La Sicilia è bella in ogni angolo, è la Patria della storia, della cultura, il regno dell’arte e delle tradizioni. Ogni posto nasconde qualcosa di insolito, curioso, misterioso, miracoli e leggende. Forse non tutti sanno che sotto la sporgenza montuosa di Tindari c’è una spelonca detta “antro di Donna Villa” (a grutta da magara), dove vi dimorava una fata bellissima ma cattiva che rapiva le fidanzate agli sposi, proprio nella notte delle nozze. Le portava con se nel suo tugurio trasformato per l’occasione in un vero castello per regine. Il letto per le malcapitate veniva adornato di drappi , sete e merletti e la fata come una vera belva iniziava un ballo vertiginoso e cantava con voce di pianto la seguente cantilena: “Fra le sposine trionferà chi Donna Villa vincer saprà, chi Donna Villa vincer non sa’ da questa grotta non uscirà”. Dopo questo canto la maligna apriva il petto delle fanciulle e le strappava il cuore che con godimento divorava e diventava più crudele. Un giorno accadde che una donna vedova e molto religiosa durante la notte che precedeva le nozze della figlia, non fece altro che piangere e pregare la Regina dei cieli. La mattina , al risveglio, sul comodino dov’era un’immagine della Madonna, trovò un rosario di madreperla con queste parole: “a tua figlia”. Sorpresa ma contenta la donna mise al collo della figlia la coroncina e la mandò alle nozze. Puntualmente la fata rapì anche quella brava ragazza, ma quando volle iniziare le sue pratiche magiche, appena toccò il rosario, la malefica sparì con un gemito lunghissimo. L’incantesimo fu rotto lo sposo disperato trovò incolume la mogliettina ed essendo molto ricco volle su quel monte, per eterna memoria costruire un tempio alla Madonna Nera. Sparsa tale notizia, una donna ricchissima andò per curiosità a visitare il Santuario, aveva un bimbo bellissimo di tre anni. Ma l’anima scettica della donna appena vide il volto della Madonna nera esclamò: ”maiu partutu di luntana via pi vidiri na ladia chiù di mia”. Quindi, delusa riprese la strada del ritorno, ma il bambino sfuggito dalle braccia della madre cadde nella baia, la donna disperata si mise in ginocchio e percuotendosi il petto chiamò la Madonna che aveva appena esecrata. La Vergine ebbe pietà della povera madre e ordinò al mare di ritirarsi. Il bimbo fu trovato seduto sulla sabbia che giocava con conchiglie e sassolini. Ancora oggi ai piedi del Santuario si può vedere quel tratto di mare asciutto.
Nigra sum sed formosa –Sono nera ma sono bella (cantico dei cantici. Bibbia ebraica).
Anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza.
Margherita Arancio