Il 21 gennaio di 104 anni fa, a Livorno, fu costituito il Partito Comunista d’Italia (PCd’I) sezione della Terza Internazionale Comunista.
La data del 21 gennaio 2025 coincide con quella del 101° anniversario della morte di Lenin, il principale artefice della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre. Lenin svolse un ruolo fondamentale nella lotta contro il riformismo di Turati e il centrismo di Serrati, nell’appoggio al gruppo dell’Ordine Nuovo di Gramsci, creando così le condizioni che permisero al proletariato italiano di costituire il proprio partito di classe e rivoluzionario, sulla base delle decisioni del II Congresso dell’Internazionale comunista.
In seguito Lenin agì per liberare il neonato partito dal sinistrismo di Bordiga e per affinarlo dal punto di vista organizzativo, tattico e strategico, avviando con Gramsci alla testa del partito la sua bolscevizzazione.
Ricordare la fondazione del PCd’I per noi comunisti non ha una valenza nostalgica e non è neppure una mera celebrazione. Ricordare le nostre origini è l’occasione per riflettere sulla situazione attuale del proletariato e sui compiti dell’oggi, traendo spunto dalle lezioni che i nostri fondatori ci hanno lasciato.
Nel 1921 erano trascorsi quattro anni dalla gloriosa Rivoluzione Russa e tre dalla fine della prima guerra mondiale.
La crisi sociale ed economica causata dalla guerra è l’esempio dato dal proletariato russo furono la miccia per il cosiddetto Biennio Rosso, una serie di lotte infuocate che culminarono con l’occupazione di alcune fabbriche nel settembre del 1920. Il Psi si era radicato sul territorio, governava diversi comuni e aveva notevole seguito tra gli operai e i contadini, ma fu del tutto incapace di dirigere la lotta proletaria, né fu capace di difendere il proletariato dalla brutale reazione dei capitalisti e proprietari terrieri che con la connivenza del governo Giolitti favorì l’ascesa della violenza squadrista fascista.
L’esito amaro dell’occupazione delle fabbriche, l’incapacità del Psi, la richiesta di Lenin di espellere l’ala riformista dal partito e il rifiuto dei massimalisti, rese inevitabile la scissione e la fondazione di un partito che fosse consapevole dei propri obiettivi: la lotta di classe, la rivoluzione proletaria e l’edificazione del socialismo.
Un secolo dopo, l’aggravamento della crisi generale del capitalismo, che stiamo vivendo, mostra tutte le storture e le contraddizioni di un sistema barbaro e storicamente agonizzante.
L’ondata di licenziamenti e cassa integrazione priva molte lavoratrici e lavoratori di un salario sufficiente per vivere. La povertà dilaga, ma il governo italiano non spende un euro per contrastarla, bensì finanzia guerre imperialiste e monopoli sfruttatori. La salute pubblica non è più un diritto, ma è diventata un lusso che milioni di proletari non possono permettersi. L’istruzione pubblica è in via di demolizione, a favore di quella privata. La crisi ambientale non si ferma a causa della fame di profitti dei capitalisti che depredano la natura. La crisi morale, la corruzione, la delinquenza organizzata dilagano.
La borghesia ha esaurito da tempo la sua funzione storica. Non può più offrire alcuna prospettiva di miglioramento ai lavoratori e alcun futuro alle nuove generazioni. I banditi politici che sono al potere per sopravvivere possono solo aggravare lo sfacelo economico e accrescere ulteriormente l’oppressione delle masse lavoratrici con leggi infami, come il Ddl 1660.
Ma questo ha fatto sì che la lotta di classe riprendesse vigore.
Abbiamo assistito negli ultimi mesi allo sviluppo di proteste, scioperi e mobilitazioni. La classe operaia sta riprendendo man mano fiducia nelle proprie forze. Mentre il capitalismo mostra il suo vero volto, operai, lavoratori, donne e giovani degli strati popolari stanno aprendo gli occhi sui partiti borghesi di “sinistra” e di destra, opportunisti e socialdemocratici che non fanno altro che difendere il sistema che opprime e sfrutta i lavoratori e i popoli.
Si profilano all’orizzonte grandi battaglie di classe. Torna quindi, oggi come nel 1921, la necessità di avere una guida rivoluzionaria, che diriga le lotte per rompere con l’ordinamento vigente, mettere fine al capitalismo e trasformare radicalmente l’intera società. Questa guida non può che essere un partito comunista che si basi sui principi del marxismo leninismo, questa società alternativa non può che essere il socialismo, prima fase del comunismo!
È il momento per noi comunisti di essere gli interpreti, la forza di unificazione e mobilitazione del malcontento sempre più diffuso, perché pensare di poter aprire una breccia nel regime che ci opprime coi vecchi partiti elettoralistici, vuol dire rassegnarsi ad una sconfitta certa.
Senza Partito la resistenza dell’avanguardia operaia rimarrebbe senza orientamento e direzione politica. Senza il Partito comunista i movimenti che nascono spontaneamente sono destinati a lottare invano. Il Partito è indispensabile per concentrare le energie rivoluzionarie e dirigere gli sforzi del proletariato e per arrivare alla rivoluzione.
La ricostruzione del Partito è un’esigenza cruciale non solo per i tanti militanti senza una “casa” ma anche per l’intera classe operaia. È il momento storico stesso che rimette al centro del dibattito la necessità di avere un partito operaio indipendente e rivoluzionario.
Per avanzare verso questa meta occorre separarsi nettamente e apertamente dagli opportunisti e dai revisionisti di tutte le risme, dai centristi e dai massimalisti di oggi, così come dai collaborazionisti e dai filo-imperialisti che sabotano e dividono la lotta del proletariato.
Allo stesso tempo è necessario avvicinare nelle lotte, raggruppare e integrare in una sola organizzazione pre-partitica i sinceri comunisti, i proletari avanzati, i giovani rivoluzionari.
Avanti compagne e compagni, il futuro ci appartiene!
Da Scintilla n. 150, gennaio 2025
Martedì 21 Gennaio, ore 21:00, serata celebrativa, di approfondimento e dibattito online (partecipazione su invito o espressa richiesta, dati i limiti tecnici).
Sabato 25 Gennaio, ore 15:00, Livorno, omaggio c/o il Teatro San Marco.
A cura di Militanza Comunista Toscana e Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia