Siamo arrivati alla frutta, ma il presidente D’Orsi, ancora fermo al secondo piatto, non sa che pesci prendere.
Non stiamo scherzando e di certo non ne abbiamo voglia. Tutto quello che state per leggere, potrà sembrare inverosimile, ma è, purtroppo la triste verità.
Apprendiamo dalla risposta data all’interrogazione da parte del consigliere provinciale Guarraci, di come a dire del presidente D’Orsi la mancata costituzione dinanzi al TAR LAZIO, in merito alla vicenda che riguarda la realizzazione dell’impianto di rigassificazione di Porto Empedocle, sia da attribuire al fatto che la Provincia, sebbene inizialmente determinatasi a costituirsi in giudizio, abbia poi deciso di revocare il mandato al legale all’uopo individuato, poiché, qualora la Provincia avesse dato seguito al mandato conferito, la stessa sarebbe intervenuta nel giudizio di che trattasi al fine di sostenere la piena legittimità del provvedimento di autorizzazione, ma visto che poi ìl successivo voto sfavorevole alla realizzazione del rigassificatore nelle more espresso dalla maggioranza dei componenti del Consiglio Provinciale ha determinato una posizione dell’Ente certamente confliggente rispetto al precedente indirizzo espresso, si è addivenuti ad una rivalutazione circa l’opportunità di costituirsi in giudizio non sussistendo una posizione uniforme dell’ente in ordine all’insorta controversia.
È grave quanto affermato ufficialmente dal presidente, che ben diverse opinioni e garanzie aveva dato pubblicamente alle associazioni ambientaliste, al “comitato no rigassificatore” e quanti altri contrari alla realizzazione dell’impianto.
Ma v’è di più. Quanto affermato da D’Orsi, collide con le stesse memorie costitutive redatte e depositate dall’Avvocato Aiello, incaricato dal presidente D’Orsi a rappresentare la Provincia innanzi al TAR.
Se i partiti politici, d’opposizione e non, i sindacati e tutte le altre forze sociali, preferiscono far finta di non accorgersi di nulla e girarsi dall’altra parte, noi che abbiamo fin dall’inizio affrontato seriamente il problema ci sentiamo ingannati e delusi dall’operato di D’Orsi, nel quale ravvediamo dichiarazioni contrastanti e comportamenti anomali che c’inducono ancora una volta a far ricorso all’Autorità Giudiziaria.
Dopo le prime risibili scuse in merito alla mancata costituzione della Provincia dinanzi al Tar del Lazio, dopo aver “dovuto revocare il mandato all’avvocato Aiello, poiché la Provincia non avrebbe potuto costituirsi contro la realizzazione del rigassificatore, in quanto, avendo precedentemente dato mandato all’assessore al ramo a rappresentare l‘Ente, questi aveva espresso parere favorevole all’impianto”, il Presidente D’Orsi, che si è anche visto smontare le sue astruse teorie proprio dalle memorie dello stesso Aiello, ha giustificato il suo operato, sostenendo che: “Non sussistendo una posizione uniforme del Consiglio Provinciale in merito alla questione, dati gli opposti esiti delle votazioni ho ritenuto opportuno revocare il mandato conferito al legale.”
A quali “opposti esiti delle votazioni” si riferisse D’Orsi, se lo sapeva soltanto lui, posto che l’unico documento votato dal Consiglio Provinciale, ha visto 19 consiglieri contrari alla realizzazione dell’impianto e solo 9 favorevoli.
A completare un quadro allarmante sotto ogni punto di vista e che avrebbe già dovuto far strillare i partiti d’opposizione – chiedendo le dimissioni del presidente – e quanti seriamente motivati a contestare la realizzazione dell’impianto, si aggiunge la risposta scritta che D’Orsi dà all’interrogazione presentata dal consigliere Guarraci.
