DIFFICOLTA’ RELATIVE DELL’IPNOSI ED ESTREMA FACILITA’ DELL’AUTOIPNOSI
“Abbiamo tutta l’energia che ci occorre, basta imparare ad usarla”
Abbiamo tutti delle resistenze interne a non far entrare il nuovo e ciò che viene da fuori. L’ipnotizzatore deve spesso indurre il sonno perché in tale stato le difese si attenuano. Un esempio per far capire come si trovino le strategie per attenuare le difese è dire ad un ipocondriaco: “ti darò energia per non ammalarti e guarirti”.E’ chiaro che le difese diminuiranno. Ma comunque resterà la parola del “nuovo”, la paura di affidare la propria volontà ad un altro. Scattano infine molte paure che devono venir sedate anche in più sedute. Tutti vanno in ipnosi,molti alla prima seduta, altri successivamente.
Tutte queste difficoltà scompaiono nall’autoipnosi. L’individuo si fida di se stesso e sa che si invierà un ordine positivo e buono. Le fasi dell’autoipnosi sono due:
nella prima fase sono compresi 5 momenti: momento A-cercare un luogo tranquillo (possibilmente); B-rilassare completamente tutta la muscolatura;C-rilassare mente e nervi;D-abbandonare pensieri e liberare la mente;E-raggiungere uno stato soporoso di trance.
Nella seconda fase,quando si è tranquilli di aver raggiunto la prima, far partire l’ordine, già preparato,con veemenza,autorità,sicurezza – ripetere il messaggio più volte e con forza, in silenzio o ad alta voce. Così operando l’autoipnosi è sicura. L’individuo dalla nascita riceve un imprinting per obbedire agli ordini.
Non tutte le ipnosi durano a lungo,alcune occorre ripeterle ogni due,tre ore (forti dolori).Altre più complesse mettono in moto energie che necessitato di tempo per svolgere il loro compito. Altre che prevedono periodi lunghi devono essere ripetute più volte (fare esempi verbali).
Il Professore
Francesco Pesce