“Chi ha ostacolato il processo di riforma e di risanamento? Volete i nomi e i cognomi? Il Presidente del gruppo Pdl all’Ars Innocenzo Leontini, i deputati Fabio Mancuso e Giuseppe Limoli e il loro ispiratore, senatore Firrarello. Tutti fanno capo all’area di Schifani e Alfano. Ecco la verità.” Questo è quanto ha dichiarato Raffaele Lombardo a proposito dei rapporti tra il governo regionale siciliano e l’area cosiddetta lealista del Pdl.
“In Sicilia abbiamo messo in discussione un modello di organizzazione sanitaria che faceva acqua da tutte le parti e che è stata oggetto di sanzioni da parte dello stato che ha stipulato con noi un patto di rientro fatto di scadenze precise.”
“Tremonti dice che la Puglia di Vendola, per la sanità, andrebbe commissariata, la Calabria ha perso un miliardo di euro sottratti allo sviluppo a causa della mala gestione della sanità. – sottolinea Lombardo – Noi siamo a posto grazie a Massimo Russo, al suo rigore e ai mille no che ha detto a me e al mondo intero. Noi abbiamo rispettato il piano di rientro e veniamo citati come una regione modello.”
“Io sono stato attaccato, aggredito e insultato per aver portato a casa una cosa importantissima: sono riuscito a contribuire, come presidente della Regione, a rimettere sul giusto binario un treno che stava deragliando. Noi siamo a posto con la nostra coscienza” ha ricordato Lombardo.
A proposito poi del ruolo della stampa e dell’informazione il Governatore ha detto: “Mi auguro che i siciliani capiscano che di questo sistema che si oppone alle riforme vere fa parte anche tutto un pezzo di comunicazione disonesta che mi ha aggredito facendomi passare per uno prossimo all’arresto al solo fine di demolire la mia immagine e distruggere il processo riformatore. Dei veri e propri criminali – conclude – che avrebbero potuto far cadere il governo della regione.”