sono un cittadino italiano che chiede, con atto formale di posta elettronica certificata, di poter aver garantito il diritto di conoscere esattamente quali siano le iniziative in corso che l’Italia sta portando avanti per tutelare due cittadini italiani sospettati dall’India di aver commesso un reato grave. Fatti presumibilmente accaduti secondo le affermazioni indiane durante l’esercizio delle loro funzioni di militari ai quali Nuova Delhi ha anche negato ”l’immunità funzionale”.
A tale riguardo, quindi, chiedo cortesemente a Lei che per quanto noto ha ricevuto la delega dal Premier di trattare e gestire direttamente il problema, il motivo per cui l’Italia non ha ancora attivato un atto formale presso le Nazioni Unite chiedendo l’applicazione urgente della procedura dell’arbitrato internazionale. Arbitrato che come a Lei noto può essere chiesto anche unilateralmente e che a mio modesto avviso dovrebbe essere avviato con la massima urgenza per dimostrare a Delhi che l’Italia non rinuncia a quanto garantito dal Diritto Internazionale.
Un ottimismo esasperato, infatti, sulla possibile e rapida soluzione del caso sembra ancora una volta non essere giustificato. E’ di nuovo iniziato il “balletto” dei rinvii delle udienze e le dichiarazioni contrastanti fra i Ministri indiani sulla efficacia legale e sostanziale degli impegni presi dal Ministro degli Esteri indiano che secondo quanto da Lei affermato ha escluso qualsiasi rischio della applicazione della pena capitale da parte del Tribunale speciale.
Signor Vice Ministro auspicherei, quindi, che nel quadro di un rapporto di massima trasparenza con gli italiani fosse reso pubblico questo documento almeno per quella parte dei contenuti che non siano nè confidenziali né tantomeno riservati. Tutte le centinaia di migliaia di italiani che stanno seguendo la vicenda dei due nostri connazionali da quattordici mesi, forse avrebbero il diritto di poter essere informati non solo da dichiarazioni ma dalla lettura diretta di un documento di fondamentale importanza e che dovrebbe garantire punti fondamentali del rispetto della nostra Costituzione in materia di estradizione. Un riscontro certo e garantito solo dalla lettura della “nota verbale” congiunta che dovrebbe essere stata sottoscritta da Lei e dal suo pari rango “de facto” indiano, sull’accordo della non punibilità dei due militari con la pena di morte.
Nel ringraziarLa per l’attenzione, rimango in attesa di conoscere i tempi entro i quali l’Italia prevede di chiedere formalmente all’ONU di attivare la procedura dell’arbitrato internazionale non rinunciando in tal modo ai propri diritti e di fornirmi cortesemente ogni altro elemento di risposta anche se negativo che confermi i rapporti di trasparenza fra i cittadini e le Istituzioni, giustappunto quanto garantito dalla normativa italiana (legge 241/90) ed imprescindibile punto fermo delle democrazie evolute .
Cordialmente
Gen.Brig. (ris) dott. Fernando Termentini
(mail@fernandotermentini.it), amministratore del gruppo di FB “Riportiamo a casa i due militari prigionieri”( https://www.facebook.com/groups/337996802910475/)
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