La polizia di Montreal ritiene che l’uccisione di Agostino Cuntrera, 66 anni (nella foto ai funerali di Domenico Macri, ucciso nel 2006), ritenuto un membro del clan Rizzuto, sia dovuta ad una guerra tra due famiglie mafiose.
Cuntrera è stato ucciso martedì fuori dal suo ristorante, raggiunto da almeno due colpi di fucile.
Secondo gli inquirenti, l’assassinio di Cuntrera potrebbe avere segnato la fine dell’egemonia della famiglia mafiosa dei Rizzuto.
La mafia dei Rizzuto, stava infatti affrontando una sfida senza precedenti per il controllo dei traffici illeciti nella città di Montreal.
Una sfida, che secondo la polizia canadese, si sarebbe chiusa martedì con l’omicidio di Agostino Cuntrera e la sua guardia del corpo, Liborio Sciascia.
Di diverso parere alcuni esperti ed investigatori specializzati in fatti di mafia, i quali ritengono che quanto accade oggi in Canada, abbia una dimensione molto più grande che non esitano a definire un vero e proprio terremoto all’interno di equilibri mafiosi consolidati ormai da molti anni.
Dopo la scomparsa di personaggi di alto profilo e una dozzina di omicidi di stampo mafioso in pochi anni, alcuni esperti ritengono che i calabresi, che dagli anni ‘70 non hanno nessuno che li rappresenti a Montreal, stiano cercando di strappare il potere dalle mani dei Rizzuto.
Montreal, dalla fine degli anni ‘30, è stata centro di potere mafioso, potendo contare anche sull’appoggio delle potenti famiglie di New York.
I fatti più recenti, che hanno indebolito le famiglie canadesi, avrebbero portato ad uno scontro tra siciliani e calabresi, sostenuti economicamente da nuovi e potenti mecenati degli Stati Uniti, per il controllo del territorio.
Anche se l’uccisione di Cuntrera fosse il risultato di lotte intestine all’interno della mafia di Montreal – altra teoria avanzata dalle forze dell’ordine -, avrebbe ottenuto quasi certamente la necessaria benedizione dei capimafia di New York e Buffalo.
«Io credo si tratti di un importante punto di svolta. … Non è un ragazzo quello che è stato ucciso. Qualcuno ha evidentemente deciso di fare pulizia in casa propria”, ha affermato l’investigatore in pensione dell’Rcmp, Pierre de Champlain, che ha scritto molto sulle attività della mafia italiana in Canada.
Mentre tutti sottolineano che non è ancora chiaro quanto stia accadendo, una mezza dozzina tra quelli che vengono ritenuti i massimi esperti e studiosi della criminalità organizzata in Ontario e Quebec, condividono l‘idea che l’era Rizzuto, guidati dal malato e anziano patriarca Nicolò Rizzuto (86 anni) e da suo figlio Vito, attualmente detenuto, sia terminata e questo favorirebbe nuove famiglie che stanno guadagnando un punto d’appoggio nelle vecchie famiglie che hanno ancora conti da regolare.
Le recenti uccisioni e un’ondata di attentati dinamitardi ed incendiari, unitamente al rapimento di Paolo Renda, consigliere dei Rizzuto, e l’agguato organizzato alla velocità della luce contro Cuntrera, dimostrano che i nemici dei Rizzuto sono organizzati e ben finanziati e hanno la benedizione di potenti esponenti della mafia.
“La scomparsa di Paolo Renda e l’omicidio di Cuntrera segna un cambiamento sismico nel mondo sotterraneo” della mafia, ha detto Lee Lamothe, co-autore di un libro sull’organizzazione dei Rizzuto.
Se gli omicidi fanno segnare la fine di un’era, la morte di Cuntrera può rappresentare un fermalibri.
Fu un omicidio, 33 anni fa, in parte organizzato da Cuntrera, che permise ai Rizzuto il controllo sulla malavita di Montreal.
Mentre il commercio di droga è senza dubbio alla base dell’attacco all’organizzazione Rizzuto, la vendetta può anche essere un movente chiave.
Nato in Sicilia nel 1944, Cuntrera è arrivato in Canada nel 1965.
La sua famiglia, operando da una base in Venezuela, con il contributo di Nicolò Rizzuto e suo figlio Vito, organizzò un traffico di cocaina diretta a Montreal e nel Nord America, mettendo i Rizzuto nelle condizioni di diventare quelli Lamothe descrive nel suo libro come “La Sesta famiglia “.