Questo il compendio di castronerie date in risposta al Guarraci, che meritano tutta l’attenzione da parte dei lettori, e non solo, alle quali sempre il Guarraci risponde con ulteriore interrogazione che riportiamo, e che sarà oggetto di ulteriori ricorsi all’Autorità Giudiziaria, affinchè venga fatta con urgenza la massima chiarezza su una vicenda che se non fosse per le centinaia di milioni di euro in gioco, avrebbe meritato di essere narrata in uno degli indimenticabili film di quel gran maestro che fu Antonio De Curtis, in arte Totò (Totò le Mokò).
AGRIGENTO 29 LUG 2010
Presidenza.
N. protocollo: 30672
Codice ufficio: 1-2-O-O-O
OGGETTO: Riscontro interrogazione.
AL CONSIGLIERE PROVINCIALE ORAZIO GIJARRACI
SEDE
A mezzo dell’interrogazione del 26/07/2010, acquisita agli atti dì questo Ente con prot. n.30300 del 27/07,2010, si chiedono chiarimenti in ordine al modus operandi posto in essere dal Presidente della Provincia di Agrigento con riferimento al contenzioso pendente innanzi al Tar avverso i provvedimenti con cui è stata autorizzata la realizzazione di un Rigassificatore nel Comune di Porto Empedocle.
Segnatamente la circostanza fattuale che induce all’interrogazione in commento è costituita dall’intervenuta revoca del mandato in un primo momento conferito a legale nominato dal Presidente al fine di costituirsi nel predetto giudizio.
L’interrogante non comprende in altri termini sulla scorta di quali ragioni il Presidente della Provincia, sebbene inizialmente determinatosi a costituirsi in giudizio, abbia poi deciso di revocare il mandato al legale all’uopo individuato,
Si contesta altresì un presunto consiglio in tal senso offerto anche dall’Avv. Girolamo Rubino, rilevando che quest’ultimo nel contenzioso in questione è difensore del Comune di Porto Empedocle, ente questo erroneamente individuato dall’interrogante quale controparte del giudizio.
Da ultimo si adombra una pretesa inottemperanza da parte del Presidente della Provincia alle determinazioni assunte dal consiglio Provinciale e, segnatamente, alla volontà contraria manifestata dalla maggioranza dei Consiglieri Provinciali alla rea1izazìone dell’opera; si ritiene al riguardo che a fronte di tale manifestazione di volontà il Presidente della Provincia avrebbe dovuto rimettere al Consiglio medesimo la decisione circa la costituzione in giudizio dell’Ente, implicitamente pertanto negando un’autonoma facoltà in tal senso in capo al Presidente.
Ciò posto, devono preliminarmente evidenziarsi le numerose incongruenze e contraddittorietà insite nell’interrogazione che oggi si riscontra.
lnnanzi tutto non si comprende sulla scorta di quale argomentazione il Consigliere Provinciale interrogante implicitamente conferisca alla Provincia Regionale il ruolo processuale di controparte rispetto al Comune di Porto Empedocle, posto che, viceversa la Provincia reg.le non ha assunto alcuna posizione in tal senso nel giudizio di che trattasi, essendosi soltanto limitata ad oggi ad individuare il legale cui conferire l’incarico per la costituzione nel predetto giudizio.
Anzi verosimilmente ove la Provincia avesse dato seguito al mandato conferito, la stessa sarebbe intervenuta nel giudizio di che trattasi al fine di sostenere la piena legittimità del provvedimento di autorizzazione, atteso che l’Ente per mezzo del proprio rappresentante aveva Provincia Regionale di
Agrigento espresso parere favorevole alla realizzazione del rigassificatore. E di analogo avviso appare del resto anche l’interrogante la dove si professa “favorevole alla realizzazione dell’impianto di rigassificazione”
Nondimeno poi ìl successivo voto sfavorevole alla realizzazione del rigassificatore nelle more espresso dalla maggioranza dei componenti del Consiglio Provinciale ha determinato una posizione dell’Ente certamente confliggente rispetto al precedente indirizzo espresso in seno alla conferenza di servizi, circostanza questa che ha indotto ad una rivalutazione circa l’opportunità di costituirsi in giudizio non sussistendo una posizione uniforme dell’ente in ordine all’insorta controversia.
