Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani segnala la preoccupante situazione reddituale degli insegnanti nelle città del Centro-Nord. Il potere d’acquisto degli stipendi è stato corroso dalla forte accelerazione dell’inflazione. Per quanto riguarda la locazione degli immobili, secondo le analisi più recenti del mercato immobiliare, effettuate dall’Osservatorio mensile di Immobiliare.it Insights, gli affitti continuano a crescere enormemente nelle città italiane. In particolare si riscontra una crescita media del 13,6 euro al metro quadrato, mentre l’incremento degli affitti tra marzo e aprile 2024 è dell’1,9%.
Una variazione significativa se si confronta la variazione con il gap tra aprile 2024 e lo stesso mese del 2023: +11,9% di media nazionale, con un picco di +17,7% al Nord-Ovest. Le prime cinque posizioni relative alle città più care per quanto riguarda l’aumento degli affitti risultano Milano, Firenze, Bologna, Roma e Venezia.
Aumentano i biglietti dei treni, degli aerei e pullman urbani ed extraurbani. Basta pensare che per quanto riguarda le tariffe dei biglietti dei servizi ferroviari c’è stato un aumento che varia dal 3,8% al 4,1%.
Stessa cosa si registra per i beni di consumo alimentari. Infatti secondo i dati BMTI, ISMEA e ISTAT presentati alla Commissione di allerta rapida sui prezzi, presso il Mimit, nel periodo febbraio 2019/febbraio 2024, i prezzi al dettaglio dell’olio extravergine d’oliva sono rincarati in Italia dell’81,1%, la pasta secca è aumentata del 35,6%, le uova del 25,7%, la passata di pomodoro del 41,9%, le mele del 21,1% e il latte fresco del 21,5%.
Riteniamo gli stipendi dei docenti assolutamente inadeguati per far fronte a tali rincari. Soprattutto per chi si trova fuori sede. Dopo oltre dieci anni di forzata permanenza in città lontane dal propria residenza, famiglie intere si trovano sul lastrico: la retribuzione viene polverizzata da una serie di voci in uscita senza che rimanga possibilità di risparmio; anzi un imprevisto qualsiasi, come la malattia propria o di un familiare, una spesa non preventivata ma necessaria fanno sprofondare nella disperazione quanti sono costretti a spendere in media seicento/settecento euro di affitto con entrate pari a 1.500 euro. Da molto tempo segnaliamo uno stato di cose veramente inaccettabile; attendiamo provvedimenti atti ad alleviare il disagio delle famiglie e dei docenti; si potrebbe agire in due direzioni: consentendo agli insegnanti fuorisede, in particolare coloro che sono stati immessi in ruolo con la legge 107/2015, il rientro, mettendo a disposizione un maggior numero di posti nel potenziamento nelle assegnazioni provvisorie interprovinciali, specie per la classe A046 – discipline giuridiche ed economiche la più falcidiata di tutte nei trasferimenti interprovinciali, con un’opzione di precedenza specifica sulla domanda oppure prevedendo un bonus di quattrocento euro mensili variabili in rapporto ai costi delle città per quanti si trovano a lavorare fuori dalla propria provincia di riferimento. Attualmente molti insegnanti, specialmente di ruolo, sono costretti a vivere condividendo la propria abitazione con altre persone, ritrovandosi in un contesto umiliante. Spesso abbiamo segnalazioni di situazioni al limite della povertà; ricordiamo che parliamo di persone qualificate che hanno speso molti soldi per la loro formazione. Le famiglie sono disgregate ed è difficile pensare di offrire un futuro decoroso ai propri congiunti.
Chiediamo al ministro, prof. Giuseppe Valditara, di intervenire al più presto su tale criticità. Siamo disponibili ad un incontro urgente per affrontare tale situazione e condividere le nostre proposte.