Se da un lato Giuseppe Arnone, avvocato difensore dei soci-lavoratori della Tetris dichiara che si tratta di un caso ‘destinato a sgonfiarsi’, dall’altro, le indagini vanno avanti a ritmo serrato.
Arnone, in difesa dei suoi assistiti che hanno subito la perquisizione disposta dall’Autorità Giudiziaria, ha ritenuto utile e doveroso mettere in evidenza gli aspetti rilevanti della vicenda.
Secondo il legale, la vicenda in questione avrebbe subito artatamente una serie di enfatizzazioni con la diffusione di notizie interessatamente false da parte di qualche pseudo-organo informativo che ha ritenuto di presentare questa vicenda giudiziaria inventandosi di sana pianta “cospicui appalti” di cui avrebbe beneficiato l’associazione Tetris.
L’affidamento oggetto dell’indagine è quello del servizio “Equipe specialisti esterni” all’associazione Tetris, che inizia nel 2008 e che prosegue negli anni 2009 e 2010.
I “cospicui appalti” – secondo Arnone – sono frutto di una propalazione malevola che intende creare confusione e disorientamento funzionalmente agli interessi di chi, con falsità, ha sollevato il caso.
Intanto l’attività della Procura va avanti.
Oltre gli uffici comunali di Villaseta, Fontanelle, Piazza Gallo e Municipio, le perquisizioni di ieri hanno riguardato anche le abitazioni delle undici persone attualmente indagate (Giovanni Calogero Lattuca, 49 anni di Aragona, dirigente del Settore III del Comune relativo ai servizi socio-assistenziali; Anna Maria Principato, 59 anni, responsabile di area del settore III e i dipendenti del Comune di Agrigento, Arturo Attanasio, di Porto Empedocle, 59 anni e Antonietta Sciarrotta di 54 anni di Agrigento; Maria Rita Borsellino, 41 anni, di Enna ma residente a Porto Empedocle, legale rappresentante della «Tetris Onlus» e a quella dei dipendenti della Tetris, Calogero Sicurella, di 49 anni, Maria Ginex di 48 anni, Letizia Montalbano di 37 anni, Antonella Di Vincenzo di 50 anni, Ivana Anna Rizzo, di 38 anni ed Alessandro Fanara, 41 anni, vicepresidente dell’associazione).
Perquisita anche la sede legale della Tetris in via Porta di mare.
Proprio la sede legale, è uno degli oggetti di contestazione.
Secondo l’accusa, la Tetris non avrebbe avuto la sede legale nel territorio del Comune di Agrigento, come richiesto dal bando, perché la casa ove era indicata la sede legale – di proprietà della presidente della Tetris – era data in affitto per lunghi periodi ad un poliziotto e a delle studentesse per fini abitativi.
‘Si dimentica, nel contestare quest’accusa – sostiene Arnone -, che la sede legale di una persona giuridica può tranquillamente coincidere con l’abitazione di qualsivoglia persona‘.
Ma gli inquirenti non puntano a far luce solo su eventuali anomalie che riguardano l’associazione.
I riflettori sono puntati più in alto e l’obiettivo potrebbe essere quello di portare allo scoperto eventuali complicità di politici e amministratori nella gestione di appalti assegnati con metodi ritenuti illeciti.
ma che significa che l’avvocato di parte dice alla sua indagata,non hanno trovato un cacchio per questo non ti chiamano ? Allora c’era qualcosa ?
Ci chiediamo se la Procura di Agrigento faccia bene a proseguire nelle indagini sul caso TETRIS, dal momento che la Cassazione a Sezioni Riunite, cioè Arnone (lui e lui solo), ha già da subito sentenziato che “la vicenda è destinata a SGONFIARSI. Erano invece destinati a GONFIARSI i processi “Carpi” e “Timpa dei Palombi”, sempre secondo l’insidacabile giudizio del supercassazionista Arnone. Se la sua “lungimiranza” è quella già dimostrata, non ci resta che esprimere tutto il nostro “conforto” ai suoi improvvidi assistiti.
Se uno detta,meglio vuole dettare la linea alla magistratura,allora siamo nell’abisso.