Da ciò il provvedimento di revoca del mandato conferito al legale.
Fatte tali doverose premesse deve poi rilevarsi l’ulteriore erroneità di quanto sostenuto dall’interrogante in ordine alla pretesa necessità di demandare alla volontà del Consiglio Provinciale la scelta in ordine alla costituzione in giudizio dell’Ente in vìsta dell’udienza fissata per il 15.10.2010.
Al riguardo appare il caso di richiamare le previsioni normative disciplinanti le competenze e le attribuzioni degli organi provinciali
Orbene, in virtù di quanto espressamente prescritto dall’art 42 del TU degli enti locali ( Divo n.267/2000) “ il consiglio provinciale è l’organo di indirizzo e controllo politico amministrativo” ed ha competenza limitatamente a taluni atti fondamentali espressamente enunciati dalla norma in commento, tra cui non risulta affatto annoverata la costituzione in giudizio dell’ente.
Ciò posto il voto sfavorevole alla realizzazione del rigassificatore espresso in seno al consiglio provinciale deve ritenersi quale mero atto di indirizzo ai sensi e per gli effetti della richiamata normativa e non può in nessun caso assurgere a rango dì atto vincolante ( come adombrato nell’interrogazione di che trattasi) idoneo ex. sè a condizionare la costituzione in giudizio dell’Ente coinvolto nel procedimento di realizzazione del rigassificatore.
A ciò peraltro si aggiunga che, ad ogni buon conto, il Consiglio provinciale non ha alcuna competenza in ordine alla rappresentanza processuale dell’ente, rappresentanza che , ai sensi dell’art50 del cennato Testo Unico, è attribuita in via esclusiva al Presidente della Provincia il quale pertanto, oltre a valutare autonomamente l’opportunità per l’ente di costituirsi in giudizio ( su proposta della Giunta e non del Consiglio) e conferire il mandato al legale di fiducia, ha altresì esclusiva competenza ad adottare il “contrarius actus” di revoca del mandato, non dovendo in tal senso richiedere alcun preliminare parere ad altri organi provinciali.
Ed ancora del tutto legittima e ragionevole si appalesa la preventiva consultazione intercorsa tra il Presidente della Provincia e l’Avv. Girolamo Rubino il quale, nella qualità dì esperto del Presidente, si è pertanto limitato ad esprimere il proprio parere in ordine alla legittimità sul piano strettamente giuridico di un atto di revoca del mandato non ingerendosi in alcun modo nelle ragioni di opportunità sottese a siffatta scelta.
Si ritiene di avere esaustivamente riscontrato i quesiti posti e di aver conseguentemente fornito tutti gli elementi utili a valutare la piena legittimità dell’operato del Presidente della Provincia.
Lo scrivente si riserva di rispondere alle altre domande in sede Consiliare.
Il Presidente
Eugenio D’Orsi
Oltre agli impegni assunti duranti gli incontri che D’Orsi ha tenuto nella “famosa” tenda, con le associazioni ambientaliste, quando dichiarò di voler difendere le ragioni del territorio e dei cittadini, quanto riportato nelle memorie di costituzione presentate dallo stesso avvocato Aiello, che cozzano decisamente con quanto dichiarato da D’Orsi:
Tra i punti presi in esame dall’avvocato della Provincia, la violazione della legge 304/2000 ne 241/1990.
“Non privo di rilievo giuridico – scrive l’Aiello – appare la eccezione formulata dalla parte ricorrente circa il suo mancato coinvolgimento sia nella procedura di VIA sia nell’intero iter procedurale da cui è scaturito il provvedimento oggi impugnato”.
