Il 26 giugno Cramum presenta la mostra “Regno Sottile” di Giulia Manfredi che trasforma il Museo Francesco Messina di Milano in una serra-giardino in cui le opere d’arte vivono e crescono
“REGNO SOTTILE” è il titolo della mostra personale di Giulia Manfredi, promossa dal Premio Cramum e curata da Sabino Maria Frassà. Dal 26 giugno l’artista trasformerà lo Studio Museo Francesco Messina di Milano in una serra in cui opere d’arte crescono e vivono al fianco di opere realizzate con resina e collezioni dismesse di farfalle. L’obiettivo è far riflettere sulle nostre fragilità e responsabilità per il – sempre più fragile – Mondo che stiamo lasciando ai nostri figli.
REGNO SOTTILE
Mostra di Giulia Manfredi
a cura di Sabino Maria Frassà
Studio Museo Francesco Messina
Via San Sisto 4 Milano
In collaborazione con CRAMUM (Fondazione Cure Onlus)
Inaugurazione Mercoledì 26 giugno ore 18:00
Ingresso libero dal 27 giugno al 19 luglio
martedì-domenica 10:00 – 18:00
Per informazioni: infocramum@gmail.com
Milano – Il 26 giugno lo Studio Museo Francesco Messina e Cramum presentano “Regno sottile”, mostra personale di Giulia Manfredi a cura di Sabino Maria Frassà. La mostra completa il percorso di Giulia Manfredi con il Premio Cramum, vinto dall’artista nel 2017.
Con “Regno Sottile” l’artista trasforma il Museo in una serra e in un giardino all’italiana – fatto di marmo e piante – e riflette sul rapporto uomo-natura e vita-morte. Saranno infatti presentate fino al 19 luglio per la prima volta le “opere vive” di Giulia Manfredi, in cui la crescita delle piante nel marmo è parte integrante delle opere, che si trasformano e crescono come in una serra con il passare del tempo; la mostra è infatti completata da sistema di irrigazione e luci “rosa” necessarie per la crescita delle piante.
Con questa mostra, fatta di vita, l’artista ha avuto il coraggio di andare oltre le opere in resina, che tanto successo le hanno portato, non ultima la mostra A room of my own da Ventura Centrale durante la design week 2019.
Come spiega il curatore Sabino Maria Frassà <<‘Regno Sottile’ non è però una mostra ambientalista, quanto una riflessione sul concetto di “responsabilità umana” e sul tempo che si vive, il Presente, ovvero il regno sottile, così precario e schiacciato tra passato e futuro. Il titolo della mostra, fortemente voluto dall’artista, evoca appunto quella sensazione e idea di transitorietà alla base di tutta la ricerca artistica di Giulia Manfredi. L’artista è del resto fortemente convinta che nulla sia per sempre, anche l’arte, che può solo aspirare a sublimare la finitezza dell’uomo, cercando di lasciare qualcosa di ciò che è stato a chi verrà. Perciò il senso di responsabilità e del mondo che stiamo lasciando ai nostri figli è la vera chiave di lettura da cui partire per comprendere questa mostra in cui opere precedenti realizzate con elementi privi di vita sono affiancate alle nuove “opere vive”. Le nuove opere vive sono sculture in marmo che riprendono le geometrie e l’ordine dei giardini all’italiana e al cui interno crescono e si impongono piante. Il regno sottile è perciò quello spazio al contempo di precarietà e di possibilità in cui si colloca la vita di ogni essere umano: un arco temporale limitato in cui ognuno di noi – più o meno consapevolmente – agirà e lascerà traccia. Per quanto piccoli noi esseri umani, più delle altre forme di vita, abbiamo la possibilità di “determinare” il mondo che ci circonda non solo oggi, ma soprattutto domani>>.
L’artista Giulia Manfredi spiega così la genesi della mostra: “Questa mostra e e le opere in essa contenute hanno avuto un lunghissimo tempo di gestazione, perché volevo creare arte con la vita, volevo qualcosa che potesse crescere e modificarsi nel tempo all’interno di strutture “rigide”, ordinate e predefinite.Le nuove opere – “Still waters run deep” e “Geomanzia” – riprendono la logica e le geometrie dei giardini all’italiana. In particolare mi affascina l’idea alla base della progettazione di queste realtà ci sia una sorta di diagramma magico che prevedeva il posizionamento delle piante in determinati contesti geometrici per convogliare energie astrali e sfruttarne le proprietà. Ogni segmento del giardino era concepito come microcosmo dalla valenza sacra e veniva delimitato per non dissipare gli influssi “magici” che la geometria sacra canalizzava e conteneva. Al centro, a partire dall’hortus conclusus medioevale, si trovava simbolicamente l’acqua. Allo stesso modo l’elemento centrale della mostra è un “fiume” che ha scavato dei solchi in sei blocchi di marmo, ciascuno contenente una ecosistema botanico in miniatura”.
Maria Fratelli, direttrice del Museo, conclude riflettendo su come “nulla è più disturbante che far pensare alla morte in tempi in cui nemmeno la saggezza della vecchiaia è un valore. Nell’eterno presente dell’orchestrina del Titanic l’arte delle donne esce dal salone delle feste e getta un velo di tristezza per tutta la bellezza destinata ad affondare. Giulia Manfredi è partita così, intensamente e ostinatamente, con i suoi bonsai privi di vita, raggelati nella resina e le ali di farfalle spillate. Allo Studio Museo Francesco Messina l’artista cerca di ribaltare la prospettiva e ci presenta dubbi e paure in un bosco di speranza“.
Giulia Manfredi
Giulia Manfredi è nata a Castelfranco Emilia nel 1984, si è laureata in pittura a Bologna all’Accademia di Belle Arti nel 2008 con una tesi sui nuovi mezzi comunicativi e la tecnologia satellitare. Ha vissuto a Berlino dal 2006 al 2014 dove ha frequentato corsi all’UDK (università delle arti) in comunicazione visiva e belle arti con Hito Steyerl. Ha esposto in numerose città e sedi sia in Italia ed che in Europa, tra cui, la Biennale del Mediterraneo ad Ancona (2013), il MIC di Faenza(2015), il Fuorisalone di Milano presso Ventura Centrale (2018). Nel 2017 vince al Grande Museo del Duomo di Milano la quinta edizione del Premio Cramum per giovani artisti. Attualmente vive e lavora a Roma.
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