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Agrigento – Sabato 17 maggio, in occasione del primo anniversario dell’inaugurazione del Parco Livatino, in memoria di tutte le vittime di mafia, la sezione provinciale del Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio, ha organizzato una giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia. La Giornata ha avuto inizio con la Celebrazione Eucaristica, presieduta da don Calogero Proietto e concelebrata da don Carmelo Petrone e da don Giovanni Gattuso, Vicario Foraneo di Cammarata. Per l’occasione è stato inaugurato l’angolo della preghiera, uno spazio alla sinistra della Stele commemorativa a ricordo del giudice Rosario Livatino e a pochi passi dal luogo dove è stato ucciso. Per la prima volta, sul luogo della memoria del martirio del Giudice Beato, nei pressi del masso bianco, dove è stato trovato il suo corpo, è stato celebrato il Sacrificio Eucaristico, un momento significativo e dalla forte valenza spirituale perché, come ha detto don Carmelo Petrone prima della Celebrazione, adesso si può pregare e giungere in pellegrinaggio al luogo del martirio del Giudice; un posto di morte diventato luogo di vita, bellezza e memoria di un testimone credibile del Vangelo fino alla morte eroica. Invitando a guardare quel masso bianco – dietro cui il Giudice, probabilmente, sperava di trovare riparo dai killer durante la disperata corsa, tra l’erba e i sassi del pendio – don Carmelo ha richiamato alla memoria dei presenti le parole di mons. Carmelo Ferraro: “Gli assassini – disse giorno dei funerali nella Chiesa San Diego di Canicattì – volevano spegnere una luce, senza saperlo, hanno acceso un’enorme fiaccola” che a distanza di anni brilla per la sua testimonianza credibile di vita e il suo sangue martiriale versato è, secondo l’espressione di Tertulliano, “seme” di cambiamento e rinascita perché germoglino, nelle nostre vite opere di giustizia e legalità.
Al termine è stato messo in scena un monologo dedicato alla mamma del giudice, a cura dell’Associazione teatrale “Arcobaleno”, tratta dall’opera “Anime che si chiamano” (vedi foto); al termine sono state dedicate delle piante di ulivo al giudice Antonino Saetta ed al figlio Stefano; al maresciallo Maggiore dell’Arma dei Carabinieri Giuliano Guazzelli; agli imprenditori Giuseppe e Paolo Borsellino di Lucca Sicula; a Filippo Gebbia e Salvatore Morreale uccisi nella prima strage di Porto Empedocle; a Stefano Volpe e Giuseppe Marnalo uccisi nella seconda strage di Porto Empedocle. Una pianta di ulivo è stata dedicata anche a Papa Francesco. Al momento erano presenti gli studenti del liceo scientifico “Martin Luther King” di Favara, accompagnati dalla professoressa Giada Attanasio, insieme a un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica San Vito, del Gruppo Giovani Controcorrente e della Comunità Ecclesiale di Cammarata. Una presenza silenziosa ma importante, segno che la memoria si costruisce anche attraverso le nuove generazioni. Presenti anche numerose autorità civili, religiose e militari: Francesco Miccichè, sindaco di Agrigento, Stefano Papa, dirigente dell’Ufficio U.E.P.E. di Agrigento, Franco Messina, presidente regionale dell’U.N.I.M.R.I., Salvatore Cardinale, ex magistrato, Vincenzo Livatino, cugino del Beato Rosario, i familiari delle vittime innocenti di mafia, a cui è stato dedicato un albero di olivo. Al termine hanno preso la parola il presidente del Conalpa, Mimmo Bruno ed il segretario Alfonso Scanio. Entrambi hanno ringraziato i presenti e ricordato come il Parco è nato e si regge grazie al lavoro ed ai sacrifici dei soci e dei volontari della casa circondariale di Agrigento ed assegnati dall’U.E.P.E. e vive di piccoli contributi. Alfonso Scanio ha sottolineato che non sono stati chiesti contributi pubblici e nessun Ente poiché è interesse dell’Associazione non coinvolgere la politica in questo grande progetto in onore del giudice Livatino e di tutte le vittime innocenti di mafia; un ringraziamento particolare è andato ai benefattori che hanno determinato la riuscita della manifestazione con le loro donazioni in servizi e manodopera: Buscema Marmi Agrigento per le lavorazioni dei massi che hanno dato vita all’altare, alla Stele che ha ospitato un quadro in piastrelle di ceramica 80×80 realizzato da Rita e Maurizio del “Catoio di Ninù”, e il masso che ha ospitato una grande lastra di marmo con incisa l’intitolazione “ Parco della Memoria di tutte le vittime innocenti di mafia”. Autogru Volpe per avere posizionato i massi, Sitrans S.r.l. di San Cataldo per il trasporto dei massi, Althea S.r.l. e R.N. Motors per i lavori di sistemazione dell’area destinata ad Angolo della preghiera, Vivai Pisano per avere donato duecento piante di rose che sono state collocate in diverse zone del Parco, l’Associazione teatrale “Arcobaleno”.
Mimmo Bruno e Alfonso Scanio, visibilmente soddisfatti e pieni di gioia, hanno dato un saluto a tutti i presenti: “Arrivederci al 21 di novembre prossimo , Festa nazionale dell’albero, giorno in cui saranno ricordate altre vittime innocenti di mafia con la dedicazione di altri alberi alla loro memoria.
Giuseppe Ballarò