Dopo aver illustrato quanto previsto dalla legge 241/1990 in merito al coinvolgimento della popolazione interessata ed alla possibilità di utilizzare la conferenza di servizi con la partecipazione dei rappresentanti istituzionali, il legale della Provincia evidenzia come il Comune di Agrigento ha più volte richiesto il proprio coinvolgimento nella conferenza di servizi sia relativa alla procedura di VIA sia anche all’iter procedurale.
“Tale richiesta è rimasta senza risposta e considerando. Per le ragioni che si vanno ad esporre, che il Comune di Agrigento è soggetto interessato il suo mancato coinvolgimento in tutto l’iter autorizzativo implica che la conferenza di servizi è viziata e quindi nulla.
A riprova di come il Comune di Agrigento sia da considerare soggetto interessato, l’avvocato Aiello cita precedenti sentenze del TAR SICILIA CATANIA e del TAR PIEMONTE TORINO.
Non manca l’Aiello di far notare come nel parere del Ministero per i beni e le attività culturali, nel parere espresso si affermi che l’area dove sorgerà l’impianto di rigassificazione si trova all’interno di un’area portuale (cosa peraltro errata), mentre il tracciato del gasdotto di collegamento , nella parte iniziale attraversa ambiti sottoposti a vincolo paesaggistico e lungo il corso del tracciato cade in prossimità di aree di interesse archeologico e di aree boscate ed attraversa infine corsi d’acqua tutelati.
Aree queste, che si trovano al di fuori della zona industriale e retroportuale che interessa l’opera e che ricadono nel territorio del Comune di Agrigento.
Così come affermato dal Consiglio di Giustizia Amministrativo Sicilia – si legge nella memoria predisposta per il TAR -, il principio di obbligatorietà della conferenza di servizi nel caso di progetti assoggettati alla procedura di VIA, comporta che ad essa partecipino tutte le amministrazione interessate , ricordando inoltre quanto affermato dal Consiglio di Stato in merito all’illegittimità per violazione procedimentale di quei procedimenti amministrativi conclusisi senza aver acquisito il parere di tutte le amministrazioni coinvolte.
Lo stesso parere favorevole in sede di conferenza dei servizi, espresso dall’assessore provinciale Stefano Castellino a seguito del mancato accoglimento delle misure compensative chieste nel gennaio 2009 alla società Nuove Energie srl, risulterebbe in verità un parere negativo.
“Anche dal punto di vista storico, l’eccezione del Comune di Porto Empedocle è infondata – scrive l’avvocato Aiello -, poiché la Provincia Regionale di Agrigento, nel partecipare alla conferenza di servizi esprimeva attraverso l’Ass. Castellino, delegato dal presidente della Provincia, parere favorevole a condizione che la società Nuove Energie srl accogliesse tutte le misure compensative di cui alla lettera del 20 gennaio 2009.
La posizione assunta dalla Provincia nella conferenza dei servizi è pienamente legittima ed efficace e se si considera che le misure compensative richieste non sono state accolte dalla società Nuove Energie srl ne deriva che il parere espresso dalla Provincia Regionale di Agrigento in sede di conferenza è negativo.
A questo va aggiunto che il Consiglio Provinciale di Agrigento nella seduta del 20/10/2009 approvava a maggioranza di voti la proposta di delibera del settore presidenza, avente ad oggetto l’ordine del giorno del consigliere provinciale Roberto Gallo che esprimeva contrarietà alla realizzazione del rigassificatore.
Di particolare rilievo la presunta violazione all’art. 8 della legge 340/2000.
Scrive Aiello:
“Altrettanto fondata appare la eccezione formulata dal Comune di Agrigento laddove afferma che sia stata violata la normativa contenuta nell’art. 8 della legge 340/2000, nella parte in cui stabilisce che può farsi ricorso alla procedura semplificata prevista dalla legge stessa soltanto in caso di riutilizzazione di siti industriali”.
