L’Organizzazione in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio
Introdurre percorsi nelle scuole sull’educazione all’affettività e assicurare la formazione di docenti e professionisti dell’area socioeducativa e sanitaria sul tema della violenza di genere in adolescenza. Sono queste le principali raccomandazioni illustrate da Save the Children, oggi, nel corso dell’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.
Le raccomandazioni nascono dall’esperienza sul campo dell’Organizzazione, impegnata nel contrasto alla violenza di genere, dai dati emersi dalle ricerche condotte – in particolare l’indagine realizzata con IPSOS e pubblicata recentemente “Le ragazze stanno bene?” sulla violenza di genere onlife in adolescenza – e dal confronto costante con i ragazzi e le ragazze del Movimento giovani per Save the Children.
Secondo l’indagine, il 43% degli adolescenti tra i 14 e i 18 anni si dichiara molto o abbastanza d’accordo con l’opinione che se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale con qualcuno/a, il modo di sottrarsi lo trova; il 29% è molto o abbastanza d’accordo con l’opinione che le ragazze possono contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire e/o di comportarsi. “Dati preoccupanti – ha spiegato D’Errico – che mostrano una tendenza alla colpevolizzazione delle vittime di violenza”.
Nel corso dell’audizione è stato ricordato l’impegno di Save the Children per il contrasto alla violenza di genere, domestica e assistita, che, nel rispetto delle indicazioni della Convenzione di Istanbul, si sviluppa su tre assi: prevenzione, emersione e protezione. Su tutto il territorio italiano l’Organizzazione porta avanti interventi di sensibilizzazione ed educazione con le nuove generazioni, che prevedono laboratori rivolti a bambini, bambine e adolescenti sull’educazione affettiva, sul rispetto delle differenze, sulla parità tra i generi e sulla relazione positiva tra di essi.
“È importante introdurre nelle scuole, all’interno dei piani formativi e coerentemente con l’età dei beneficiari, percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità, alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze, tenuti da personale specializzato e con esperienza maturata in servizi che si occupano di violenza di genere, co-progettati e co-realizzati con il personale docente. Riteniamo importante che il Parlamento stia dando attenzione a temi come questi e stiamo seguendo l’esame delle proposte di legge presentate”, ha spiegato Giorgia D’Errico, Direttrice Public Affairs e Relazioni Istituzionali di Save the Children, intervenendo in audizione.
Allo stesso tempo, ha affermato D’Errico, è fondamentale “assicurare una formazione specifica sulla violenza di genere secondo una prospettiva onlife che, combinando le due dimensioni, reale e virtuale, ormai indissolubili nell’esperienza di ragazze e ragazzi, aiuti da un lato a riconoscere le diverse forme di violenza e intervenire, dall’altro a educare all’uso consapevole e responsabile delle tecnologie digitali”.
Inoltre, l’impegno di Save the Children si concentra anche sul fenomeno della violenza domestica e assistita che è, in larga misura, di natura sommersa. È fondamentale quindi attivare azioni che possano favorire l’emersione e permettere l’identificazione precoce di situazioni di rischio per consentire la protezione tempestiva delle donne e dei/le bambini/e. A tal fine, Save the Children, attraverso i Punti d’Ascolto I Germogli ha rafforzato i propri presidi già attivi sul territorio nazionale nel settore dell’educazione e del contrasto alla povertà, istituendo sportelli di ascolto, formando le équipe sul fenomeno e dotandole di strumenti e procedure armonizzate per l’identificazione di donne e bambini/e a rischio o vittime di violenza.
Inoltre, attraverso il progetto Ad ali spiegate, promuove la presa in carico integrata delle donne fuoriuscite dalla violenza e dei loro figli e figlie. Presente in 7 città (Roma, Milano, Ancona, Firenze, Prato, Caserta, Catania), il progetto è realizzato in sinergia con partner territoriali, che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio. Attraverso i Punti di ascolto I Germogli, l’Organizzazione lavora per intercettare situazioni di vulnerabilità ad ampio spettro, con équipe formate e dotate di procedure armonizzate per l’identificazione e l’emersione della violenza domestica e assistita.
In relazione alla violenza assistita, un punto è stato dedicato al tema degli orfani di femminicidio, in relazione al quale, Save the Children è parte del Progetto Respiro, finanziato dall’Impresa Sociale con i Bambini. D’Errico ha sottoposto alla Commissione il tema della mappatura del fenomeno, ancora carente, e l’importanza di una presa in carico immediata e integrata di bambini e bambine.