Le famiglie italiane sono sempre più in crisi: ogni 1000 matrimoni ci sono 286 separazioni e 178 divorzi, cifre che segnalano un aumento delle rotture dei rapporti coniugali rispetto al passato. Sempre più spesso però le coppie che decidono di dividersi lo fanno di comune accordo e senza battaglie per l’assegnazione dei figli, visto che in oltre 6 casi su 10 di divorzio scelgono l’affidamento condiviso, un dato che sale ulteriormente (8 su 10) se si tratta di separazioni. A fotografare questi cambiamenti è l’annuario dell’Istat. In un anno -dal 2008 al 2007- i divorzi (54.351) sono aumentati del 7% , mentre le separazioni (84.165) sono cresciute del 3,4%; la maggior parte di queste (86,3%, in numeri 72.671) sono state consensuali, mentre quelle giudiziali si sono fermate a quota 11.494 (13,7%). I figli minori di 18 anni coinvolti nelle separazioni sono stati 65.727: per il 78,8% di loro è stato stabilito l’affidamento condiviso; percentuale che scende al 62,1% nei casi di divorzio. E tra gli aspetti della famiglia che cambia, l’annuario segnala anche l’aumento delle adozioni (più 7,3%): se 1693 delle complessive 5.162 hanno riguardato minori italiani, sono soprattutto in crescita quelle di bimbi stranieri, passate dal 62 al 67,2%.
(Ansa)
Più che vedere una crisi delle famiglie italiane, occorre constatare che è cambiato il concetto di famiglia proposto (ed imposto) dalla Repubblica del 2 giugno. Non è più qualcosa che impegna per la vita, salvo casi “estremi”. È qialcosa che dura finché entrambi i coniugi sono disposti a farlo durare, ma che finisce non appena uno solo dei due non è più interessato. Ed indipendentemente dalla causa, anzi, come ineffabilmente recita la legge, “anche indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi (!!) i coniugi”.
Non deve meraviglire, quindi, se è in corso un vero e proprio “sciopero del matrimonio” e se cresce il numero degli italiani che vengono al mondo da coppie che rifiutano il matrimonio sfornato e “tutelato” dalla Repubblica.
Anche loro, tuttavia, come a coloro che nascono mel matrimonio della coppia genitoriale, viene garantito, al mmomento della soluzione, l’affidamento ad entrambi i genitori, che, come regola, deve essere l’affidamento congiunto, ma che, qualora non fosse possibile per la distanza dei due genitori o altre difficoltà ostative, non può non essere al meno “condiviso”, ovvero consistente in responsabilità genitoriali separate per tempi e/o per ambiti tra i due genitori.
L’affido esclusivo rimane quello già da tempo disciplinato dagli articoli 330 e/o 330 del Codice Civile, che recenti iniziative legislative sembrerebbero voler riportare alla competenza del Tribunale Ordinario, anziché quello speciale dei Minorenni.