Hollande, Valls e la responsabilità politica

hollande-valls-François, Manuel, Thomas, Valérie… Potrebbero benissimo essere i nomi dei personaggi di una soap-opera. A dire il vero è un po’ così ma la tregenda sta nel fatto che François è il Presidente francese, Manuel il suo Primo Ministro, Thomas il ripudiato dal partito per irregolarità col fisco e Valérie l’ex-compagna tradita del Presidente. Un vaudeville del quale la Francia farebbe volentieri a meno tanto sta affondando in problemi ben più gravi di quelli di un Presidente Normale come si è definito dall’inizio François Hollande.

Già si prevedeva un rientro politico catastrofico dovuto ai mille errori accumulati dal Governo Hollande, dai tira e molla, dalla mancanza di una vera e propria politica sociale tanto da far fuggire dal governo l’ala sinistra con le dimissioni di Arnaud Montebourg da Ministro dell’Economia contrario all’eccessiva austerity, seguito da Benoit Hamon, Ministro dell’Istruzione e Aurélie Filipetti Ministro della Cultura. Il Governo del Primo Ministro Manuel Valls è caduto precipitosamente ed altrettanto precipitosamente è stato riformato dallo stesso con una svolta a destra che ha dato il colpo di grazia ai già tanti delusi da questo strano socialismo.

E non si dica che il colpo di grazia l’hanno dato Valérie e Thomas. Valérie Trierweiler ha pubblicato un libro sulla sua storia con Hollande nei corridoi dell’Eliseo. E allora? Ognuno dice la sua e soprattutto che madame, ops, Mademoiselle, poteva avere il senso dello Stato ed aspettare almeno che il fedifrago finisse il proprio mandato. Va bene, sarà stata inelegante, ma il senso dello Stato avrebbe dovuto averlo per primo il Presidente e da first-lady normale di Presidente la normale Valérie si è vendicata o rivoltata.

E mentre il libro cominciava a far meno scalpore ecco che è arrivato sulla scena Thomas Thévenoud, Segretario di Stato al commercio estero. Ma è stato subito scoperto: non ha dichiarato le tasse per ben tre anni. Distratto? Fatto sta che è stato congedato dal Governo e pure escluso dal partito socialista. Ma Thomas resiste e decide di restare deputato senza etichetta. Mon Dieu! Il PS è indignato. Vedremo se Thévenoud si troverà bene nell’ala parlamentare al fianco dei deputati del Fronte Nazionale. Intanto sua moglie è anche lei nel mirino, sospesa dal suo lavoro presso il Gabinetto del Presidente del Senato: avrebbe partecipato alla distrazione fiscale del marito.

Comunque sia non è colpa loro se la presidenza Hollande vacilla sempre di più. Né Hollande né Valls hanno il diritto di trovare dei capri espiatori. E’ vero che gli scandali si sono accumulati, così come si sono accumulati in governi precedenti. La realtà è che Hollande non sa rispondere alle necessità dei francesi e che sin dall’inizio ha mostrato di non essere in grado di rivolgersi alla Francia né di seguire una politica economica coraggiosa che risanasse le imprese e desse un po’ di sospiro ad una nazione dove la soglia di povertà aumenta in modo esponenziale. La realtà è anche che Manuel Valls ha dato una sferzata a destra quando il voto socialista alle presidenziali veniva proprio da un auspicio di maggiore umanità e di politica sociale. Se il PS è ora più che mai diviso è colpa del vertice. Montebourg ha sbattuto la porta ma il suo colpo di stizza contro l’austerity a tutti i costi ha fatto aprire quella dei “frondisti” che stanno mettendo a dura prova la capacità di Valls di tenere unito il partito richiamando costantemente alla “responsabilità politica”.

Il 16 settembre l’ardua sentenza poiché i dissidenti PS potrebbero non votare la fiducia al Valls due. In teoria dovrebbe vincere la coerenza, ma quale?

Luisa Pace

 

 

 

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