“Quando leggo le anticipazioni, mando subito un messaggio al suo nuovo ‘coordinatore del collegio di difesa’, Riccardo Sindoca, amico di Ferramonti, che subentra dopo che Dinoia e Federico rimettono il mandato difensivo. Lui mi smentisce che Marogna mi abbia coinvolto e mi assicura che ha mandato una smentita anche a Report, in cui sostiene che la sua intervista è stata montata per farle dire ciò che non aveva detto. Cosa palesemente incredibile. A questo punto il mio difensore, Marisa Sciscio, deciderà come procedere con le querele.” Così replica Giuliano Tavaroli, ex capo della Security di Pirelli-Telecom, in un’intervista al Fatto Quotidiano relativa al caso dell’incontro in autogrill tra Matteo Renzi e Marco Mancini, agente dei servizi segreti.
“Non c’è nessuna destabilizzazione. Lo prova la data in cui io ho incontrato la signora Marogna: il 29 settembre 2020, quando Carta non era più a capo del servizio ed era già presidente di Leonardo – continua Tavaroli -. Proprio per questo Marogna viene da me: perché, dopo aver lavorato con Carta, non ha più rapporti con i Servizi e vorrebbe che io la mettessi in contatto con Mancini. Le rispondo che io non posso farlo, che non ho rapporti con quel mondo, e che comunque Mancini ha solo ruoli amministrativi. Le consiglio invece di riprendere i contatti con il Vaticano, con cui aveva lavorato. Me lo conferma Francesca Chaouqui, che chiamo: insiste perché Marogna torni a relazionarsi con il Vaticano. Mi fornisce un indirizzo email di monsignor Pietro Parolin che io ai primi di ottobre giro a Marogna, chiedendole di fissare un appuntamento con la Segreteria di Stato vaticana. Ripeto: tutto ciò avviene dopo che Carta non era più ai servizi e monsignor Becciu era già stato rimosso. Stop”.
“Tre anni fa ho ricevuto una telefonata di Ferramonti che mi chiedeva di ricevere la signora Marogna che aveva bisogno di consigli professionali. L’ho incontrata, mi ha detto che voleva lavorare nel settore della geopolitica e dell’intelligence privata, le ho risposto che non ero in grado di aiutarla. Non mi pareva avesse grandi competenze e poi, in Italia, questo settore non offre grandi possibilità. La vicenda si riapre quando a chiamarmi è Francesco Pazienza, che ho conosciuto solo qualche anno fa, ben dopo tutte le sue vicende giudiziarie, che mi chiede anch’egli di incontrare la signora Marogna” conclude.