L’Organizzazione sottolinea la necessità di fare in modo che gli impatti immediati delle inondazioni e delle forti piogge non diventino problemi a lungo termine e chiede ai governi di affrontare le cause alla base di questi disastri causati dal clima, anche incanalando finanziamenti e sostegno ai bambini e alle loro famiglie nel Paese.
Dall’inizio della stagione dei monsoni a luglio, le inondazioni e le forti piogge hanno causato la morte di più di 150 bambini in Pakistan[1], pari ad oltre la metà di tutti i decessi. Lo ha dichiarato Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Oltre 200 bambini sono inoltre rimasti feriti in incidenti causati dalla pioggia o dalle inondazioni, che hanno costretto migliaia di persone ad abbandonare le loro case. Nel distretto di Sanghar, nella provincia di Sindh, quasi 10.000 persone sono state costrette a fuggire dopo lo straripamento di un canale. Circa 2.600 vivono ora in un campo sfollati creato in una scuola – il 60% di loro sono bambini – mentre altri vivono all’aperto accanto alle loro case distrutte o danneggiate[2].
Save the Children sottolinea che da una valutazione effettuata nelle zone più colpite dalle inondazioni di Sanghar, risulta una grave carenza di acqua pulita, con molte fonti contaminate da escrementi umani e animali. Alcuni villaggi nell’area sono ancora isolati a causa delle acque alluvionali infestate da serpenti e sono accessibili solo in barca. Più di 9 persone su 10 hanno dichiarato che le malattie trasmesse dalle zanzare, come la malaria e la dengue, sono le loro maggiori preoccupazioni per la salute, mentre il 75% è preoccupato per le malattie trasmesse dall’acqua, come la diarrea[3].
Tre quarti delle persone intervistate ha dichiarato di aver dovuto vendere beni di famiglia per comprare cibo. Le piogge e le inondazioni hanno distrutto l’80% delle coltivazioni di cotone a Sanghar, la principale fonte di reddito per gli agricoltori, e ucciso centinaia di capi di bestiame.
Le ragazze di Sanghar hanno riferito agli operatori di Save the Children che la sicurezza personale è la loro principale preoccupazione dopo le inondazioni, e alcune temono un potenziale aumento della violenza di genere.
“Abbiamo bisogno di cibo, acqua e un posto sicuro dove dormire. La mia scuola è allagata, quindi non possiamo entrare in classe. Mi manca giocare con i miei amici. Spero che l’alluvione finisca presto”, ha raccontato Aisha*.
Save the Children sta lavorando con un partner locale, HANDS, per sostenere i bambini e gli adulti colpiti dalle inondazioni a Sanghar, fornendo tende, kit per la casa e per l’igiene alle famiglie sfollate e sta impegnando squadre mobili per interventi su salute e nutrizione e per fornire assistenza sanitaria di base e sottoporre i bambini a screening per la malnutrizione. I bambini di Sanghar avranno anche spazi sicuri dedicati, dove potranno continuare a imparare attraverso attività ludiche e ricevere supporto alla salute mentale. Save the Children ha in programma di espandere la sua risposta ad altre aree del Sindh e del Balochistan, che necessitano di assistenza urgente.
“I bambini sono sempre i più colpiti in caso di calamità. Le famiglie hanno perso ancora una volta le loro case e i loro mezzi di sostentamento: alcune delle stesse aree che erano state colpite da devastanti inondazioni solo due anni fa sono di nuovo sommerse dall’acqua. I bambini hanno bisogno di assistenza urgente: hanno bisogno di acqua pulita, di protezione dalle malattie trasmesse dalle zanzare e di spazi sicuri dove poter giocare e imparare” ha dichiarato Khuram Gondal, Direttore nazionale di Save the Children in Pakistan.
“Dobbiamo fare in modo che gli impatti immediati delle inondazioni e delle forti piogge non diventino problemi a lungo termine. Nella sola provincia di Sindh, più di 72.000 bambini hanno visto interrotta la loro istruzione[4]. I governi devono affrontare le cause alla base di questi disastri causati dal clima, anche incanalando finanziamenti e sostegno ai bambini e alle loro famiglie in Pakistan per adattarsi, riprendersi e ricostruire le loro vite” ha proseguito Khuram Gondal.
Save the Children opera in Pakistan dal 1979 ed è stata la prima ONG internazionale a rispondere all’emergenza delle alluvioni del 2022. Alla fine di luglio 2024, l’Organizzazione ha raggiunto più di 1,1 milioni di persone nelle aree colpite dalle inondazioni, tra cui più di 568.000 bambini, con programmi su sicurezza alimentare, istruzione, salute, nutrizione, acqua pulita, servizi igienici e igiene. Nella provincia di Sindh, Save the Children continua a sostenere le famiglie colpite attraverso la distribuzione di denaro, programmi sanitari e nutrizionali e di recupero dei mezzi di sussistenza.
[1] Dati al 1° settembre 2024 https://reliefweb.int/report/pakistan/ndma-monsoon-2024-daily-situation-report-no-63-1-september-2024
[2] Missione di osservazione congiunta dell’OCHA delle Nazioni Unite – Distretto di Sanghar, 21 agosto 2024
[3] https://reliefweb.int/report/pakistan/pakistan-rapid-needs-assessment-district-sanghar-sindh-august-2024
[4] https://reliefweb.int/report/pakistan/pakistan-monsoon-2024-flash-update-7-latest-monsoon-developments-and-response-efforts-02-september-2024