L’Organizzazione riconosce alcuni segnali positivi, ma chiede di rafforzare i servizi per l’infanzia e le misure a sostegno della genitorialità condivisa, il Fondo per il contrasto alla povertà alimentare a scuola e l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo e la certificazione delle competenze digitali
Un passo in più per sostenere effettivamente i bambini, le bambine e le famiglie e garantire crescita, pari opportunità e coesione sociale. Lo chiede Save the Children oggi durante l’audizione sulla manovra presso le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.
“Analizzando la Legge di Bilancio dal punto di vista dei bambini e dei giovani, emerge come, pur essendo presenti alcune importanti misure, l’azione complessiva a favore dell’infanzia, dell’adolescenza e delle famiglie, andrebbe ulteriormente rafforzata in considerazione delle sfide di crescita e coesione sociale del Paese. Per questo è necessario un passo in più. Chiediamo alle forze politiche di rafforzare i servizi per l’infanzia e le misure a sostegno della genitorialità condivisa, come strumenti fondamentali per la crescita e il benessere dei bambini e delle famiglie. È necessario anche potenziare il Fondo contro la povertà alimentare a scuola, per garantire la mensa gratuita ai bambini delle famiglie in difficoltà, assicurando almeno un pasto sano e proteico al giorno, quantomai necessario in un Paese come il nostro, dove più di un milione e 283 mila minori vivono in condizione di povertà assoluta. Ed è sotto agli occhi di tutti che serve un lavoro condiviso per proteggere e orientare i giovani nel mondo digitale, alle opportunità e ai rischi per l’esposizione a contenuti non adeguati o ad abusi: a questo proposito, proponiamo l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo e la certificazione delle competenze digitali nelle scuole e investimenti per finanziare attività di sostegno delle competenze digitali de genitori, affinché possano affiancare ragazzi e ragazze in modo consapevole e sicuro”, ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Relazioni Istituzionali di Save the Children.
Sebbene nell’ambito delle politiche familiari di genere, l’esonero contributivo per le lavoratrici madri e le modifiche ai congedi parentali siano segnali che vanno nella giusta direzione, l’Organizzazione sottolinea come siano necessarie ulteriori misure per favorire una reale condivisione del lavoro di cura e il benessere dei bambini e delle famiglie. Save the Children manifesta il proprio apprezzamento per l’istituzione del Fondo per le attività socioeducative a favore dei minori, ma propone di includere interventi volti a prevenire e contrastare la dispersione scolastica e la perdita di apprendimenti che si verifica durante i mesi estivi, il cosiddetto Summer Learning Loss.
Sottolineiamo, inoltre, come sia apprezzabile l’intento di tenere alta l’attenzione sul tema della violenza di genere, per questo chiediamo al Governo di intervenire con decisione sul sostegno agli orfani di femminicidio, attraverso la defiscalizzazione dei benefici economici, e l’istituzione di un Fondo per il supporto psicologico ai minori vittime di violenza assistita, che lascia ferite profonde e durature nei più piccoli. Infine, sarebbe importante prevedere il patrocinio a spese dello Stato a prescindere dai limiti di reddito per le vittime di eventi emergenziali, come terremoti e alluvioni, per assicurare il loro pieno accesso alla giustizia.
“Le proposte avanzate oggi da Save the Children in audizione non incidono in modo significativo sulla spesa pubblica, ma rafforzano l’impatto delle politiche a favore dei minori e delle famiglie. Per questo, l’Organizzazione chiede al Governo e al Parlamento di sostenere una visione più ampia e incisiva affinché tutti i bambini, le bambine e i giovani abbiano pari opportunità a prescindere dalla loro condizione socio-economica o dal luogo in cui vivono. È essenziale costruire un Paese che offra a tutti i bambini e le bambine uguali opportunità, condizione indispensabile per una crescita equa, coesa e orientata al benessere di tutti e tutte, specie dei più piccoli”, conclude Giorgia D’Errico.