I CORSI DELLA FEDERCOMED A RACALMUTO

Alla presenza della Dott.ssa Maria Pia Indelicato, responsabile dell’Istituto  di Formazione Professionale FEDERCOMED,  è stato dato il via al corso per operatore di ripresa cinematografica, riservato a 20 giovani ai quali verrà corrisposta, tra l’altro, anche una piccola indennità giornaliera di poco più di 4 euro.

Al termine delle 900 ore di lezioni previste, verrà rilasciato un regolare attestato, riconosciuto ai fini di legge e spendibile nel mercato del lavoro.

Si sa che le arti visive hanno, prima ancora dell’invenzione della scrittura, impressionato l’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra.

E dentro il Castello Chiaramontano di Racalmuto si è voluto fortemente ospitare questo importante corso.

Un Castello diventato un prezioso scrigno, non solo di tesori artistici,  con le sue attività  museali, volte principalmente verso le arti plastiche e figurative contemporanee ed all’Artigianato, ma che  anche sede di un’Accademia di Musica Moderna.

Adesso, oltre alla convegnistica, un prezioso spazio viene dedicato anche al Cinema, in un contesto ben più ampio, se si considera che proprio la FERCOMED, ossia la Federazione Comunitaria del Mediterraneo, fa parte ed opera, tra l’altro,  all’interno del Consiglio d’Europa, assieme  all’International Peace Bureau e cioè al Tavolo Internazionale della Pace.

Quest’ultima è un’Organizzazione Internazionale insignita nel 1910 del Premio Nobel per la Pace e di cui fa parte anche un altro prestigiosissimo Organismo Internazionale e cioé i Mayors For Peace, i Sindaci per la Pace che annovera al suo interno 4 mila Comuni di tutto il mondo.

Pertanto la presenza di FEDERCOMED  a Racalmuto con le sue notevoli esperienze in tema non solo di pace, ma di rapporti internazionali è da considerarsi una grossa conquista, il cui merito è totalmente ascrivibile alla Dott.ssa Maria Pia Indelicato, reduce tra l’altro, nel marzo scorso, da una serie di incontri in terra d’Iraq,  con numerosi rappresentanti Istituzionali, Sindaci, Prefetti,  Ambasciatori Iracheni ed Iraniani.

I Paesi dove  si registrano le maggiori tensioni a carattere sociale, religioso e politico e che spesso, purtroppo,  si trasformano in teatri di guerra, sono al centro delle attenzioni di questi importanti Organizzazioni Internazionali che interagiscono oltre che con il Consiglio d’Europa, anche con l’ONU.

E FEDERCOMED, assieme al Comune di Racalmuto ed alle già citate quattromila realtà istituzionali locali di tutto il mondo, fanno parte di questo grande progetto di pace internazionale.

Adesso  il Corso di Cinematografia di Racalmuto ed  il Master che si sta tenendo presso il Consorzio Universitario di Agrigento, contribuiranno ad esaltare i valori espressi sinora dall’International Peace Bureau.

Mi direte come?

Presto detto.

Lo scorso anno, a novembre, abbiamo ospitato una delegazione di alcuni miei colleghi sindaci  delle più grosse città irachene ed iraniane ed alcuni Prefetti, in occasione delle celebrazioni per il  Ventennale della morte di Leonardo Sciascia.

Allora mi balenò nella mente un altro importante incontro che avevo avuto durante l’estate, sempre del 2009.

Mi riferisco ad uno scambio culturale con il regista svizzero, Marco Poloni ed il critico, Riccardo Lisi.

Entrambi sono stati presenti a Racalmuto, per poi passare da Marzamemi, dove ogni anno si celebra uno dei più belli appuntamenti riservati alla cinematografia internazionale.

In quel di Marzamemi, abbiamo discusso di un loro progetto che riguardava Sciascia e non solo.

A Racalmuto, ricordo che mi impressionò un Video Art, con il quale il regista Poloni aveva partecipato a numerosi festival, compreso anche quello di Locarno.

Si trattava della  SCOMPARSA di ETTORE MAIORANA, lo scienziato catanese,  anch’egli alle prese come Einstein e tanti altri suoi colleghi,   con il tormento della sperimentazione  che di lì a breve avrebbe portato al terrore planetario,  proprio  della nostra era atomica.

E’ inutile commentare e valutare il valore artistico di un’opera che mi colpì per il susseguirsi delle immagini che si intersecavano tra di loro; si inseguivano mirabilmente e molto lentamente in una sorta di gioco a scomparsa.

Un  travaso scenico, condito da un assordante silenzio,  accompagnato soltanto dai  quasi impercettibili rumori dei movimenti da un unico essere umano filmato in mezzo solo oggetti e cose, il Maiorana;  alle prese con i gesti propri della sua quotidianità, quali ad esempio il rumore delle coperte,  mentre disteso su un letto, assorto in degli indecifrabili pensieri,  fumava una sigaretta.

