«Tutti i bambini a Gaza sono a rischio» dichiara la coordinatrice nutrizionale del team di emergenza di Azione contro la Fame. All’inizio dell’estate, almeno 34 bambini avevano perso la vita a causa della malnutrizione
1,1 milioni di persone (metà della popolazione di Gaza) in grave insicurezza alimentare1.La malnutrizione, quasi inesistente un anno fa, è in forte aumento.41.000 persone sono le perdite a Gaza dall’inizio del conflitto.L’86% del territorio di Gaza è soggetto a ordini di evacuazione forzata da parte di Israele e, di conseguenza, considerato insicuro, lasciando milioni di persone senza accesso ai beni essenziali.L’arrivo dell’inverno aggrava il rischio di malattie e peggiora le condizioni degli sfollatiMilano, 8 ottobre 2024 – A un anno dall’escalation di violenza che ha colpito Gaza, Azione contro la Fame lancia un allarme preoccupante: l’approssimarsi dell’inverno e la crescente malnutrizione pongono milioni di persone in una situazione di grave emergenza. Circa la metà della popolazione di Gaza, 1,1 milioni di individui, vive attualmente in condizioni di insicurezza alimentare, con la malnutrizione che torna a colpire in modo preoccupante.Malnutrizione e accesso limitato ai servizi essenzialiLa malnutrizione, quasi inesistente prima del conflitto, è diventata una grave minaccia. L’accesso limitato a cibo, acqua, servizi igienico-sanitari e vaccinazioni di routine contribuisce a questa crisi. Inoltre, la mancanza di articoli per l’igiene, unita a condizioni abitative precarie, aggravano ulteriormente la situazione. Oltre il 60% delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie di Gaza è stato distrutto, riducendo l’accesso all’acqua potabile a soli 2-8 litri al giorno per persona, ben al di sotto degli standard minimi per la sopravvivenza.I bambini sotto i cinque anni sono ad alto rischio: quasi il 90% dei casi di malnutrizione (acuta, grave e moderata) è stato riscontrato in bambini di età inferiore ai due anni, i più vulnerabili, nati subito prima o durante la guerra. Purtroppo, almeno 34 bambini sono già morti a causa della malnutrizione (dato di giugno 2024), della fame e della disidratazione, e il numero reale potrebbe essere significativamente più alto.I nostri operatori a Gaza continuano a curare e sottoporre a screening i bambini per verificare la presenza di malnutrizione acuta. Inoltre, molte donne fanno fatica ad allattare a causa dello stress e utilizzano integratori di latte, che necessitano di acqua potabile per evitare malattie causate da acqua contaminata.Oltre 340 persone sono costrette a condividere un solo bagno e 1.290 si devono servire di una sola doccia, laddove queste strutture sono disponibili. A causa della scarsità d’acqua, i residenti riescono a lavare i vestiti solo sporadicamente e spesso sono costretti a utilizzare le latrine come docce.«La malnutrizione, che sembrava un problema superato, sta tornando a livelli allarmanti», dichiara Cristina Izquierdo, coordinatrice nutrizionale del team di emergenza di Azione contro la Fame. «Un anno fa, non avremmo mai immaginato di dover misurare la circonferenza del braccio dei bambini per identificare il rischio di malnutrizione. Oggi, tutti i bambini di Gaza sono a rischio». La nutrizione è stata uno dei pilastri della nostra risposta in questa emergenza e Azione contro la Fame è diventata l’organizzazione leader in questo ambito.Un impegno continuo per prevenire la carestia«La malnutrizione e la carestia sono prevenibili», afferma Natalia Anguera, responsabile operativa per il Medio Oriente di Azione Contro la Fame, sottolineando l’importanza degli sforzi dell’organizzazione per fronteggiare questa crisi. Nonostante le enormi difficoltà, oltre 1.100.000 persone a Gaza sono state raggiunte con interventi umanitari da Azione contro la Fame, tra cui la distribuzione di milioni di litri di acqua potabile e la fornitura di cibo e kit igienici.Le organizzazioni umanitarie, tra cui Azione contro la Fame, stanno fornendo circa 600.000 pasti giornalieri in tutta Gaza, ma oltre 1,4 milioni di persone non hanno ricevuto le loro razioni alimentari a settembre, secondo quanto riportato dall’OCHA2.A causa dell’assenza di produzione alimentare e della limitata quantità di prodotti che entrano nella Striscia, la popolazione è particolarmente vulnerabile. Infatti, dal 7 ottobre 2023, gli agricoltori dei Territori Palestinesi Occupati hanno perso molti dei loro raccolti o non possono più raggiungere i loro campi. Questo non solo ha un impatto devastante sui mezzi di sussistenza e sul potere d’acquisto delle famiglie, ma sta anche distruggendo il mercato locale: il cibo è sempre più scarso e quel poco che è disponibile è estremamente costoso.Sebbene almeno il 75% delle terre coltivabili di Gaza sia stato danneggiato, gli operatori di Azione contro la Fame a Gaza stanno già rispondendo ai bisogni sul campo, assicurando che i contadini che stanno ancora lavorando dispongano degli strumenti e delle risorse necessarie per ricostruireCrisi umanitaria anche in Cisgiordania e Gerusalemme EstNon solo Gaza: anche la Cisgiordania e Gerusalemme Est stanno vivendo un’escalation di violenze e restrizioni senza precedenti.Le incursioni militari, la violenza dei coloni e il trasferimento forzato delle popolazioni sono aumentati in modo drammatico negli ultimi 12 mesi.Le squadre di Azione contro la Fame riportano condizioni mai viste prima, con demolizioni di infrastrutture essenziali come strade, reti idriche e fognarie. La situazione richiede un intervento deciso e immediato.Il freddo in arrivo e le condizioni degli sfollatiCon l’avvicinarsi dei mesi invernali, il freddo e la pioggia, le famiglie sfollate – molte delle quali vivono in tende danneggiate o all’aperto – affrontano un rischio crescente di contrarre malattie come infezioni respiratorie acute e diarrea. Natalia Anguera esprime profonda preoccupazione: «Le famiglie che vivono in queste condizioni precarie non sono pronte ad affrontare il freddo. Molti sono costretti a dormire all’aperto, in aree in cui si accumulano acqua piovana e rifiuti, aumentando il rischio di epidemie».[1] Fonte: analisi IPC, Integrated Food Security Phase Classification (Classificazione Integrata delle Fasi della Sicurezza Alimentare)[2] OCHA è l’acronimo di Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari) |
Azione contro la Fame | www.azionecontrolafame.itAzione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale impegnata a garantire a ogni persona il diritto a una vita libera dalla fame.Specialisti da 45 anni, prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e ne preveniamo le cause. Siamo in prima linea in 56 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione.Guidiamo con determinazione la lotta globale contro la fame, introducendo innovazioni che promuovono il progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali e mobilitando persone e governi per realizzare un cambiamento sostenibile.Ogni anno aiutiamo 21 milioni di persone. |
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