Il loro principale ostacolo nel dominare la scena del crimine nella Montreal del 1970 era Paolo Violi, l’uomo messo a capo della città da parte della famiglia Cotroni e dai loro sostenitori di New York.
Violi, inconsapevolmente rivelò i segreti di famiglia nel corso di una intercettazione telefonica effettuata dalla polizia, causando enormi danni alle famiglie mafiose di New York.
A seguito di tali fatti, le “Cinque Famiglie”, il ghota della mafia statunitense, diedero la loro benedizione al suo assassinio nel 1978.
Paolo Violi e i fratelli, Francesco e Rocco, vennero uccisi in agguati separati.
Rocco, mentre si trovava seduto a tavola con i suoi due figli.
Cuntrera, si dichiarò colpevole per aver progettato l’omicidio e trascorse cinque anni in prigione.
I siciliani, guidati da Nick e Vito Rizzuto, salirono al potere e fondarono quella che venne definita “La Sesta Famiglia“..
Negli anni successivi, atti giudiziari e verbali di polizia riportano che Cuntrera era spesso al fianco dei due Rizzuto, ma non era un leader fondamentale nella organizzazione. almeno fino a poco tempo fa, quando a seguito di un vuoto di leadership, la sua posizione divenne dominante all’interno dell’organizzazione.
Consapevole dei rischi che correva – secondo quanto riferito dall’esperto André Noël a La Presse-, comprò un‘auto blindata e iniziò a procurarsi molte armi.
Temeva dunque una guerra di mafia, che potesse mettere in discussione il suo potere.
Una volta considerata una famiglia mafiosa onnipotente, i Rizzuto hanno da sempre controllato il traffico di droga, il gioco d’azzardo e le attività di prestito ad usura.
Il figlio di Nicolò Rizzuto Vito, che aveva assunto il controllo della famiglia, è stato arrestato dalle autorità statunitensi nel 2004 ed è attualmente in carcere per l’agguato ad un mafioso di New York nel 1980.
Nel 2012, potrebbe tornare in libertà, anche se non si esclude che a seguito di un ricorso presentato all’inizio di questo mese, potrebbe già essere rilasciato quest’anno.
Nel 2006, la polizia ha arrestato 80 membri del clan Rizzuto nel corso dell’operazione Colosseo, compreso il fragile Nicolo, che avrebbe trascorso tre anni di carcere prima di essere rilasciato per motivi di salute.
Lo scorso dicembre, il nipote e omonimo Nicolò Rizzuto , è stato ucciso in pieno giorno.
“Quanto accaduto, la dice lunga sullo stato della famiglia Rizzuto”, ha detto de Champlain.
Con i Rizzuto indeboliti dagli arresti o dalle morti, «era il momento perfetto per un rivale per muoversi contro di loro, sia per il traffico di droga o solo per vendicare qualcosa che è successo 30 o 40 anni fa, “, ha sostenuto Lamothe, aggiungendo che “Nella cultura della mafia siciliana, gli omicidi Violi non potevano rimanere invendicati. Anche dopo trent’anni“.
Le sorti del clan Rizzuto seguono di qualche anno quella dei Bonanno e delle vecchie famiglie di New York, decimate da anni di indagini federali degli Stati Uniti, dalle leggi anti-racket e dalle lotte intestine.
Anche se altri gruppi mafiosi sono già stati colpiti in altre località, Lamothe e altri ritengono che boss meno conosciuti in posti come l’Ontario e Buffalo abbiano conservato le loro organizzazioni e si trovino in una posizione di forza che potrebbe permettergli di prendere in consegna Montreal, direttamente o per delega.
Mentre Andre Cedilot, un ex reporter che conosce bene la storia della mafia canadese, ritiene molto probabile che siano i calabresi che vengono dall’Ontario, a voler prendere in consegna la mafia di Montreal, James Dubro , un altro esperto in cose di mafia, pensa che la partita sia più ampia e siano in molti coloro che stanno approfittando del momento favorevole.
“Penso che i mafiosi più giovani sono i più violenti. Quando si rimane al potere a lungo, si tende a rilassarsi. Penso che questo valga anche per alcuni degli uomini dei Rizzuto”, sostiene Andre Cedilot, non escludendo che ad attacchi esterni, possa aggiungersi l’ambizione di nuove leve che vorrebbero togliersi di torno i vecchi padrini.
Molti credono comunque che la rivalità tra famiglie, o interna che sia, si trovi in una fase di riscaldamento e che il vero spargimento di sangue, avverrà nel 2012, o forse prima, quando Vito Rizzuto verrà rilasciato dalla prigione.
Gian J. Morici
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