L’avvocato poi evidenzia come il progetto preveda che il rigassificatore debba sorgere in area industriale dismessa, mentre in realtà così non è, e ci si troverebbe dunque innanzi ad una circostanza che vizia il procedimento.
“Di fronte a tale situazione di fatto l’avere sottoposto l’intero progetto alla procedura di VIA rappresenta una violazione della normativa richiamata, poiché l’impugnato provvedimento manca di un necessario strumento consultivo e di supporto decisionale: la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) prevista dalla direttiva 2001/42/CEE.”
Per ragioni di spazio, non andiamo oltre nel trascrivere quanto riportato nella Memoria di Costituzione dell’avvocato Aiello, che sarebbe dovuta servire alla Provincia ad ottenere il rispetto delle regole nell’interesse dei cittadini, traendone, se del caso, il massimo beneficio in termini di compensazioni.
Orbene, riepilogando il tutto, il presidente D’Orsi avrebbe potuto chiedere la revoca delle autorizzazioni alla realizzazione dell’impianto. In alternativa, chiedere la sospensione e dichiarare nulla la conferenza di servizi. D’Orsi, inspiegabilmente, a 48h dell’udienza, revoca invece il mandato al legale che aveva predisposto gli atti necessari ad impedire lo scempio in violazione della vigente normativa.
Né può il presidente, addurre le motivazioni del suo gesto al fatto che l’Ass. Castellino, da lui delegato, avesse espresso in conferenza di servizi parere favorevole, posto che – come scrive Aiello – il parere era favorevole a condizione che la società Nuove Energie srl accogliesse tutte le misure compensative che non sono state accolte dalla società Nuove Energie srl e ne deriva che il parere espresso dalla Provincia Regionale di Agrigento in sede di conferenza è negativo.
Inoltre, “Voglia l’Ecc.mo Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – si legge nelle memorie dell’avvocato Aiello – in via del tutto preliminare e per esigenze di economia processuale disporre la riunione dei procedimenti incardinati con i ricorsi notificati in data 28/05/2010 e in data 08/06/2010 rispettivamente di Legambiente e della CODACONS, per connessione dell’oggetto”.
Orbene, fatto salvo il fatto che l’avvocato Aiello non abbia compreso cosa gli venisse chiesto di rappresentare innanzi al TAR – cosa che avendo conosciuto l’Aiello ed avendone potuto apprezzare le qualità morali, intellettive e professionali, ci pare assai improbabile -; fatto salvo che Legambiente e la CODACONS non si siano costituite in favore del Comune di Porto Empedocle e della Nuove Energie-Enel – improbabile tanto quanto la mancata comprensione da parte dell’avvocato Aiello -, non ci resta che evidenziare come il presidente D’Orsi, nel sottoscrivere un atto pubblico, abbia riportato fatti diversi da quelli reali.
Non v’è dubbio che anche quest’aspetto meriti di essere sottoposto alla superiore valutazione dell’Organo Inquirente.
Al presidente D’Orsi, rivolgiamo una sola domanda, alla quale può come già in precedenza, rifiutarsi di rispondere, in attesa che altri, sussistendone i presupposti, vogliano farsi chiarire le discrasie tra le molteplici dichiarazioni rilasciate e quanto riportato su atti pubblici, a firma del presidente:
A noi, ma certamente non ad altri soggetti interessati alla vicenda, sarebbe sufficiente rispondere a questa domanda, per aiutarci a comprendere meglio quanto sta avvenendo.
Gian J. Morici
Ho deciso: camicia con maniche molto molto lunghe…
A questo punto ritengo che il Presidente del Consiglio ha il PRECISO DOVERE di intervenire per dare dignità al Consiglio stesso ed ai Consiglieri e FARE QUELLA CHIAREZZA CHE TUTTI VOGLIAMO. Nella stesura del prossimo O.D.G. deve inserire al primo punto una delibera di costituzione dell’Ente contro la realizzazione del Rigassificatore così come deciso dal Consiglio stesso. Ovviamente il punto deve essere votato ed incomprensibile per i cittadini sarebbe una “mancanza di numero legale”. Vediamo poi che fa D’Orsi !!!!!!
