Torna ancora una volta alla ribalta, nel comune Crispino, lo scontro che vede da una parte i cittadini che protestano anche in internet con tre affollati gruppi in rete “Rivilisi” – Orange Town” – “GRUPPO SALUTE PUBBLICA – RIBERA” e dall’altra il titolare della Centrale a biomasse da installare in Contrada Castellana. Un impianto e le relative opere connesse, in fase di costruzione, per la produzione di energia elettrica della potenza di 18,118 MWt e della potenza elettrica di 8,794 MWe, alimentato da biomassa (olio vegetale), che è a tutti gli effetti un comune inceneritore. Solleva ancora una volta la querelle, questa volta veramente infuocata, il locale circolo di Sinistra Ecologia Libertà, con il proprio Segretario Politico Angelo Renda, con una lettera aperta indirizzata al sindaco di Ribera Carmelo Pace. Nella missiva, il dirigente politico, esprime viva preoccupazione per le notizie diffuse, tramite organi di stampa locale, con cui il titolare della centrale a biomassa dichiara senza equivoci che ha già iniziato i lavori e che l’opera è già nell’iter costruttivo. Afferma, altresì, con un dire chiaro, netto e preciso che né l’amministrazione Comunale, né alcuna forza politica ha minimamente cercato di intralciare l’avvio dell’opera. Nella nota inviata al primo cittadino di Ribera, il Segretario di Sinistra Ecologia Libertà, Angelo Renda, disapprova con veemenza il fatto che il Sindaco si sia mosso in solitudine. Ma giudica fatto grave che non abbia portato a conoscenza l’operato della sua iniziativa alla città ed allo stesso Consiglio Comunale. Infatti nessuno e a conoscenza degli sviluppi del suo agire. La lettera così prosegue: “ E’ intollerabile e insopportabile che il signor Palermo, titolare dell’autorizzazione a costruire l’inceneritore, nello stesso settimanale d’informazione locale, abbia dichiarato: “C’è stata una cattiva informazione e una speculazione sulla centrale. Io devo fare, purtroppo, il nome del primo cittadino perchè inizialmente ha voluto creare uno scandalo…Non era molto preparato sulla questione della biomassa…In un altro passaggio gli fa eco l’agronomo Antonino Amato che evidenzia con forza che l’avvenire dell’agricoltura riberese non sarà più l’arancia, ma la pianta dell’Jatropha dai cui semi si estrae l’olio combustile per alimentare l’inceneritore. A braccetto gli va l’agronomo Pasquale Borsellino: “Nel caso della Jatropha, sostiene, si partirebbe da un presupposto nuovo. In genere, prima si coltiva e poi si cerca un mercato. Qua, per la prima volta, abbiamo già chi compra, ma non la materia prima. Al contrario di come si è sempre fatto”.
Il messaggio, per chi non l’avesse capito, è chiaro conclude, Angelo Renda: contadini abbattete gli aranceti e impiantate la Jatropha. Un messaggio limpido e luminoso è rivolto agli stessi agricoltori e al sindaco Carmelo Pace: modificare, sostituire o rimpiazzare l’enorme cartellone all’ingresso di Ribera perché, fra non molto, non sarà più la città dell’arancia, ma della Jatropha!.
Si preannuncia uno scontro furioso contro chi vuole mortificare la città di Ribera!
Da tutt’Italia stanno pervenendo da riberesi sottoscrizioni a sostegno dell’iniziativa per dire no all’inceneritore!
[nella foto una pianta del genere Jatropha]
sono il titolare dell’African National Oil Corporation, società che produce olio di jatropha in Africa occidentale. Ritengo che la disputa posta in essere sia sterile nei contenuti ed inutile sotto il profilo della reale possibilità di realizzazione, in quanto entrambi le tesi degli attori sono totalmente errate, per mancanza di conoscenza della materia in questione. Da un lato gli agronomi vendono fumo, in quanto in sicilia la jatroha può anche crescere, ma sicuramente non è in grado di dare le rese necessarie per essere economicamente sostenuta. Dall’altra parte, quella delle organizzazioni ambientalistiche, la jatropha è un grande dono che Dio ci ha riservato, in presenza del picco di hubbert in materia di petrolio, con il quale una gran parte di umanità, non quella industriale, avrà la possibilità di poter sperare in una vita migliore e più sostenibile. Vi assicuro che è una pianta che nasce e produce in zone sabbiose (93%) di sabbia, laddove nessun altra pianta potrebbe nascere, anche in presenza di 500 ml di acqua monsonica. Il resto sono e resteranno solo parole, mentre la realtà dell’investimento è solida anche se estremamente dura da realizzare.
Cordiali saluti.
Milani rag. Alessandro
Come si fa a dire che è un inceneritore? È un motore diesel che va ad olio vegetale…
Se poi chi ha scritto l’articolo riesce a dimostrare il contrario bruciando rifiuti n una panda a gasolio…..