Nello stigmatizzare la partecipazione del sindaco alla fiaccolata antimafia e per la legalità, tenutasi a San Leone, Arnone invita Graci a prendere atto del fatto che lo stesso è sottoposto ad una grave misura cautelare della libertà personale.
Misura che consiste nel divieto a mettere piede nella città di Licata.
Pertanto, sostiene Arnone, dovrebbe avere maggior rispetto della decisione unanime di una dozzina di magistrati, incluso un Collegio della Cassazione, tenendo presente che la sua partecipazione alla fiaccolata può esser letta come una offesa alle forze dell’ordine e ai magistrati impegnati contro la mafia o come la volontà di porre in essere un provocazione finalizzata a ridicolizzare quella importante iniziativa.
Occorre dare ragione al consigliere ARNONE per quanto scritto.
giuseppe
Certamente Arnone ha ragione, ma questo non può assolutamente bastare. In uno Stato dove le leggi antimafia sono scritte da quelli che ritengono Mangano un eroe, dove le leggi fiscali sono fatte dai più grandi bancarottieri e a loro esclusivo beneficio, dove il Parlamento ospita fior di condannati o imputati per mafia e altri gravi reati, si finisce con il perdere la capacità di indignarsi, con l’innalzare a dismisura la soglia della sopportazione…
Bene Arnone, ma sarebbe ancora meglio armarsi tutti di potenti ramazze e rimandare a casa (o dove meritano) tutta una serie di questi soggetti…