei migliori informatori dell’FBI, da quando, dopo essere stato arrestato per reati minori, non iniziò a collaborare dopo che gli furono fatte vedere le foto del corpo di suo padre (Giuseppe Barone) crivellato di colpi d’arma da fuoco.
Il padre, era un uomo della famiglia mafiosa dei Genovese.
Dopo l’omicidio del genitore, Joseph decise di collaborare e vendicarsi così del grave fatto di sangue.
Infiltratosi nella mafia, dove ritennero volesse seguire le orme del padre, “JB”, questo il suo soprannome, divenne uno dei migliori informatori che l’FBI avesse mai avuto.
Con i suoi 18 anni trascorsi lavorando per l’FBI, ha superato di tre volte i sei anni del famoso agente segreto Donnie Brasco.
Centinaia di soffiate fatte nel corso di quasi vent’anni, che lo avevano portato ad essere considerato quasi un agente in incognito dell’FBI, anziché un semplice confidente.
Improvvisamente, l’’FBI ha fatto irruzione in casa sua il 9 gennaio 2009.
L’accusa per Barone quella di organizzare l’omicidio di un uomo d’affari per far incassare agli eredi una polizza assicurativa da un milione di dollari.
Ad incastrarlo, Michael Cuochi – un informatore del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD), che lo ha accusato di aver architettato l’omicidio in combutta con altri criminali legati all’organizzazione mafiosa.
Una spia, tradita da un’altra spia.
Secondo il suo avvocato, Muniz, Barone sarebbe stato accusato perché il suo valore come informatore nel tempo si era ridotto e quindi non serviva più all’FBI.
I procuratori hanno invece sostenuto che Barone, oltre alla vicenda della polizza assicurativa, sarebbe coinvolto in una rapina, in un incendio doloso e un attentato contro una ex-fidanzata – una cugina del mafioso Michael (Mikey cicatrici) Dileo.
Barone è stato assolto dalle accuse.
Ma dopo 18 anni, l’FBI non lo vuole più, e i suoi ‘amici’ mafiosi, saputo del doppio gioco, adesso lo vogliono morto.
Barone non ha mai scoperto i nomi degli assassini di suo padre, ma in questi giorni lui è più preoccupato ad evitare quelli che potrebbero essere i suoi di assassini.
“Non posso andare al ristorante” ha detto. “Non posso guidare per le strade. Anche le persone normali non mi vogliono accanto. E pensare che essere tradito dal governo, non è meno devastante che essere ucciso dai mafiosi” ha detto Barone. “Dove è la giustizia?”
Dopo 18 anni di cantate, Joseph Barone per tutti è solo un 47. Un morto che parla.
L’FBI rifiuta invece ogni commento.
Gian J. Morici