Le sanguinose guerre in corso (finora 500 mila morti in Ucraina e più di 30 mila in Palestina) si inseriscono nel contesto della sanguinosa lotta per la ripartizione del mondo tra grandi e medie potenze imperialiste.
Due anni fa il conflitto interimperialista fra il blocco USA/Nato e la Russia si è trasformato in guerra aperta in Ucraina. Oggi, il rallentamento dell’economia mondiale, con la stagnazione di importanti paesi (in Europa Germania e Italia), l’aggravamento della crisi generale del capitalismo, spingono all’intensificazione dei contrasti con la moltiplicazione dei focolai di guerra.
Il riarmo e la politica guerrafondaia dell’imperialismo per il controllo dei mercati di sbocco, delle rotte commerciali, delle sfere di influenza e le fonti di energia procedono a tutto spiano, generando le premesse di più vasti conflitti armati.
In Palestina, i bombardamenti sull’eroico popolo palestinese, che versando fiumi di sangue da sempre si è opposto all’occupazione e all’espulsione da parte dello stato sionista, si è trasformata in genocidio. Gli imperialisti di ogni risma si sono ben guardati dal fermare la mano del boia Netanyahu, e solo ora, visto il crescente discredito dei sionisti presso i popoli e le nazioni amanti della libertà e dell’indipendenza, presentano appelli generici e inutili dietro cui si nascondono mercanteggi per risolvere la questione palestinese con una sorta di inaccettabile “Bantustan”.
I conflitti attuali nello Yemen, così come quelli recenti in Libano, Siria, Iraq, così come le tensioni in estremo oriente, specie nel Mar cinese meridionale sullo sfondo della contesa su Taiwan, vanno compresi all’interno dell’apra contesa per l’egemonia mondiale fra gli USA e la Cina, assunta da tempo a seconda superpotenza mondiale. E’ nell’inasprimento di questa contesa che occorre leggere sia la guerra in Ucraina, sia il riarmo di Giappone, Germania, Polonia, Paesi Baltici e Italia.
La UE dei monopoli capitalistici gioca anch’essa le sue carte, principalmente nel contesto dell’estensione della NATO, partecipando sempre più a missioni offensive fuori dei suoi confini; ma ne gioca altre in “autonomia”, come nella missione Aspides di pattugliamento del Mar Rosso. Singoli paesi imperialisti, tra cui Italia, Francia e Germania, intervengono poi in missioni militari “di pace” o “umanitarie” in Medio Oriente ed Africa, avamposti della politica di depredamento delle risorse dei paesi dipendenti e semicoloniali.
La politica imperialista sul piano interno comporta militarismo e reazione politica, con l’ascesa dell’estrema destra che invoca la difesa del proprio imperialismo, aumento a tutti i livelli della repressione delle lotte e della protesta sociale.
La classe operaia ed i lavoratori sfruttati subiscono pesantemente le conseguenze della politica di guerra, con taglio dei salari, dei servizi e delle prestazioni sociali, con ondate di licenziamenti, aumento della precarietà e della povertà.
Da essi deve riprendere e svilupparsi la tradizione di lotta all’imperialismo, anzitutto il proprio, respingendo le sirene del multilateralismo e dello schieramento sotto le bandiere del “meno peggio”.
Il 23 e 24 febbraio scioperiamo, manifestiamo e facciamo risuonare la protesta antimilitarista e antimperialista, mobilitiamoci contro il governo guerrafondaio di Meloni e i media asserviti all’imperialismo che agiscono per trascinarci nella guerra in corso, lottiamo per fermare lo sforzo bellico della borghesia.
Denunciamo e condanniamo nei luoghi di lavoro e nelle piazze la politica guerrafondaia della borghesia, i crimini di guerra e contro l’umanità, senza illusioni sulle ipocrite parole dei politicanti borghesi.
Esigiamo il cessate il fuoco permanente in Ucraina e in Palestina! No alle spese militari, forte aumento di quelle sociali e dei salari! Fine dell’occupazione sionista della Palestina, giù le mani dallo Yemen! Via l’Italia dalla NATO e dalla UE, no alle basi USA! Via dall’Ucraina, dal Medio Oriente e dal Mar Rosso. Rottura delle relazioni con Israele! Solidarietà con la resistenza del popolo palestinese e degli altri popoli oppressi e minacciati dall’imperialismo e dal sionismo!
Avanziamo nell’unione dei comunisti e dei proletari coscienti in una sola organizzazione comunista basata sui principi del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, per il Partito comunista!
Febbraio 2024
Militanza Comunista Toscana
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia