di Agostino Spataro
Queste “esotiche” presenze o contaminazioni che dir si voglia turbano l’integrità estetica della visione dei monumenti, l’armonica bellezza della Valle dei Templi – lasciatici in eredità dai nostri predecessori greci akragantini- che, oggi, costituisce un patrimonio storico, architettonico, paesaggistico inestimabile, unico che non può essere alterato in alcun modo.
In questo caso la buona conservazione è rivoluzione!
La Valle va, dunque, salvaguardata e valorizzata con azioni intelligenti, compatibili e rispettose del contesto. Ricordo che nei decenni bui del malgoverno e della speculazione edilizia (anni ’60, ‘70, ‘80, del secolo scorso) facemmo della difesa della Valle da ogni aggressione un punto d’onore del Pci agrigentino e nazionale. Memorabili le battaglie mediatiche e parlamentari di Mario Alicata, morto sulla breccia mentre pronunciava un forte discorso di denunzia alla Camera dei Deputati! La difendemmo, in sintonia con l’impegno dei dirigenti delle Soprintendenze (prof. De Miro e altri), dalle incurie dei governi centrali e locali e dalle minacce delle ruspe degli speculatori (dopo la paurosa frana del 1966), dagli smottamenti che hanno interessato alcuni templi (Giunone in particolare). Per un lungo periodo i Templi furono messi (anche su nostra richiesta) sotto sorveglianza notturna della polizia di Stato! Tanto per capirci. Abbiamo operato e lottato (con pochi altri) per la sua valorizzazione culturale, turistica, economica e in questo senso avanzato- per primi- all’ARS la proposta per la creazione del Parco archeologico, oggi operativo. Così come, a Roma, presentammo a più riprese (da Totò di Benedetto a me) la proposta della “Scuola superiore di Archeologia”, poi realizzata come Scuola diretta a fini speciali collegata con l’Università di Palermo, ecc.
Il Parco della Valle dei Templi costituisce davvero un patrimonio dell’Umanità (Unesco) e, pertanto, non può continuare a essere trattato alla stregua di un ente qualsiasi, come oggetto di scambio, di spartizione del sottogoverno regionale, di ogni colore. In particolare, il Parco è una fra le più importanti risorse, culturali e paesaggistiche, della provincia di Agrigento, della Sicilia e d’Europa. E, in quanto tale, dovrà stabilire nuovi rapporti con gli enti e gli operatori presenti nel territorio provinciale che dovranno contribuire alla sua salvaguardia e valorizzazione. Sia chiaro, con questa nota non vogliamo aprire conflittualità gratuite, ma solo invitare alla riflessione sulla realtà e sul futuro di questo patrimonio quanti lo hanno a cuore. Preciso che la critica, un pò rude, all’opera di Igor Mitoraj non é alla sua espressione artistica quanto al fatto che ancora permane in un contesto improprio.
Lo dico con tutto il rispetto per l’autore al quale non fu concesso tanto spazio nemmeno nella sua Cracovia. In ogni caso, non vuole dire non promuovere manifestazioni culturali di qualità, non invitare artisti e creativi (internazionali e locali) a esporre le loro opere nell’ambito dei programmi e degli spazi del Parco. Dico solo che tali esposizioni vanno meglio regolate e armonizzate e consentite per un tempo limitato e magari insediate in siti più appropriati e meno interferenti con la fisionomia del monumenti e della Valle nel suo insieme.