“… ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finchè il Sole risplenderà su le sciagure umane…”
No, dinanzi questo freddo granito, risuonano vuote le parole del Foscolo.
Il sangue versato reclama giustizia, nell’urlo di dolore di una madre tradita dalle falsità e dai silenzi di chi, per autentica vigliaccheria, guarda al vivo dai cui favori dipende e non al morto che anche per lui diede la vita.
Della storia di David Tobini, il Parà caduto in Afghanistan in circostanze mai chiarite, abbiamo scritto più volte.
Il 23 luglio, sarà la data di un compleanno che non c’è più. Una vita spezzata appena due giorni dopo aver compiuto 28 anni (Bala Morghab, 25 luglio 2011).
Al silenzio decennale della giustizia, fanno eco le parole che la mamma di David (Annarita Lo Mastro) rivolge al figlio dinanzi la sua tomba:
“Come ogni mattina mi trovo davanti a questa tomba.
Un po’ come i matti, vengo a parlare con chi da dieci anni a questa parte non mi risponde più. Posso solo immaginare le risposte, perchè chi cresce un figlio, lo conosce in ogni minuzioso particolare.
Oggi gli sto dicendo che sono un po’ stanca.
Gli sto raccontando che mi spiace aver rifiutato la presenza dei suoi “amici” per il suo anniversario.
Gli sto ricordando le mie raccomandazioni di cui non ne fece tesoro.
Ma…..le madri rompono!
Ora gli sto chiedendo se si ricorda cosa gli dissi prima di partire:
“Da…. non fa’ il solito tuo, non fa’ l’ eroe, che poi ti mollano. Dietro ad un buco ci resto io, e non potrò tirarti fuori”….
Mi rispondesti che non eri figlio unico, che avrei dovuto pensare all’altro.
Ci lasciammo in silenzio, quando ti ricordai che i figli sono tutti unici.
Tornando all’amicizia, ti voglio dire che io oggi, come allora, non ho mai visto qualcuno prodigarsi per te.
In vita come in morte.
Una mano assassina, mantenendo questo indegno silenzio, ha colpito te, ma ha colpito anche me.
Io vedo silenzio ed arroganza intorno a “noi”.
Io non vedo solidarietà, io non vedo “difesa”. Non vedo mani tese, vedo chi si ritrae.
Vedo vite giustamente proseguire.
Ho visto e sentito urlare motti .
Finiva tutto lì.
Io vedo tanta complicità, in un silenzio che rompe i timpani.
Io vedo la complicità dei vivi, che hanno abbandonato un amico, che non sia una semplice presenza muta sul 25 luglio 2011.
Io ho faticato per arrivare oggi dove “siamo”, i tuoi “amici” quelli di quel 25, ti hanno seppellito insieme al loro silenzio.
Non li avrei mai messi in difficoltà se mi avessero “guidata” attraverso piccole cose.
Non si sono fidati di me.
In questo decimo anno, che fa tanto “rumore”, come faccio io a fidarmi di loro, della loro arroganza, dei loro sguardi, dei loro occhi bassi, della loro “alleanza”….?
C’è chi davanti a questa tomba, ha offeso me, non sapendo che offendeva te.
Sei morto “fio” mio, per tutti.
Sei quello che ha salvato, ma che non bisogna salvare.
Sei quello del silenzio comodo, un silenzio su cui hanno il diritto di farti parlare a modo loro.
La vita è cara a tutti, fino a passare con le scarpe su un cadavere.
Peccato, che la tua non l’hai considerata, perchè, oltretutto, non considerando la tua, hai dimenticato, che l’unico “dispositivo amico” da salvare era tua madre. L’unica che ancora sta qui ad accudire quei 28 anni, ad urlare per una memoria calpestata, a rivendicare una giustizia che mi vuole seppellita.
Io contro tutti.
Ho sbattuto quel fascicolo sulla scrivania di chi ti archiviò “incompleto”.
Ho scritto a chi ancora una volta ti vuole chiuso.
Ho guardato negli occhi fissa, chi sta decidendo se devi continuare a farti uccidere.
Ho chiamato e chiamo procure. Mi domandano se ho un avvocato.
Sì lo ho, ma l’interesse di un avvocato, non può rappresentare quello di una madre.
Io con i tuoi 72 kg sulle spalle, però, ancora non sono riuscita a portarti in salvo!”
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Chi ha ucciso David Tobini? – YouTube
Su Facebook c’è un gruppo aperto per chiedere Giustizia per David Tobini.
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