Ne“La Ballata dell’eroe” Fabrizio De André cantava
“Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle
e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità ora che è morto la patria si gloria
Ad d’un altro eroe alla memoria
ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d’un soldato vivo, d’un eroe morto che ne farà se accanto nel letto le è rimasta la gloria d’una medaglia alla memoria”
La canzone, inno di tutte le vittime sacrificali immolate in nome e per conto della Patria, è perfettamente aderente alla storia dell’ex finanziere Antonio dal Cin, fedele servitore della patria, che da anni lotta affinché gli venga riconosciuta, in vita, un’adeguata pensione.
La storia
Il militare di Sabaudia, dopo aver contratto l’asbestosi pleurica durante lo svolgimento delle sue mansioni lavorative, nel 2014 è stato giudicato “inabile” e congedato con il 100% di inabilità causata dalla fibra killer, ma lo Stato, che gli “eroi” li preferisce morti, ad oggi ha abbandonato quasi del tutto l’ex Gdf.
Purtroppo infatti, in occasione della “causa di servizio” e della prestazione di “vittima del dovere”, questo 100% si è inspiegabilmente ridotto al 5%.
In tasca, come per l’eroe di De Andrè, gli è rimasto un riconoscimento, che a noi suona quasi beffardo, di “Vittima del dovere”, per il resto il nulla cosmico e tante parcelle da pagare.
Poiché le cure, costosissime per l’atro non si possono estinguere con un titolo e poiché Dal Cin ha moglie (anche lei affetta da una seria patologia) e figli piccoli, la lotta del militare contro il negazionismo istituzionale si sta facendo sempre più serrata.
A sposarla in pieno è stato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) che non intende dare ragione a chi cerca inutilmente di sotterrare l’evidenza dei fatti.
Per tali motivi Dal Cin ha presentato un nuovo ricorso al Giudice del Lavoro del tribunale di Latina in cui chiede la condanna del Ministro dell’Interno e delle Finanze.
Appare evidente che a Dal Cin spetti a pieno titolo l’equo indennizzo e la prestazione di vittima del dovere,
anche perché gli spiccioli a lui riconosciuti non sono bastati neanche per pagare le medicine.
Il ricorso è stato depositato dall’avvocato Ezio Bonanni presidente dell’Ona, vero mastino delle giuste cause e la lotta continua, perché non ci accontentiamo né di parole, blasoni, stemmi, né di bandiere patriottiche sulle bare, ma solo di fatti concreti.
L’odio di chi viene verbalizzato anche quando la verbalizzazione è giusta. Essere visti come esattori e non come umili servitori dello Stato. Poi, quando un militare viene colto da sventurata sorte è come se niente fosse successo. Nessuna solidarietà concreta. Purtroppo capita, questo è il commento. Speriamo che vengano riconosciuti a lui tutti i suoi diritti, perché non è per compassione che eventuali emolumenti sarebbero a lui dati, ma è solo giustizia. Quella giustizia di cui si parla tanto. Quella giustizia di cui abbiamo immediatamente ed immensamente bisogno.