
Tematiche che hanno animato il dibattito anche alla luce delle funzioni acquisite negli ultimi anni dall’Istituto, tra le quali figurano il reddito di cittadinanza, quota cento e altre misure legate al welfare.
L’incontro sindacale ha acceso i riflettori su alcune delle istanze nevralgiche riguardanti l’organizzazione del lavoro e i passaggi verticali nelle aree A, B e C.
I lavori hanno visto la presenza di Claudio Barone e Luisella Lionti, rispettivamente segretario generale e organizzativo della Uil Sicilia e la partecipazione, tra gli altri, del segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione Sicilia Alfonso Farruggia congiuntamente ai coordinatori, regionale e provinciale, Francesco Crisafulli e Antonino Borzilleri e del direttore regionale dell’INPS In Sicilia Sergio Saltalamacchia.
“Nel triennio è prevista la fuoriuscita di circa 4 mila unità per effetto di quota cento – afferma Cervo – pertanto esiste un deficit di organico che neppure le recenti assunzioni, circa 3.900 in tutta Italia, hanno colmato” .
In merito al mansionismo, tema attorno al quale si concentrano molte delle preoccupazioni del sindacato, Cervo ha chiesto per i lavoratori il riconoscimento dell’inquadramento nell’area superiore.
“Al più presto – ha aggiunto – occorrerà aprire le trattative per il CCNI 2019 , al fine di portare a compimento gli impegni presi nelle dichiarazioni congiunte relative alle progressioni orizzontali verso la posizione apicale delle rispettive aree per il personale attualmente inquadrato in A2 e B2”.
“Infine – ha concluso l’esponente sindacale –occorre rivedere e aggiornare il sistema di misurazione della produttività e di valutazione della performance e rimodulare, inoltre, il sistema indennitario collegato alle posizioni organizzative”.