STABILITA’ – “Stiamo ancora aspettando la legge di stabilità, è in ritardo, è fuori dalla legge.” “Renzi a caccia di voti”
EQUITALIA – “Equitalia, ci vorrebbero 6 ore per abolirla. Per il reddito di cittadinanza, una settimana”
BERSANI – “Se avessimo fatto governo col PD, avremmo salvato Bersani. non me lo sarei mai perdonato”
“Noi stiamo ancora aspettando la legge di stabilità, il governo Renzi la doveva presentare il 15 ottobre e ancora non è arrivata; è in ritardo, anzi è fuori dalla legge, contro la legge”. Così il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24.
“Renzi ne ha fatte tante di promesse e non le ha mai mantenute”, spiega Di Maio, che sul reddito di cittadinanza aggiunge: “Avevo sperato che Renzi almeno su un tema così importante, che riguarda così tanti italiani, riguarda 3 milioni di poveri in povertà assoluta, tra cui molti bambini, almeno cedesse a una proposta del Movimento Cinque Stelle. In realtà è lui quello del ‘No’, più che noi”. “Aveva annunciato – prosegue il vicepresidente della Camera – che avrebbe abolito le Province e in realtà la Corte dei conti ci dice che ci sono e che costano anche di più; ha abolito solo gli elettori. Mentre – tra le cose cattive (che ha fatto, ndr) – in questo momento sta bandendo nuove licenze per concessionari di slot machine con cui pagherà la manovra elettorale della Tasi. È molto peggio di come me lo aspettavo, pensavo avesse una sua etica tutta personale, in realtà Matteo Renzi è solo una persona a caccia di voti ed è disposto a fare qualsiasi cosa. Gli 80 euro la stanno pagando i contadini con l’Imu agricola; la Tasi la pagheranno le famiglie con i tagli alla Sanità”.
A proposito di Montecitorio, così lo definisce il vicepresidente della Camera su Radio 24: “un posto in cui rendersi conto che per abolire Equitalia ci vorrebbero sei ore in questo Paese,per fare una legge sul reddito di cittadinanza basterebbe una settimana e risolviamo il problema a dieci milioni di cittadini in difficoltà”. Di Maio commenta anche la kermesse Cinquestelle che si è tenuta a Imola: “Imola era semplicemente un raduno nazionale dove dovevamo parlare e abbiamo parlato di temi come la lotta al gioco d’azzardo, invece si è trasformata in un dibattito sul leader. La considero un successo – prosegue Di Maio – non solo per le 200 mila persone che sono entrate e uscite da quell’autodromo in questo giorni, ma soprattutto perché lì abbiamo affermato che la priorità per le forze politiche non è parlare di se stesse, ma parlare e affrontare i problemi degli italiani”.
Nel corso dell’intervista a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, spiega la posizione del Movimento Cinque Stelle nel 2013, quando i grillini rifiutarono di fare un governo con il Pd allora guidato da Pierluigi Bersani: “No, non sono pentito (di non essere andato al governo con il Pd, ndr), perché avremmo fatto la stessa fine di Bersani: straniero a casa sua”. “Nella storia non me lo sarei mai perdonato, di aver salvato Bersani e quel partito che ci ha rovinato negli ultimi vent’anni in questo Paese facendo una finta opposizione a Berlusconi in questo Paese”.