Agrigento lì 26.12.2010
Traggo spunto dalle recenti dichiarazioni fatte dal nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano :
“Mi sono trovato –ha dichiaratoGerlando Gibilaro – davanti una generazione che si sente inascoltata e a cui dobbiamo dare risposte. Mettiamo al centro il tema dell’ascolto, della capacità della politica di tornare a comunicare con i più giovani” per fare alcune considerazioni.
I Politici in Italia con le loro mani, ed attraverso le loro azioni,gestiscono le sorti di questo Paese,i destini e i sogni dei cittadini,cioè, di chi non ha nessun potere,nessuna voce,nessuna speranza.
L’esperienza Italiana insegna la tendenza dei moderni partiti a diventare strutture oligarchiche,cioè organizzazioni dominate da capi irremovibili,sottratti ad ogni controllo,in grado di scegliere i soggetti da candidare alle elezioni per cariche pubbliche in modo del tutto indipendente dall’effettivo gradimento che essi riscuotono nell’opinione pubblica.
Per contrastare tale fenomeno bisogna assicurare la vita democratica all’interno dei partiti e ridare ad essi quel ruolo di cerniera tra gli elettori e gli eletti.
L’Italia ha bisogno di una riforma della politica che passa essenzialmente per la riforma del sistema elettorale e dei partiti,occorre in primis l’introduzione delle preferenze elettorali.
Se non si farà entrare nell’agenda delle riforme questo grande tema, tutti gli sforzi saranno inutili perchè la” Politica non potrà mai comunicare con i Giovani di questo Paese”.
Occorre questa riforma. La madre di tutte le riforme “in nome del popolo” per interrompere la linea progressiva del distacco rassegnato dei cittadini dalla politica.
Vuol dire una legge di riforma del sistema elettorale vigente che ponga limiti, regole, garanzie, metodi ai partiti e nei partiti. Una Legge in grado di regolare il rapporto tra elettori ed eletti, una Legge che sappia incidere sulle candidature buone e gradite dal popolo, una legge che sappia contenere il finanziamento e i costi della politica,una Legge che garantisca i diritti degli iscritti nei partiti e faccia rispettare i doveri della classe dirigente.
I Partiti non riescono più ad assicurare la completa rappresentanza della società e,soprattutto,non sempre riescono a comporre i diversi interessi sociali in una sintesi politica.
Solo con l’auspicata riforma i partiti possono tornare ad essere importanti sedi di selezione della classe politica e luoghi di elaborazione programmatica e trampolini di lancio per le nuove generazioni.
Attraverso le azioni che non fate,attraverso l’elusione delle vostre responsabilità,quotidianamente commettete delitti gravissimi: uccidete la speranza dei poveri e dei nuovi poveri,degli emarginati,dei disoccupati,degli inoccupati,dei precari,degli anziani e dei giovani di questo Paese che teoricamente dovrebbero rappresentare la società futura.
Cinicamente ci conoscete ormai con il solo nome di elettori e/o numeri.
Su di Voi incombe una responsabilità oggettiva: ogni volta che un papà non riesce a portare a casa il necessario per far vivere decorosamente i suoi figli,ogni volta che ad una famiglia viene staccata l’erogazione della luce o del gas, ogni volta che un giovane intelligente e capace deve lasciare gli studi perché non ce la fa a pagare affitti da strozzini, ogni volta che si verificano queste piccole grandi tragedie umane, uno di voi politici dovrebbe perdere il posto di parlamentare ed essere mandato a casa.
Forse solo così comincereste a fare veramente qualcosa per chi soffre, ma anche solo qualcosa che non è né di destra né di sinistra, è semplicemente il vostro dovere di professionisti strapagati come ‘civil servant’.
Il rapporto tra giovani e politica è inesistente, complesso ed attuale.
La politica non si occupa a sufficienza dei giovani.
I giovani sembrano non avere fiducia nella politica e nelle istituzioni, hanno rinunciato a credere negli ideali che hanno accompagnato le generazioni precedenti, si sono ormai abituati vedere la politica come un’entità che non gli appartiene e che va osservata a distanza. La politica giovanile è praticamente inesistente, e i pochi giovani che hanno degli ideali politici non vengono incoraggiati a portare avanti le proprie idee.
Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo, i giochi di potere, queste sono le ragioni per la quale regna lo scetticismo tra le nuove generazioni che sono diventate il soggetto escluso dalla politica.
Dovrebbero essere i giovani a cambiare la politica, e non la politica a cambiare i giovani.
Iniziate a sporcarVi le mani stringendo le nostre,fatte di duro lavoro,di sacrifici e di stenti.
Noi giovani Italiani – continua Gibilaro -, noi romantici, noi nostalgici, noi idealisti, noi sognatori, noi farfalle, noi delusi,noi schifati dalle caste, noi figli della crisi, noi figli di puttana ed ignorati da chi non ascolta il nostro battito d’ali, perché troppo impegnato ad inseguire la visione di una realtà in cui l’unico colore dominante è il verde.
Noi ostinate falene, mai inserite negli ultra decantati, annunciati e falsamente difesi processi democratici.
Noi soldati, noi onorevoli combattenti e vincitori di guerre, ma senza medaglie.
Noi, che crediamo in Camelot, ma non riusciamo a distinguere re Artù sepolto da una folla di cortigiani che si prostituiscono per ottenere piccole corone.
Noi, che difendiamo a spada tratta un territorio nella speranza di tutelare quel che resta dei morenti partiti e delle già morte ideologie, ma spettatori e vittime delle scellerate scelte di piccoli Giuda in cerca di nuovi autori.
Noi, sommersi in un mare di incertezza, assetati di giustizia, ma circondati da personaggi brezneviani che promettono futuro e fanno passato.
Noi ancora qui a difendere il nostro pensiero con la speranza che qualcosa cambi, a noi…preparare la primavera dell’Italia.