Le telecamere, ossessivamente continuavano a seguire  i suoi movimenti verso quella che di lì a breve si sarebbe trasformata in  un’eterea fuga, segnata dal suo lentissimo spostarsi, dalla sua stanza,  come se fosse  in preda ad un costante  scivolamento, verso una nave che poi era l’Achille Lauro.

Ed ecco che adesso tento di spiegare che c’entra il regista Poloni, la Signora Maria Pia Indelicato, Achille Lauro e adesso possiamo aggiungere i nostri amici iraniani, a partire dallo Scià di Persia.

Od ancora il Khomeinismo, il pericolo atomico  agitato  oggi da qualche folle iraniano e che agitava ieri e tormentava Ettore Maiorana.

Che cosa c’è di più tragicamente  attuale oggi?

Achille Lauro, vendette  allo Scià di Persia  quella nave sulla quale fu visto per l’ultima volta, od almeno così si ritiene, Ettore Maiorana.

Stiamo parlando cioè della stessa nave,  ormeggiata al largo del più importante porto iraniano e che fu silurata allorquando l’Iman Khomeini, rientrato  in Iran, reduce  dal lungo esilio parigino,   con la sua arrembante Jihad islamica,  instaurò quel terribile e liberticida  regime teocratico che, 
ancora oggi, tutti quanti nel mondo temiamo, proprio  a causa delle sue continue minacce di guerra atomica.

 L’Achille Lauro prima inghiottiva nel nulla Ettore Maiorana e poi con lei scomparivano  persino quelle poche libertà di cui godeva l’Iran ai tempi dello Scià.

E nel gioco a scomparsa, l’immagine della nave,  nel film di Poloni, risucchia la  stanza d’albergo dello scienziato catanese,  per perderci quasi definitivamente verso l’ignoto, il mistero di una sparizione.

 Poi, sempre quella nave,  ricompare in un porto, pronta per l’appuntamento con una storia, o per meglio dire con la Storia di una Rivoluzione, quella khomeinista.

I corsi e ricorsi storici?

Il terrore atomico di un uomo, di un mondo, viaggia su una nave che esplode.

Ma, sempre quel terrore,  continua ad inseguirci come nel gioco di immagini Poloni.

Mi è sembrato giusto, a quel punto, mettere assieme la Signora Maria Pia Indelicato,  le sue amicizie irachene ed iraniane,  un regista svizzero ed i suoi progetti cinematografici su Sciascia.

Poi ho pensato ad una catartica trasfigurazione artistica e filmica di un mio costante pensiero rivolto ad una curiosa realtà nostrana, fatta di colate di cemento, di obbrobriosi scheletri in muratura  inchiodati in maniera mortifera nei nostri territori.

Elementi stonati che stridono con i nostri paesaggi ed i nostri paesi,  lasciati da sempre al loro destino senza speranza, tentativi di costruzione,  buoni solo ad onorare un unicum al mondo  riconducibile a quello  stile architettonico che io,  tempo fa,  battezzai NON FINITO SICILIANO.

L’idea visiva e filmica  di trarre spunto da una devastazione dei nostri territori per ricavarne un prodotto cinematografico,  esportabile e godibile in tutto il mondo, è assai simile a quella di chi ha fatto tesoro, per motivi artistici e non solo,  del marchio mafia, in Italia ed all’Estero, per poter
trarne dei benefici, anche a livello professionale.

Ed una volta tanto non ci riferiamo alla storia dei professionisti dell’antimafia di sciasciana memoria.

Storie anche queste assai devastanti e che hanno inciso in profondità sulle coscienze degli italiani, dell’intero Sud Italia.

 Il nostro destino assai spesso è stato macchiato e marchiato col sangue, col ferro, col fuoco  della mafia.

 Qualche  volta è stato anche  infangato con i furori giustizialisti dell’antimafia  di professione.

Due estreme sciagure, in qualche occasione solo apparentemente antitetiche ed in contrasto tra di loro  che hanno distrutto, ovviamente molto di più la mafia,  le speranze di sviluppo di un intero popolo.

E per uscir fuor di mafia o di metafora, chissà se il cinema di Poloni ed i corsi della Signora Indelicato, potranno risultare utili a  racchiudere,  possibilmente,  tutto il male di questo mondo, trasfigurandolo  in una pellicola,  in un DVD, in un nuovo film esorcizzante.

 Può essere sicuramente utile per la pace e lo sviluppo vero ed autentico, un corso di cinematografia o un master universitario, conseguenza logica ed ontologica  di una contaminazione italo-svizzera, di una serie di istanze  libertarie di provenienza mediorientale.

Per scongiurare le ben più pericolose brutture delle coscienze che ci vorrebbero ricondurre alle guerre, siano esse guerre di mafia od antimafia od ancora quelle minacciate da Corea o Iran, basta solo un film?
Verificheremo.

Salvatore Petrotto

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