La lettera pubblicata da l’Espresso:
“Tutta la criminalità organizzata sta certamente gioendo e magari brindando a questa vittoria. Adesso il mio unico pensiero va a tutti i miei cari familiari perché se prima avevo una piccolissima possibilità di riconciliarmi con loro adesso certamente tutto mi sarà molto più difficile. Ho appreso la notizia della mia ‘non’ ammissione al programma di protezione dai mezzi d’informazione. Certamente mi amareggia, ma sono molto fiducioso nelle Istituzioni per cui non ho motivo alcuno di scoraggiarmi. Quello che chiedo, ora allo Stato, è rassicurazioni sull’incolumità della mia vita. Loro sanno benissimo che, da due anni, non faccio altro che reclamare maggiore garanzia per salvaguardare la mia vita perché sono consapevole che il mio nemico è molto abile ad infiltrarsi nelle istituzioni: ‘come nel passato ha già fatto’. Voglio dire che se ho dato un pezzo della mia vita per il male, sono ben disposto a perderla per il bene. Sono sempre a disposizione, a portare avanti questa mia missione per dare quel pezzo di verità a tutte quelle persone oneste e di buona volontà”.