– by Ariane Littman
It was a tensed week, broken in half by hope at first and then by disappointment for me and all those who wished for a change of government. But for everyone, March 17th was the day of the elector, where each and everyone, for a moment at least, hoped he/she could change a reality he/she would rather see differently.
The nice thing about this election day, apart from the day-off, is how total strangers reminded you not to forget to vote. And whether one likes or dislike the outcome, election day is first of all the basic right of the simple citizen to have a say and shake, for a while, the earth under the feet of the politicians too confident in their inherent power. This in itself gives the small citizen some sense of satisfaction.
Awkward alliances in the making coupled with enhanced desires to influence are also fascinating to watch. Election day, together with what precedes it as well as its outcome, is ultimately a mirror of what we are, of whom we are and therefore of what needs to be improved till the next round. For now, the elector goes back to his/her daily life and is left with the hope that the new government, still in the making, will manouver the ship in the best possible way till the next elections.
My question though is: in a democratic state, should a Prime Minister be re-elected 4 times in a row? Or is twice, like the presidential elections in the US, not enough?
Ariane Littman is a versatile artist living in Jerusalem. Her view on life in Israel is as peaceful as realistic. She is an objective witness of Israeli life with its good and bad points.
Lettera da Gerusalemme
E’ stata una settimana tesa, interrotta a metà prima dalla speranza e poi dalla delusione per me e per tutti coloro che auspicavano un cambio di governo. Ma per tutti, il 17 marzo è stato il giorno dell’elettore, quello in cui ognuno, almeno per un momento, ha sperato di poter modificare una realtà che avrebbe voluto un po’ diversa.
La cosa bella del giorno delle elezioni, a parte che è giorno non lavorativo, è stata il fatto che assoluti sconosciuti ti ricordavano di non dimenticare di votare. E che piacciano o no i risultati, il giorno delle elezioni è il primo di tutti i diritti fondamentali del semplice cittadino che può dire la sua e, per una volta, smuovere la terra sotto i piedi dei politici che hanno troppa fiducia nel proprio potere. Già questo dà al piccolo cittadino un senso di soddisfazione.
Anche le scomode alleanze ed il crescente desiderio di influenzare sono interessanti da osservare. Il giorno delle elezioni, e quanto lo precede con quello che ne esce, è sostanzialmente uno specchio di cosa siamo, di chi siamo e di conseguenza di cosa dobbiamo migliorare fino alla prossima volta. Per ora, gli elettori tornano alla loro vita quotidiana ed a quanto rimasto con la speranza che il nuovo governo, ancora in formazione, saprà manovrare la barca il meglio possibile sino alle prossime elezioni.
Ma la mia domanda è: in uno stato democratico, un Primo Ministro deve essere rieletto 4 folte di fila? O non sono sufficienti due mandati, come nelle elezioni presidenziali USA?
traduzione di Luisa Pace
Ariane Littman è un’artista poliedrica che vive a Gerusalemme. Il suo sguardo sulla vita in Israele è pacifico quanto realistico, le sue parole sono sempre una testimonianza obiettiva e profonda della società israeliana con i suoi pregi e difetti.