Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in considerazione della spasmodica attesa relativa alla nomina del futuro Ministro dell’Istruzione, ed in relazione al fatto che i docenti in Italia sono 900.000 unità, chiede alle forze politiche tutte e al premier incaricato, prof. Mario Draghi, che il prossimo ministro sia scelto tra docenti che abbiano maturato una seria esperienza lavorativa nel mondo della scuola, conoscendone dinamiche, difficoltà e contesto e contribuendo attivamente alla diffusione della cultura dei diritti fondamentali.
Nel corso degli anni tante difficoltà si sono riscontrate nelle aule scolastiche. Le criticità crescenti nelle scuole ed in particolare per quelle localizzate in aree a rischio dispersione / criminalità hanno creato divari incolmabili tra gli istituti: mancanza di aule; arredi inappropriati; edilizia fatiscente; infrastrutture inadeguate costituiscono ostacoli alla fruizione della didattica difficilmente superabili non rendendo omogenee le condizioni di apprendimento per tutti gli studenti italiani contravvenendo così al diritto all’istruzione.
Il ruolo del docente va ripensato alla luce delle nuove responsabilità e delle difficoltà crescenti in una situazione in continua trasformazione. Il mestiere più bello del mondo rischia di essere ridicolizzato da interventi normativi inefficaci e spesso tali da generare solo uno spreco di preziose risorse economiche. Una maggiore presenza delle istituzioni a fianco dei docenti può creare le basi per trasformare la società mediante la formazione di giovani più responsabili e preparati alle sfide del futuro. Il rientro dei docenti assunti con la legge 107/2015 presso le proprie sedi di residenza ed i nuclei familiari, l’aumento della retribuzione, la valorizzazione del merito, il potenziamento sono solo alcuni aspetti su cui partire per riformare radicalmente lo svilimento del prestigio sociale cui è andato in contro la classe docente.
Il CNDDU ha già divulgato quelli che possono essere gli obiettivi del prossimo ministro e li ritiene sicuramente perseguibili sulla base di un piano di intervento che utilizzando gli strumenti giuridici e finanziari nazionali ed europei sia in grado di rimodellare interamente il sistema scolastico determinando un punto di svolta epocale per il benessere della popolazione scolastica tutta.
Chiediamo espressamente all’attuale futuro Primo ministro ed ai capigruppo di interesse un incontro per discutere delle tematiche in oggetto.