di Agostino Spataro
Ricorre il 29° anniversario dell’abbattimento del muro di Berlino che tutti salutammo con sollievo. Una volta mi capitò di vederlo dalla parte di Berlino Est e ne ebbi una impressione davvero penosa, sgradevole.
Come un senso di avvilimento, di fallimento dei nostri ideali che, certo, non potevano essere rinchiusi dietro muri e recinti di filo spinato.
Anche se di “muri” ce n’erano (ce ne sono) tanti nel mondo. Sugli avvenimenti dell’89 circolano diverse “verità” fra cui questa che non ci sembra del tutto peregrina. ”
A proposito del “crollo” dell’Urss e del blocco dei Paesi socialisti dell’est europeo prendono sempre più corpo le voci, da tempo circolanti, secondo le quali si trattò di un crollo “concordato” fra i vertici delle due superpotenze.
Secondo una trasmissione della TV ungherese “Hatoscsatorna” dell’agosto 2014, durante il summit di Malta (del 7 dicembre 1987) fra Ronald Reagan, presidente degli Usa e Mihail Gorbaciov, presidente dell’Urss e segretario del Pcus, oltre agli accordi per il ritiro e la distruzione dei missili nucleari intermedi delle due parti schierati sul teatro europeo (SS20 sovietici e Pershing e Cruise Usa/Nato), fu concordato, segretamente e dietro l’impegno di una forte dazione in denaro da parte Usa, il ritiro delle truppe sovietiche di stanza nella RDT (Germania Est) e in altri Paesi del Patto di Varsavia. Insomma, un “via libera” allo smantellamento dei regimi statalisti dell’Est europeo che, infatti, due anni dopo, nel 1989, caddero uno dopo l’altro senza colpo ferire.
A quanto pare, gli Usa non mantennero la promessa degli aiuti finanziari (si parla di circa 40 miliardi di dollari),la qualcosa fece esplodere la crisi interna nel vertice sovietico che portò all’estromissione di Gorbaciov.”
(in “SIGLO XXI- LA ECONOMIA DEL TERROR?” di A. Spataro e G. Lo Brutto. Ed.”EyC”, Città del Messico, 2016)