Un teatro vuoto, un paio di articoli e un’intervista.
Il silenzio spaventoso su quella che doveva essere la prima serata del Festival Internazionale del cinema sportivo al teatro Pirandello di Agrigento.
Un silenzio spaventoso su tutto l’evento.
Un evento per il quale l’Amministrazione comunale di Agrigento aveva anche stanziato dei soldi, salvo poi disinteressarsene totalmente, disertando persino il teatro la sera della presentazione dell’evento
Non ho voluto scriverne prima per rispetto al dolore della famiglia Re, ma oggi non si deve più tacere dinanzi la caccia alle streghe alla ricerca di uno o più colpevoli del suicidio di Alberto Re, organizzatore del festival, attribuito a una campagna denigratoria che lo avrebbe sopraffatto spingendolo all’estremo gesto.
Non ci si può nascondere dietro un dito scaricando la responsabilità sui pochi giornalisti che avevano scritto della serata al teatro Pirandello, nonchè sullo stesso Re, che a differenza di altri si è assunto la responsabilità dell’insuccesso.
Una responsabilità che negli articoli che ho letto non gli era stata da nessuno attribuita.
Una responsabilità in merito alla quale altri dovrebbero riflettere.
Quelle poltrone vuote del teatro parlano da sole.
Urlano di una solitudine, di un abbandono, nel quale va forse ricercata la vera origine del gesto estremo di Re.
Non in un paio di articoli che hanno dato notizia del teatro vuoto.
Quanti agrigentini sapevano dell’evento?
Quanti giornali hanno dato notizia dell’evento?
Perché la città e i giornalisti non ne sapevano nulla?
Perché quella sera non c’era un solo rappresentante dell’Amministrazione comunale?
Non approfittiamo di una disgrazia per provare ad imbavagliare i giornalisti, per vietare loro di scrivere.
L’Amministrazione comunale, che pure ha stanziato delle somme per questo evento, dov’era?
L’unica cosa che trovo è un post del 18 novembre sulla pagina Facebook del sindaco:
“43a edizione Paladino d’Oro Sport film festival
Si inizia”
Quattro like!
Se si fosse postata la foto di un gattino, il risultato sarebbe stato ben diverso.
Vogliamo meravigliarci che quella sera al teatro non ci fosse neppure un gatto?
O dovremmo soltanto avere il pudore di tacere e chiedere scusa ad Alberto Re e alla sua famiglia senza cercare i responsabili di questa tragedia in chi ha fatto il proprio mestiere senza mai attribuire a Re alcuna responsabilità?
Passiamoci una mano sulla coscienza.
Se la passi anche chi non ha fatto nulla perché questo non potesse accadere.
Gian J. Morici