La tragedia che ha colpito i mari del Golfo del Messico, provocata dagli errori a catena commessi dalla British Petroleum, ha spinto le compagnie petrolifere a guardare altrove per allargare i campi di esplorazione, anche alla luce della moratoria imposta dal Presidente Obama.
É notizia di questi giorni che la BP trivellerà nel canale di Sicilia sulla base di un accordo milionario con la Libia.
“Siamo decisamente contrari alle nuove trivellazioni previste dalla BP nel Canale di Sicilia senza le dovute garanzie in termini di sicurezza ambientale ” – ha affermato l’On. Salvatore Iacolino, Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni al Parlamento europeo.
“Il mar Mediterraneo, che unisce i Paesi che vi si affacciano, non può diventare terreno di conquista commerciale. Il nostro mare, per sua natura senza ricambi importanti, potrebbe diventare una pozzanghera nera esclusivamente per finalità commerciali”
“La Commissione Europea – conclude Iacolino – ha il dovere di bloccare questa incauta iniziativa valutando i rischi a essa correlati e, nel contempo, vincolando le compagnie petrolifere operanti in aree e spazi pertinenti agli Stati membri dell’Unione Europea ad un rigoroso codice di condotta che salvaguardi l’ambiente, le persone e le attività imprenditoriali che in particolare nel mediterraneo sono state nel tempo sviluppate con successo”.
L’On. Iacolino ha presentato una interrogazione alla Commissione Europea, con la richiesta, altresì della previsione di una fattispecie di reato ambientale a livello europeo per scoraggiare improvvide e pericolose iniziative, come quelle relative alle trivellazioni nel Golfo della Sirte (Libia).