
La proposta di riforma costituzionale sulla separazione delle carriere della magistratura in Italia è al centro di un acceso dibattito politico e giuridico, ora arricchito da un intervento delle Nazioni Unite.
Come riportato dal Fatto Quotidiano, la Relatrice speciale dell’ONU sull’indipendenza della giustizia ha inviato una lettera al Governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, esprimendo serie preoccupazioni. La riforma in esame, rischierebbe di violare gli obblighi internazionali dell’Italia, mettendo a repentaglio l’indipendenza dei Pubblici Ministeri (PM).
Il timore espresso dalla Relatrice speciale è che la proposta di riforma potrebbe privare il pubblico ministero dello status e della garanzia di indipendenza esterna che la Costituzione attualmente assicura attraverso il principio di unità della magistratura. Questo principio, fondamentale nell’ordinamento italiano, implica un insieme comune di garanzie per giudici e pubblici ministeri e l’esistenza di un unico Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).
La riforma, che prevede la creazione di due distinti Consigli Superiori (uno per i Giudici e uno per i PM) e mira a modificare l’attuale assetto unitario della magistratura, è stata approvata in via definitiva dal Senato e si avvia verso un referendum confermativo in primavera.
Gli oppositori, tra cui l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) e gran parte delle forze di opposizione, vedono nella riforma un grave rischio per le libertà individuali e l’equilibrio costituzionale.
Il timore principale, condiviso dall’ONU, è che la separazione e la creazione di un CSM autonomo per i PM possano spingere la Procura sotto l’influenza o il controllo del Governo, riducendo l’indipendenza dalla politica.
L’attuale Costituzione prevede un unico “Ordine” di magistrati, garantendo che sia giudici che PM siano “soggetti soltanto alla legge” (Art. 101) e indipendenti dagli altri poteri dello Stato.
L’indipendenza del PM è determinante per proteggere l’obbligatorietà dell’azione penale (Art. 112 Cost.), evitando che la politica possa influenzare decisioni su indagini, archiviazioni o rinvii a giudizio.
Con la riforma che ora include un esplicito avvertimento internazionale, il dibattito si fa ancora più intenso. L’esito finale dipenderà dal referendum confermativo previsto, che chiamerà i cittadini a esprimersi su una delle modifiche costituzionali più controverse degli ultimi anni.

 
         
         
         
         
        