Ormai il caso è finalmente esploso e gli atti sono all’attenzione degli Organi inquirenti. Ognuno deve rispondere degli atti che andrà compiere o “non compiere”. I Consiglieri non possono diventare complici silenziosi di d’Orsi che non si capisce (anzi si capisce) quali interessi persegue. L’Assessore Castellino poi deve spiegare in base a quali atti ha espresso il parere favorevole dell’Ente e preso atto della delibera del Consiglio dovrebbe in Autotutela ritirare quel parere…. a quanto pare… con vistosi vizi di forma e di contenuto. Infine chi pagherà la parcella dell’Avvocato Aiello che pare ammonti a 6000 euro ????? Pantalone ????
Sig Morici,
ritengo che lei non abbia ricevuto in via esclusiva la missiva del Presidente D’Orsi e la successiva replica del consigliere Guarraci.
Ho purtroppo notato che gli altri siti di informazione(???) non hanno fino ad ora pubblicato nulla.
Devo con amarezza ritenere che “la libera stampa agrigentina” è :
1) favorevole alla realizzazione del rigassificatore;
2) Non vuole disturbare la suscettibilità dei potentati e padroni;
3) favorevole alla legge bavaglio applicandola preventivamente;
4) servile e serva.
Che bella città di mer……continui Sig.Morici scrivendo i fatti, è un suo diritto ma anche un dovere nei confronti della collettività, da parte mia posso solamente ringraziarla.
Sono io che devo ringraziare Lei ed i tanti lettori che seguono il sito, sia per l’attenzione che ci dedicate, ma ancor più per l’amore che dimostrate di avere per la nostra città.
Scrive bene Lei, non siamo i soli ad aver ricevuto la risposta del presidente D’Orsi al consigliere Guarraci e la successiva interrogazione di quest’ultimo.
Soltanto per non violare la privacy di taluni giornalisti, non pubblico l’elenco di tutti gli operatori dell’informazione e le testate giornalistiche che hanno ricevuto i due documenti, ma, voglio che mi creda, le posso assicurare che la totalità o la quasi totalità – me ne potrebbe sfuggire qualcuno – dei media della provincia, ha ricevuto la documentazione.
Domani, leggendo i giornali online e cartacei e seguendo i notiziari delle tv locali, sapremo qual è la libertà d’informazione nella nostra città e quanti hanno il coraggio – senza pensare a quelle prebende che si vogliono spacciare per pubblicità – di schierarsi contro i poteri forti. Siano essi politici, imprenditoriali o altro.
Noi, per quanto ci riguarda, continueremo a fare informazione senza guardar in faccia a nessuno, specie se in gioco c’è il futuro dei nostri figli e del territorio.
Grazie per la Sua cortese attenzione
Agrigento è fortemente contraria al rigassificatore. I politici la smettano di girarsi dall’altra parte, facendo finta di non accorgersene.
Certo, comunque, l’aver votato queste persone alle ultime elezioni provinciali (ma anche a tutte le altre elezioni, più o meno) è una gravissima colpa, senza molte attenuanti, per il popolo agrigentino.
Siamo noi, non altri, che abbiamo consegnato il potere a persone come questo presidente… cosa ci aspettavamo? Non solo, ma questo presidente non ha vinto al ballottaggio, e nemmeno ha vinto con 50,1% dei voti… ha avuto praticamente un plebiscito.
Sono in pochi, veramente pochi, quelli “abilitati” a lamentarsi.
Complimenti, GJ, sei tra i pochi che segue con attenzione l’argomento… ciò ti fa onore.