Chi non ha mai pronunciato la frase: “Da grande voglio fare…..” è una frase che racchiude, desiderio, speranze, progettualità, voglia di fare! Ci riempiamo di tenerezza quando la sentiamo dire ai bambini e a volte ci emoziona. Spesso rimaniamo sbalorditi dalle risposte a volte così creative e fantasiose. Una volta un bambino di circa tre anni mi disse: io da grande voglio fare lo zappatore!
I sogni dei bambini, in genere, sono quelli di voler fare la ballerina, il calciatore, la maestra, il dottore, il dottore degli animali. Ma questi bambini esistono ancora? Sono queste le progettualità del futuro? O qualcosa sta cambiando? Che modelli di riferimento hanno?
Le cronache dei giorni nostri, delle vicende del Presidente del Consiglio, ci stanno dando delle indicazioni importanti su come si sta evolvendo la società e soprattutto il costume.
Leggendo i giornali la mia attenzione è andata in particolare ad alcune dichiarazioni fatte dai familiari delle ragazze coinvolte nel giro di escort. Ho avuto l’impressione che tali famiglie fossero compiacenti del mestiere che svolgevano le loro figlie, a tratti orgogliosi delle gesta delle ragazze, forse perché appartenevano ad un “giro” importante e non erano costrette a fare le “escort” per strada? Che messaggio stiamo dando?
Questo è un argomento alquanto delicato perché diverse sono le ramificazioni degli argomenti e dei temi di discussione, oggi, vorrei concentrare la mia attenzione sul valore educativo e psicologico che questi eventi hanno sulle nuove generazioni ed in particolare sugli adolescenti.
La tendenza è quella di fare passare il mestiere della escort non come prostituzione ma un modo di fare soldi astuto, scaltro, ingegnoso, acuto, non ha importanza se hai un titolo di studio, se sai argomentare, se hai delle competenze professionali date dall’impegno nello studio, anzi, la gravità di tutto ciò sta proprio nel fatto che il messaggio che trapela, in maniera subdola, è quello che identifica chi studia, si laurea, si specializza, frequenta master, uno stupido, un disadattato sociale, in quanto, non ha capito che c’è un modo più spicciolo ed immediato di fare soldi! Fare, appunto, il mestiere più antico del mondo!
Eh si! Ai ragazzi si dovrebbe proprio spiegare che la lingua italiana, essendo una lingua viva, è fatta di tante parole ognuna delle quali ha diversi sinonimi che racchiudono lo stesso significato, perciò, escort è una parola che indica: prostituta, squillo, lucciola, meretrice, passeggiatrice, baldracca, cortigiana, accompagnatrice, etc., e non: velina, ballerina, parlamentare, deputato, meteorina, attrice, showgirl.
I genitori dovrebbero partire proprio da questo se vogliono evitare che ai figli arrivi un messaggio poco chiaro, distorto della realtà ma soprattutto di un identità valoriale che dovrebbe essere difesa a tutti costi! Occorre effettuare un lavoro sui processi metacognitivi e meta-emozionali, ovvero, dare la possibilità, ai ragazzi, agli adolescenti, di diventare consapevoli dei loro processi di pensiero e delle emozioni partendo proprio da un semplice esercizio di ricerca di parole e dei loro sinonimi, affinchè, il senso e il significato delle parole stesse venga assorbito nella stessa maniera di come una pianta assorbe l’acqua che gli diamo. Occorre che i genitori facciano i genitori e non “gli amici”, i figli, gli adolescenti hanno bisogni dei genitori e non del “genitore-amico”. Il genitore dev’essere un sostegno, deve chiarire dove c’è confusione, dev’essere una base sicura, dev’essere autorevole e favorire il dialogo, deve dire ciò che è giusto e cosa non lo è, dev’essere chiaro nel definire le regole e i confini, ed aiutare il ragazzo a scoprire la propria essenza attraverso l’ascolto e non la critica.
Dico questo perché il caso delle escort cela un altro pericolo che è relativo al sesso o al vivere il sesso in maniera esclusivamente mercenario.
Siamo passati da una società incline al tabù del sesso ad una società con il tabù delle emozioni legate al sesso! Adesso è diventato importante sottolineare “quanti” partner si è avuto e non “cosa hai provato con ….”, o, “come ti senti quando fai l’amore con…..”.
Nel linguaggio comune non si sente più dire: “ho fatto l’amore con……………..”. Se facessimo lo stesso esercizio linguistico di prima scopriremmo che alla parola sesso troveremmo associati una serie di sinonimi che poco hanno a che fare con l’amore. Ma questo lo lascio fare a voi cari lettori!
Agli adolescenti non basta parlare di sesso o fare educazione sessuale parlando solo ed esclusivamente di contraccezione o di malattie veneree, questo non serve a nulla, si devono attenzionare le loro emozioni, si deve riscoprire il valore del sentimento, e questo non si fa a scuola ma dentro le mura domestiche, dentro la relazione genitore-figlio. Il modo è lo stesso indicato precedentemente. Cari genitori dovete prendervi cura dei figli guardando e riconoscendo la loro sessualità, e potete fare questo ricontattando la vostra parte adolescenziale, i vostri desideri e bisogni adolescenziali, quello che vi è mancato nella relazione con i vostri genitori sottolineando il come potete recuperarlo nel qui e ora della relazione con i vostri figli.
Dovete tenere ben presente che se volete essere orgogliosi dei vostri figli dovete, da un lato, dargli la possibilità di sviluppare le loro potenzialità, i desideri assecondando la loro indole, ma, dall’altro, l’orgoglio dev’essere espresso anche quando loro manifestano con armonia ed integrità le loro emozioni. I figli portano al mondo i valori della famiglia.
Dott. Irene Grado
Psicologa-Psicoterapeuta della Gestalt
Esperta in Psicodiagnosi Forense
Contatti: 338-9908067 e-mail: ire.gr@libero.it
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